tam tam |  sociale  |
Giù le mani dal nostro tfr
Attac Italia - 06-06-2007
Sono ancora in corso i 6 mesi in cui:

- se non compili (o ti dimentichi di compilare) l'apposito modulo scegliendo:

"che il proprio trattamento di fine rapporto non venga destinato ad una forma pensionistica complementare e continui dunque ad essere regolato secondo le previsioni dell'articolo 2120 del codice civile"

dicendo cioè che ti vuoi tenere il tuo TFR;

- se il tuo datore di lavoro non ti ha dato il modulo;

- se hai compilato un modulo diverso, visto che quelli esatti sono usciti un mese dopo la partenza dei sei mesi di silenzio assenso;

secondo il ben noto principio popolare del "chi tace consente", una parte del tuo salario, IL TFR, sarà magicamente trasferito nelle mani del capitale finanziario tramite i Fondi Pensione.

PER SEMPRE

visto che mentre puoi sempre versare il TFR ai fondi pensione, una volta versatolo non puoi più tornare indietro.

Potrai anche tu trepidare davanti al salire e scendere di azioni e obbligazioni nella speranza che il tuo fondo abbia puntato il numero giusto nella roulette dei mercati finanziari

Non preoccuparti; se perdi è in gioco solo il tuo futuro!

Ma se avrai fortuna:

· se durante gli anni in cui versi ai fondi non ci saranno periodi di crisi od inflazione alta che ti bruciano il capitale;

· se non andrai in pensione nel momento di un crollo dei mercati che ti lasci con un pugno di mosche in mano;

· se i fondi pensione faranno bene il loro lavoro e otterranno alti rendimenti investendo in imprese che sfruttano bene i lavoratori, licenziano per ridurre costi nei conti economici, precarizzano, delocalizzano in luoghi dove le tutele sociali, ambientali e del lavoro sono più basse; se investono in stati del nord del mondo che applicano bene le politiche di rigore tese a ripagare i prestiti obbligazionari al tuo fondo pensione; se investono in stati del sud che si fanno strangolare senza protestare dalle politiche di aggiustamento strutturale per ripagare i crediti;

allora forse potrai avere qualche euro - che da quando ci sono i fondi ad oggi è stato complessivamente meno di quanto ha reso la rivalutazione prevista dalla legge per il TFR - per rimpolpare le pensioni da fame che le controriforme delle pensioni dagli anni 90 in poi fatte sia dal centrodestra che dal centrosinistra ti hanno destinato

Ma c'è un'alternativa: tieniti il tuo TFR, non farti adescare dai fondi pensione e battiti per una pensione pubblica a ripartizione che garantisca un livello di vita dignitoso, come quello degli ultimi anni lavorativi e con contributi figurativi per disoccupati e precari.

Fai saltare il banco! manda in fumo i loro giochi


  discussione chiusa  condividi pdf

 Rete 28 aprile    - 04-06-2007
La Segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha diffuso oggi il seguente comunicato.

“ La Segreteria nazionale della Fiom, dopo diffusi pronunciamenti delle Rsu delle principali aziende metalmeccaniche, ha deciso di assumere le indicazioni venute dai luoghi di lavoro e di proporre una vasta mobilitazione dei metalmeccanici sulle pensioni che sia parte di una mobilitazione più vasta di tutto il mondo del lavoro, fino allo sciopero generale.”

“ La Segreteria nazionale della Fiom ribadisce i punti fermi che devono emergere dal confronto sulle pensioni ed in particolare:

- l’aumento delle pensioni più basse;

- la separazione della previdenza dall’assistenza;

- l’abolizione dello “scalone Maroni” con il mantenimento del pensionamento volontario a 57 anni di età e 35 di contributi e con il ripristino del diritto al pensionamento immediato per le lavoratrici e i lavoratori che maturano 40 anni di contributi;

- il mantenimento degli attuali coefficienti per coloro che vanno in pensione con il sistema contributivo e il miglioramento di tale trattamento soprattutto per le lavoratrici e per i lavoratori più giovani e precari.”

“ La Segreteria della Fiom ritiene che tali posizioni vadano sostenute con la mobilitazione dei lavoratori anche per rispondere a una pressione evidente delle imprese, della finanza e dei poteri economici che puntano, invece, a ottenere dal Governo nuovi tagli del sistema pensionistico.”

