La norma salvasupplenti
Ioannis Lioumis - 08-12-2006
I componenti di maggioranza della VII Commissione cultura del Senato, hanno presentato alla V Commissione bilancio del Senato una serie di emendamenti al testo del DDL Finanziaria 2007.
Tra questi quello definito da "La Repubblica" come la norma "salvasupplenti": le graduatorie permanenti non saranno più cancellate nel giro di 3 anni, ma congelate (diventano ad esaurimento) in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa.
Resta il fatto che l'emendamento deve essere ancora approvato dall'assemblea e il buon lavoro e la buona volontà da parte di alcuni parlamentari di rifondazione comunista, non bastano per tranquillizzarci del tutto (ricordiamo ciò che è successo il 19 Novembre), anche se questa volta l'emendamento è stato presentato dal Governo e non solo da un gruppo di Senatori della maggioranza.
Personalmente sono più che sicuro che così com'è stato formulato questo nuovo emendamento passerà, perché (a differenza di quello precedente, il 66.28, escluso poi dal Maxiemendamento votato alla Camera) non sembra essere legato ad un problema di copertura finanziaria.
In poche parole il nuovo non modifica il testo originario della legge che parla di assunzioni "per complessive 150mila unità", mentre l'emendamento 66.28 eliminava il tetto dando la possibilità di effettuare assunzioni per almeno 150.000 unità" e comunque "fino alla copertura di tutti i posti vacanti e disponibili".
E questo era un motivo più che valido per poter essere scartato da parte del Ministro Padoa Schioppa.
Non ripresentare l'emendamento 66.28 alla V Commisione permanente bensì un altro, apparentemente simile, ma sostanzialmente molto diverso, sembra essere un contentino per i piccoli partiti dell'Unione più che per i precari.
Certamente rimane aperta la partita sulle modalità complessive di una futura riforma dei meccanismi di formazione e di reclutamento, inaugurando così una nuova stagione di paura (tra i precari) e di scommesse (tra gli esperti) su chi si esaurirà per primo: la graduatoria permanente oppure il sistema nervoso dei precari?
Sono d'accordo con Alba Sasso quando dice "è una soluzione che fa salvi i diritti acquisiti e contemporaneamente tutela i diritti di chi è in procinto di conseguire l'abilitazione all'insegnamento".
Vorrei sapere però da chi erano minacciati questi diritti acquisiti?
Prima di questa finanziaria non si poneva neppure il problema, anzi.
Non si poteva neanche immaginare tanta perversa fantasia.
Non è che sia stato tutto costruito ad arte dall'attuale governo per
. non affrontare i veri problemi della scuola e soprattutto quelli dei precari (ultimamente molto attenti, informati e troppo esigenti, nonostante siano di risulta)?
. ignorare la complessità delle situazioni, intervenendo con dei tagli drastici (forse più del governo precedente) sebbene questi metodi vengano sempre propagandati come scientifici o meglio di razionalizzazione?

Tra le cose in più che sicuramente avremo da questa finanziaria ci sono:

1) i 40.000-50.000 posti in meno, dovuti
. all'aumento medio dello 0,4 del rapporto alunni/classi
. alle promozioni facili
. alla riduzione di orario delle lezioni negli istituti professionali
. alla perdita di 12 mila posti di insegnante di lingua straniera alla
scuola primaria
2) 150.000.000 di euro in meno per la scuola

Tra le cose in meno figurano

1) i 100.000.000 di euro in più stanziati per le scuole paritarie

Ora per quanto riguarda le famose 150.000 immissioni in ruolo che hanno addormentato i sensi di molti precari, soprattutto storici, e rischiano di addormentare anche le loro coscienze, queste sono sempre legate al parere favorevole del Ministro dell' Economia Schioppa.
Cioè non sono altro che un piano pluriennale di assunzioni, come quello del precedente governo, mai attuato.
Facendo poi i calcoli e supponendo che vadano in pensione 90.000 insegnanti in 3 anni, questi sommati ai 60.000 posti vacanti ad oggi, fanno pensare giustamente ai 150.000 posti da coprire complessivamente.
Peccato però che a queste 150.000 dobbiamo togliere i 50.000 dovuti alla razionalizzazione (vedi punto 1 precedente) portando il numero di cattedre vacanti a 100.000.
Se poi si pensa che per legge (voluta appoggiata e difesa a spada tratta da quasi tutti i sindacati) il 50% dei posti, cioè la metà, sarà accantonato per la mobilità professionale (passaggi di cattedra e di ruolo) e la mobilità interprovinciale (trasferimenti da una provincia ad un'altra) .....rimane ben poco da coprire per i precari.
Ecco perchè bisogna firmare la petizione on line del Cipmo e partecipare tutti allo sciopero (quasi) unitario del 7 Dicembre indetto dalla Gilda lo Snals e i Cobas.

