Roger Abravanel, le fusa e la puzzetta sotto il naso
Vincenzo Pascuzzi - 27-12-2012
Nei fatti concreti e nei propositi del Miur, la c.d. meritocrazia non è altro che "la meritocrazia dei test e quindi dell'Invalsi". Cioè parte di una strategia utile per giustificare poi i tagli, stilare classifiche, auto-assolversi e colpevolizzare altri invece di stimolare, sostenere, potenziare. Infatti "merito" e "meritocrazia" sono termini positivi, suggestivi, che inducono approvazione. Chi potrebbe dire NO al merito od opporsi ad esso oppure contrastare la meritocrazia? Invece nei fatti si intende tutt'altro. È stato abilmente introdotto un equivoco, un inganno dialettico-mediastico, un trucco ai confini della truffa. L'uso dei termini "merito" e "meritocrazia" ha, di per sé, una finalità politica incistata e subdola ... La finalità è proprio quella di agevolare, forzare, giustificare certe scelte politiche. Da qui la necessità di testimoniare questo scambio astuto di significati e anche di cercare di sostituire i termini farlocchi di "merito" e "meritocrazia" con termini più appropriati, corrispondenti ai fatti concreti, come potrebbero essere "quiz" e "quiz-crazia"!