“Sulla base di questi orientamenti, la Segreteria nazionale della Fiom invita le proprie strutture ad operare per favorire le iniziative di sciopero promosse dalle Rsu indicativamente tra il 13 e il 15 giugno e comunque in previsione dei prossimi incontri con il Governo, anche con iniziative esterne ai luoghi di lavoro, per rivendicare una politica pensionistica che non penalizzi più il lavoro dipendente e in particolare il lavoro industriale.”

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Roma, 1° giugno 2007


 Beppe Grillo    - 07-06-2007
Il Piave mormorò: “Non passa il fondo pensione. Difendi il tuo TFR”.

Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito.
Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri.
Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla. E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita.
Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito. Il TFR esiste dal 1982. Ha funzionato bene per 25 anni.
E’ pericoloso giocarsi la pensione alla roulette. Puntare sulle borse. Se uno è fortunato ci guadagna, ma se gli va male perde un pezzo di liquidazione.
Se un consulente finanziario concupisce il TFR, il vostro tesoretto, chiedetegli di ribadire a questi punti:
- nessun fondo pensione protegge dall’inflazione come il TFR, i vantaggi fiscali della previdenza integrativa sono divorati dai costi
- negli anni di vacche magre va in fumo gran parte della liquidazione
- se aderite alla previdenza integrativa vi legate le mani fino all’età della pensione
- il TFR è sicuro anche se l’azienda fallisce perché è garantito dall’Inps
- se siete licenziati lo incassate subito, il fondo pensione invece no.

La riforma del TFR è un esempio perfetto di legge bipartisan: Berlusconi l’ha creata e Prodi non ha cambiato una virgola.
C’è un libro che spiega come difendersi: è “La pensione tradita” di Beppe Scienza.
La lezione del libro è straordinaria: state fermi, rimanete dove siete, ogni piccolo movimento può essere usato contro di voi. Almeno non fateli godere.

 dal coordinamento nazionale RSU    - 07-06-2007
TFR Quando il fondo fa "crac"

Ad un mese dal 30 giugno, data entro la quale milioni di lavoratori dipendenti dovranno scegliere dove far maturare il trattamento di fine rapporto, destano preoccupazione i fallimenti di importanti fondi pensione. Ma la stampa non ne parla

"Scegliere oggi pensando al domani". I manifesti due metri per due campeggiano sui muri di tutte le città italiane e invitano i cittadini a riflettere sulla destinazione della propria liquidazione. Maialini salvadanaio, matite colorate, piantine verdi: è la campagna informativa promossa dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in collaborazione con l'Inps. Eppure qualcosa, nel meccanismo della riforma del Tfr entrata in vigore il primo gennaio scorso, si è incrinato. A livello onomatopeico, la grande crepa che si è aperta nel sistema dei fondi pensione ha il suono di un "crac". Un crac finanziario.
I fallimenti - La scelta sulla destinazione della propria liquidazione, la selezione del miglior fondo dove far maturare il proprio Tfr è diventata molto ardua, se è vero che negli ultimi mesi emergono dati allarmanti sui primi fallimenti dei fondi pensione privati. E sul fatto che la grande stampa non sembra dare rilevanza alla questione. In principio, come riporta il Sole 24 Ore, fu il Teatro Carlo Felice di Genova. Divenuto nel 1996 Fondazione di diritto privato, nel proprio Fondo di previdenza integrativa vedeva orbitare i risparmi di oltre 300 tra lavoratori attivi e pensionati. Nel maggio del 2004 il Fondo è andato in liquidazione, con un deficit di quasi 9 milioni di euro e tanti saluti. Il commissario liquidatore ha avviato una causa contro il Teatro, ed ha scoperto che l'insolvenza degli amministratori derivava dalla mancata corresponsione degli interessi di mercato su vent'anni di patrimonio del fondo (dal 1971 al 1991), quantificabili in 6 milioni di euro, e di parziali ed omessi versamenti del capitale di dotazione e relativi interessi, per un danno di 2 milioni di euro. Il Teatro non aveva predisposto un conto distinto dove versare i contributi dei lavoratori, né versato i propri, e si è tenuto i soldi che si accumulavano finanziandosi con questo patrimonio. Il passivo, al 2005, era schizzato a oltre 10 milioni di euro: si è salvato solo chi aveva riscattato il proprio capitale prima del 2002.