Ioannis Lioumis
Modena


P.S: spero di essere smentito dai fatti

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Redazione    - 08-12-2006
Riceviamo - dal Coordinamento Precari di Venezia - e pubblichiamo Red.

Emendamenti verso la fiducia.

Sembra ormai scontato che anche al Senato si ripeta quanto successo alla Camera per l'approvazione del testo della Finanziaria 2007. La V commissione non riuscirà infatti ad esaminare tutti gli articoli ed i relativi emendamenti in questa settimana (attualmente si vota sull'art. 3); quindi non le resterà altro che rinviare all'Aula l'esame delle restanti modifiche (in pratica quelle sulla stragrande maggioranza degli articoli e commi). In Aula sarà quindi presentato un altro maxi-emendamento governativo che raccoglierà tutte le proposte di modifica presentate o appoggiate dallo stesso governo (che nella riunione del CdM del 12/12 dovrebbe deliberare il passaggio al voto di fiducia), per consentire la conclusione del secondo passaggio parlamentare per il 15 dicembre e l'esame conclusivo alla Camera nella settimana successiva. In tale iter, l'emendamento 18.75 sarà sicuramente incluso nel megacorrettivo da sottoporre al voto di fiducia dei senatori a metà mese.

Noi attendiamo ancora chiarimenti sul successivo funzionamento delle graduatorie ad esaurimento, con, in primo piano, le modalità e le cadenze per l'aggiornamento del punteggio degli iscritti.

Coordinamento Precari di Venezia

 sandra    - 08-12-2006
Lo sciopero (non) unitario del 7 è passato, ma qualcosa rimane ancora da fare:
Questo:
PRIMA DI TUTTO LA SCUOLA PUBBLICA: MOBILITAZIONE UNITARIA PER CAMBIARE LA FINANZIARIA
Gli appuntamenti:
11 dicembre ore 11,00-13,00
Manifestazione davanti al Ministero della Pubblica Istruzione del personale precario docente.

12 dicembre ore 11,00-13,00
Sit in di protesta davanti al Ministero della Pubblica Istruzione del personale Ata.

14 dicembre
Sciopero di tutti i lavoratori della scuola alla prima ora delle attività di lezione o di servizio (ultima ora in caso di turno pomeridiano).
Sciopero dell’intera giornata dei Presidi incaricati e sit in davanti al Senato (inizio ore 11,00) e, successivamente, davanti al Ministero della Pubblica Istruzione.

17 dicembre
Manifestazione nazionale, ore 10,00 corteo da Piazza della Bocca della Verità.

Roma, 8 dicembre 2006

Qui i links alle singole iniziative

http://www.flcgil.it/notizie/news/2006/dicembre/prima_di_tutto_la_scuola_pubblica_mobilitazione_unitaria_per_cambiare_la_finanziaria

 dal Manifesto    - 09-12-2006
Sciopero della scuola, a macchia di leopardo

Cobas, Gilda e Snals raccolgono il 30-35% di adesioni. Manifestazione davanti al Senato. Primi risultati delle elezioni Rsu, Cgil in testa

