Collegio Docenti Liceo Pacinotti - 26-02-2005
Per la difesa della Scuola Media Superiore Pubblica
e per l’abrogazione della Legge 53
Il Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale “Antonio Pacinotti” di Cagliari,
riunito in seduta straordinaria venerdì 25 febbraio 2005,
DENUNCIA
il processo di destrutturazione del sistema scolastico pubblico, aperto a tutti e ricco di saperi, che interessa anche il complesso dell’Istruzione Secondaria Superiore.
In particolare la Legge 53, come dimostra la bozza dei decreti attuativi specifici, prevede:
• la divisione del sistema scolastico e formativo in due canali. Quello liceale , di competenza dello Stato, sostanzialmente finalizzato al proseguimento degli studi universitari. Quello tecnico-professionale, gestito dalle regioni, di durata inferiore, appiattito sulla “formazione professionale” e orientato all’inserimento precoce nel mondo del lavoro;
• una forte riduzione del tempo scuola (25-27 ore settimanali erogate) con gravi conseguenze quantitative e qualitative sul servizio fornito e sugli organici dei docenti;
• un Terzo canale formativo, mascherato dall’alternanza scuola/lavoro (altro decreto);
• la distinzione tra ore obbligatorie e ore facoltative;
• il ridimensionamento dei curricola nazionali (ogni scuola, in nome dell’autonomia, può inventarsi nel monte ore opzionale i percorsi curriculari che desidera);
• privatizzazione dei percorsi curriculari opzionali;
• diminuzione, nei curricula, delle discipline di indirizzo per oltre la metà del monte ore precedente.
Ne consegue un generale impoverimento della scuola.
Si dequalifica il livello culturale e formativo dell’Istruzione Tecnico-Professionale disperdendone il patrimonio specifico che ha rappresentato, nel sistema scolastico italiano, un momento fondamentale per la crescita della scolarizzazione e l’innalzamento della formazione culturale degli studenti.
Si introduce, anche nei Licei, la riduzione del tempo scuola a quattro anni per chi non si iscrive all’Università e si determina una progressiva irregolarità dei curricula.
Si tratta di un’impostazione classista della scuola italiana che consentirà, nella pratica, l’accesso all’Università per una parte degli studenti liceali, determinerà l’eliminazione del valore legale del titolo di studio e ridurrà il valore complessivo della Scuola Superiore Pubblica al fine di favorire la privatizzazione di alcuni percorsi relativi alle discipline facoltative.
Quest’operazione, cosiddetta “riformatrice” che avviene in un contesto generale di tagli e di precarizzazione del lavoro presente e futuro e che ha come assunto l’idea della competizione come idea del mondo, è sostenuta e anticipata da una serie di interventi già in atto, quali:
• la saturazione degli organici a 18 ore con il conseguente stravolgimento delle cattedre e della continuità didattica e la scomparsa di docenti a disposizione, indispensabili per garantire le supplenze brevi;
• l’abolizione dell’obbligo scolastico, il passaggio al diritto-dovere e l’anticipo dell’età alla quale lo studente è obbligato a scegliere l’articolazione del proprio percorso scolastico;
• la possibilità di esternalizzare, e quindi affidare a privati, servizi scolastici sia funzionali alla didattica (pulizie, segreterie, ecc.) sia d’insegnamento;
• l’ulteriore consistente riduzione degli organici
PERTANTO.......
e per l’abrogazione della Legge 53
Il Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale “Antonio Pacinotti” di Cagliari,
riunito in seduta straordinaria venerdì 25 febbraio 2005,
DENUNCIA
il processo di destrutturazione del sistema scolastico pubblico, aperto a tutti e ricco di saperi, che interessa anche il complesso dell’Istruzione Secondaria Superiore.
In particolare la Legge 53, come dimostra la bozza dei decreti attuativi specifici, prevede:
• la divisione del sistema scolastico e formativo in due canali. Quello liceale , di competenza dello Stato, sostanzialmente finalizzato al proseguimento degli studi universitari. Quello tecnico-professionale, gestito dalle regioni, di durata inferiore, appiattito sulla “formazione professionale” e orientato all’inserimento precoce nel mondo del lavoro;
• una forte riduzione del tempo scuola (25-27 ore settimanali erogate) con gravi conseguenze quantitative e qualitative sul servizio fornito e sugli organici dei docenti;
• un Terzo canale formativo, mascherato dall’alternanza scuola/lavoro (altro decreto);
• la distinzione tra ore obbligatorie e ore facoltative;
• il ridimensionamento dei curricola nazionali (ogni scuola, in nome dell’autonomia, può inventarsi nel monte ore opzionale i percorsi curriculari che desidera);
• privatizzazione dei percorsi curriculari opzionali;
• diminuzione, nei curricula, delle discipline di indirizzo per oltre la metà del monte ore precedente.
Ne consegue un generale impoverimento della scuola.
Si dequalifica il livello culturale e formativo dell’Istruzione Tecnico-Professionale disperdendone il patrimonio specifico che ha rappresentato, nel sistema scolastico italiano, un momento fondamentale per la crescita della scolarizzazione e l’innalzamento della formazione culturale degli studenti.
Si introduce, anche nei Licei, la riduzione del tempo scuola a quattro anni per chi non si iscrive all’Università e si determina una progressiva irregolarità dei curricula.
Si tratta di un’impostazione classista della scuola italiana che consentirà, nella pratica, l’accesso all’Università per una parte degli studenti liceali, determinerà l’eliminazione del valore legale del titolo di studio e ridurrà il valore complessivo della Scuola Superiore Pubblica al fine di favorire la privatizzazione di alcuni percorsi relativi alle discipline facoltative.
Quest’operazione, cosiddetta “riformatrice” che avviene in un contesto generale di tagli e di precarizzazione del lavoro presente e futuro e che ha come assunto l’idea della competizione come idea del mondo, è sostenuta e anticipata da una serie di interventi già in atto, quali:
• la saturazione degli organici a 18 ore con il conseguente stravolgimento delle cattedre e della continuità didattica e la scomparsa di docenti a disposizione, indispensabili per garantire le supplenze brevi;
• l’abolizione dell’obbligo scolastico, il passaggio al diritto-dovere e l’anticipo dell’età alla quale lo studente è obbligato a scegliere l’articolazione del proprio percorso scolastico;
• la possibilità di esternalizzare, e quindi affidare a privati, servizi scolastici sia funzionali alla didattica (pulizie, segreterie, ecc.) sia d’insegnamento;
• l’ulteriore consistente riduzione degli organici
PERTANTO.......
leggi (2 commento/i)