Una goccia in un mare? - Per una panoramica temporale più ampia, basterebbe citare il caso della Sicilcassa, che affondò alla fine degli anni '90 con 1.650 miliardi delle allora lire dei pensionati siciliani, ma naturalmente in questa sede rendiamo conto dei crac recenti, del dopo-tfr. Dal "piccolo" teatro di Genova si passa al più imponente dissesto del Fondo Pensione Cariplo. Un ammanco di bilancio per oltre 40 milioni di euro nella cassa Ibi, il fondo pensione degli ex dipendenti dell'Istituto Bancario Italiano, incorporato in Cariplo nel 1991, ed ora nel gruppo Intesa San Paolo. L'ammanco sarebbe superiore alla metà dell'intero patrimonio del fondo, a cui è iscritto oggi circa un migliaio di dipendenti del gruppo. Lo SLAI-Cobas denuncia un conflitto di interessi più che visibile: il dirigente responsabile dei fondi pensione di Intesa Cariplo, sino a poco tempo fa, era Alberto Brambillla, poi sottosegretario al ministero del lavoro con Maroni. Brambilla sarebbe tuttora nel "nucleo di valutazione della spesa previdenziale", l'organismo ministeriale che ha proposto di "diminuire del 10% l'importo delle pensioni Inps, perché sta aumentando l'aspettativa di vita", e fino a 6 mesi fa ne è stato presidente. Ma il conflitto di interessi non si ferma qui. Sempre i Cobas riportano: il ministro del lavoro Cesare Damiano, prima di assumere la poltrona, ha curato nel 2000 la costruzione del fondo pensione Cometa e ne ha assunto la presidenza. E consulente del ministro Damiano al ministero è Giovanni Pollastrini, esperto di previdenza integrativa e attualmente presidente del fondo FonTe (per i lavoratori del commercio), nonchè consigliere del fondo Priamo (per i trasporti pubblici) e commissario straordinario dell'Enasarco (fondo per gli agenti e rappresentanti del commercio). Il tutto mentre il "vigile" dei fondi pensione, Luigi Scimmia, presidente della Commissione di Vigilanza sui fondi pensione (COVIP), era presidente del fondo pensione BNL, che è ora in stato pre-fallimentare. Su questo, i Cobas hanno portato un esposto sul tavolo della magistratura di Milano.

Altrove - Usa, Gran Bretagna, Svizzera: la sorte dei fondi pensione del Teatro Felice e di Cariplo comincia ad accomunare l'Italia al resto del mondo. Negli Stati Uniti i fondi aziendali hanno registrato negli anni scorsi deficit pari a oltre 110 miliardi di dollari. Le stime riportano la firma della Pension Benefit Guarantee Corp, il COVIP americano. Numeri che negli anni si suppongono cresciuti, se si considera che i risparmi dei fondi pensione navigano in più di un terzo delle azioni di Wall Street. Nel paese della groviera, invece, il crac swissair ha bruciato 4, 3 milardi di franchi di risparmi. I fondi pensione e i risparmiatori che hanno sottoscritto o acquistato sul mercato le obbligazioni Swissair sono "smarriti, delusi e arrabbiati", come riportava il Corriere del Canton Ticino all'epoca del dissesto finanziario. Nel 2006 in Gran Bretagna i fondi di "private equity" hanno consentito l'acquisto di 1.535 società inglesi per 34 miliardi di sterline, portando il totale dei dipendenti delle società controllate a 2 milioni e 800mila, pari al 19% della forza lavoro delle aziende a capitale privato" di tutta la nazione. I fondi di private equity sono enormi fondi, spesso teatro di speculazione, in cui vengono inseriti, per oltre il 35% del capitale, i fondi pensione.

Manca un mese esatto al 30 giugno 2007, data entro la quale i lavoratori dipendenti dovranno presentare al proprio datore i moduli compilati con la scelta della destinazione del tfr: "scegliere oggi pensando al domani". Ma molti cittadini dovranno valutare se i propri risparmi ci saranno ancora, un domani.


Jacopo Matano