Un'altra fetta di consenso che si allontana dalle politiche del governo. Una parte importante del mondo della scuola si è ieri fermato per uno sciopero nazionale contro la finanziaria. Protagonisti della protesta due sindacati «autonomi» e un po' corporativi, come il vecchio Snals e la più giovane Gilda; nonché i Cobas, sindacato di base noto alle cronache per la sua capacità di prendere posizioni «scomode» e relativamente indifferenti al colore del governo che si trova davanti.
La differente impostazione politica dei tre sindacati si riflette anche sulla piattaforma con cui hanno chiamato alla mobilitazione. Mentre per lo Snals si è voluto esprimere un forte dissenso per la mancata risoluzione di «questioni prioritarie» come «il rinnovo del contratto e il precariato», i Cobas elencano - oltre a queste due - un più vasto numero di ragioni. Nel dettaglio, i tagli previsti dalla finanziaria al mondo della scuola preludono alla soppressione «di migliaia di classi e 50mila posti di lavoro», mentre si alzano «i finanziamenti alla scuola privata a 150 milioni».. Si chiede inoltre l'abolizione della «riforma Moratti» e la restituzione del diritto di assemblea». Insufficiente, infine, anche la salvaguardia (sul filo di lana) delle «graduatorie permanenti» dei supplenti storici, «visto che il governo vuole arrivare all'assunzione diretta del personale da parte dei capi d'istituto» (come 40 anni fa).
Critiche sono state rivolte ai sindacati confederali, che hanno disertato questa scadenza - con la finanziaria ancora «aperta» e suscettibile di modifiche - per proclamarne un'altra, giudicata «inutile e tardiva», per il 14 dicembre (quando il testo sarà di fatto «blindato»).
Difficile quantificare l'adesione allo sciopero, vista la presenza «a macchia di leopardo» dei tre sindacati nei vari istituti e la non convocazione di manifestazioni nazionali o locali. I Cobas parlano di percentuali vicine al 30-35%, che rappresenterebbero comunque un «successo se si tiene conto dell'altro sciopero, generale, effettuato appena venti giorni fa, il 17 novembre».
Una sola manifestazione si è svolta a Roma, in piazza Navona, in prossimità dell'ingresso del Senato, dove nel frattempo si andava discutendo la legge finanziaria. Una delegazione dei Cobas ha incontrato alcuni senatori di Rifondazione, Comunisti italiani e Verdi, spiegando le ragioni della protesta e illustrando le richieste di modifica sui punti riguardanti il mondo della scuola. Un argomento che sarebbe stato in altri momenti decisivo, visto che - come tutti sanno - «i docenti sono la categoria che più ha votato per il centrosinistra»). Ma che ora non sembra capace di smuovere la maggioranza, incastrata tra spinte contrastanti e sotto la pressione - giudicata evidentemente più importante - di Confindustria e della Commissione europea.
Straniante, intanto, l'unica risposta ufficiale arrivata dal governo, tramite il ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, secondo cui «oggi non può esserci nessuna rivendicazione sindacale che non metta al primo posto lo sforzo dei docenti contro la violenza e il bullismo». Il suo collega Di Pietro avrebbe commentato che c'azzecca?». Le elezioni per le Rsu, infine, stanno cominciando a dare i primi risultati. E la Cgil comunica che «su circa il 20% di scuole scrutinate» la Flc-Cgil «supera il 33%, confermandosi il primo sindacato nella categoria». Mentre sarebbero in calo i promotori dello sciopero di ieri.

Francesco Piccioni

 l'Unità    - 09-12-2006
Fioroni: «I precari? Non sono parcheggiatori abusivi».

COSA FARE degli insegnanti precari? Un piccolo esercito, dice l’ultimo numero dei «Quaderni» dell’Associazione Treellle intitolato appunto Oltre il precariato, «242mila insegnanti precari abilitati, demotivati da un precariato di lunga durata (l'età media è di 39 anni). Li seguono altri 90 mila aspiranti che entreranno a breve in quella stessa graduatoria. Un fiume in piena che preme per essere reclutato e, in assenza di una soluzione incentrata sulla qualità e di una formazione adeguata, ipotecano la qualità della nostra scuola». Una denuncia forte, scandita l’altro giorno a Roma di fronte al presidente dell’associazione Attilio Oliva e al ministro Fioroni. A spaventare l’associazione è soprattutto che il tutto possa risolversi con «29 provvedimenti di sanatoria ope legis negli ultimi 50 anni».

Il ministro ha raccolto, e ha risposto. Primo, difendendo i 150mila precari che verranno immessi in ruolo in 3 anni: «I precari - ha detto - sono professionisti con tutte le carte in regola. Lavorano uotidianamente da 7-8 anni ma anche da 11 con i nostri figli. Non stiamo sanando un gruppo di parcheggiatori abusivi, si tratta di riconoscere dei diritti».

Ma Treellle chiede appunto il superamento del «reclutamento da concorso», magari con un meccanismo di «chiamata» direttamente da parte degli istituti. Il ministro però ha ribadito come nello Stato si entra per concorso, concedendo però che tutta la questione del reclutamento è oggetto di studio e presto cambierà.