La scuola che vogliamo: statale e pluralista, laica e democratica, aperta a tutti ed obbligatoria fino a 18 anni: la scuola della Costituzione.
La scuola che non vogliamo: la scuola -azienda e subalterna al mercato, regionalizzata e governata da Ministri ed esecutivi, gerarchizzata e discriminatoria: la scuola della Moratti.
1. Prima di tutto: abrogare le leggi Moratti.
La scuola è stato un terreno di maggiore impegno del governo delle destre; difatti il modello di società classista perseguito dalle destre individua nell'istruzione uno dei punti centrali di intervento; la scuola deve essere funzionale alle regole di una società classista e quindi deve proporre percorsi formativi differenziati a seconda delle appartenenze sociali ed essere finalizzata alla riproduzione dei ruoli sociali e delle differenze classiste esistenti nella società.
In questo senso le leggi Moratti (legge e decreti attuativi) sono coerenti e propongono un sistema scolastico sotto ogni profilo funzionale ad un modello di società neo-liberista che accentua le disuguaglianze e le iniziative sociali.
Già sin dalla scuola dell'infanzia si introduce l'idea di una scuola "familistica" che sia proiezione delle condizioni sociali delle famiglie; tale stessa impostazione si ritrova nei successivi decreti applicativi della legge di delega e, da ultimo, nello schema per il secondo ciclo: l'anticipo, gli insegnamenti facoltativi, la sostituzione dell'obbligo scolastico con un concetto individualistico di diritto-dovere all'istruzione o alla formazione professionale ed ora il sistema "duale" di scuola e formazione professionale, previsto peraltro a 14 anni, sono tutti aspetti di una scuola volta a riprodurre le differenze sociali esistenti nella società; non una scuola che, almeno nella formazione culturale, crei condizioni di uguaglianza per garantire a tutti un pieno diritto di cittadinanza, ma una scuola che discrimina e prefigura già i futuri ruoli sociali; la negazione della funzione istituzionale che la Costituzione assegna alla scuola statale.
Il punto di partenza per una politica scolastica alternativa a quella dell'attuale governo deve essere chiaro; la manifestazione nazionale del 14 maggio scorso, le numerose iniziative sviluppatesi in questi anni in molte città l'hanno affermato con chiarezza: le leggi Moratti devono essere abrogate.
Ora spetta alle forze politiche dell'Unione assumere un impegno chiaro: una legge di un articolo unico che affermi: "
La legge n. 53/03 ed i decreti attuativi sono abrogati".
2. Per abrogare le leggi Moratti è necessario ora contrastarne l'applicazione.
Ma la parola d'ordine "abroghiamo le leggi Moratti" , per essere credibile, deve tradursi in azione concreta per contrastare
oggi, nelle realtà scolastiche, le leggi della Moratti nella prospettiva della loro abrogazione.
E' necessario quindi organizzare nelle scuole tutte le più opportune forme di contestazione dei modelli didattici che la Moratti tende ad imporre (tutor, portfolio, prove INVALSI, ecc.) ed evitare sperimentazioni come quelle concordate tra Ministero e Regioni (anche di centro-sinistra) che si collocano oggettivamente nelle scelte della politica scolastica della Moratti e che comunque ad esse sono subordinate.
L'abrogazione delle leggi Moratti, richiede già sin da ora la contestazione della loro applicazione.
3. L'impegno delle Regioni di centro-sinistra
Nella prospettiva dell'abrogazione delle leggi Moratti le Regioni possono e devono dare un segno concreto; devono difatti impegnarsi per garantire la scuola per tutti e quindi non prestarsi attraverso forme subalterne di sistemi integrati e di sperimentazioni, in accordo con il Ministero, avviare di fatto la politica del "doppio canale".
Se l'obiettivo deve essere "tutti a scuola fino a 18 anni", è necessario che il sistema scolastico statale garantisca l'istruzione scolastica per tutti, ivi compresa l'istruzione professionale; l'istruzione e formazione professionale di competenza delle Regioni che è "altro" rispetto all'istruzione scolastica, deve quindi trovare una collocazione post-scolastica.
4. Per una proposta alternativa e condivisa.
Ma la contestazione delle leggi Moratti non è sufficiente; è necessario, partendo dalle esperienze di questi mesi di forte impegno a livello di scuole, costruire dal basso una proposta alternativa alla politica del centro-destra, che sia però largamente condivisa.
E' auspicabile pertanto che le reti delle scuole costituitesi nelle diverse città italiane insieme alle forze politiche ed all'associazionismo, promuovano sedi di confronto a livello locale per realizzare momenti di riflessione, ai diversi livelli, e formulino proposte specifiche partecipando in tale modo alla elaborazione di una politica scolastica coerente con la funzione che la Costituzione assegna alla scuola statale.
La scuola italiana ha bisogno di riforme, di risorse finanziarie, ma ha soprattutto bisogno di un progetto culturale coerente con la funzione che la scuola deve svolgere nella realtà di oggi per creare condizioni di uguaglianza e di giustizia sociale.
A tale fine è necessario ripensare tutta la politica scolastica di questi ultimi anni, anche del Governo di centro-sinistra, senza posizioni aprioristiche, ma muovendo dall'idea di una scuola che deve essere veramente di tutti e per tutti: una scuola pluralista e statale, democratica e laica veramente autonoma da tutti gli esecutivi e da logiche di mercato, aperta a tutti ed obbligatoria fino a 18 anni e che possa disporre di tutte le risorse finanziarie pubbliche disponibili, come afferma la Costituzione.
Si tratta quindi di avviare un percorso capace di coinvolgere tutti per costruire tutti insieme una proposta alternativa alla politica scolastica delle destre.
5. Un'assemblea nazionale per il 25 settembre
Proponiamo sin da ora un incontro nazionale per il 25 settembre, eventualmente a Firenze; dobbiamo però lavorare sin da ora tutti insieme, utilizzando le reti ed i siti disponibili e socializzando tutte le riflessioni e proposte; si tratta difatti di individuare sin da ora dei punti tematici da approfondire anche con ipotesi di proposte.
In questo senso alleghiamo già sin da ora un'
ipotesi di disegno di legge come primo contributo per una politica scolastica alternativa.
Per preparare questa scadenza è però necessario l'impegno di tutti ed in primo luogo, per quanto ci riguarda, di tutte le realtà che esistono in Toscana e che si sono impegnate nella contestazione delle leggi Moratti.
Il Comitato di Firenze "Fermiamo la Moratti" ha quindi ritenuto di organizzare
per il giorno 18 giugno alle ore 10 a Firenze (le prossime riunioni possono essere organizzate in altre sedi della Regione) presso la sede dell'ARCI (P.zza dei Ciompi n. 11), con prosecuzione nel pomeriggio per concludere verso le ore 17.00, un primo incontro a livello regionale ( ma ovviamente aperto anche a realtà non toscane); in linea di massima si dovrebbero discutere i seguenti punti:
1) abrogazione delle leggi Moratti: proposte ed iniziative;
2) autonomia e democrazia scolastica;
3) la politica scolastica della Regione Toscana
Vi preghiamo di garantire la presenza e di invitare quanti possono essere interessati.
Il Comitato di Firenze
"FERMIAMO LA MORATTI"
*Aderiscono al Comitato "fermiamo la Moratti":
Genitori ReteScuole area fiorentina, Coordinamento genitori ed insegnanti di Firenze, Coordinamento genitori del Mugello, Comitato del Circolo Didattico n. 14, Coordinamento genitori di Greve in Chianti, Coordinamento genitori di Bagno a Ripoli,Comitato della Piana (Coo.to gen. Ins. Di Sesto F.no, Coo. Gen. Di Calenzano, Gruppo ins. Di Calenzano, Gruppo ins. E gen. Di Campi B.), Comitato Genitori Circolo Didattico Figline V.no, Coo.to Genitori Democratici (C.G.D.), ARCI-Firenze, Laboratorio per la democrazia, CGIL Scuola, COBAS Scuola, CUB Scuola, SNUR-CGIL, MCE, CIDI - Firenze, MIIP (Mov.to Inter.le Ins. Precari),Democratici di Sinistra, Italia dei Valori, PdCI, Partito della Rifondazione Comunista, VERDI, FGCI (fed Giov.le Comunista) di Firenze, Rivista "Ecole", Ass. studenti medi "Penna rossa", Sinistra universitaria, Ass. Univ. CONTROCORRENTE, Collettivo NOSMET, Ass. Aprile, La scuola in lutto, Legambiente, Scuola e Formazione, Comitato "Per la Scuola della Repubblica", Girotondi per Firenze.