Maurizio Tiriticco - 28-05-2005 |
Le competenze son tornate, ma ora il gioco si fa serio Chebellochebellochebelloooo!!!! Il mago Casanova nel giro di una notte, quella che ha preceduto il magico rito del Consiglio dei Ministri, ha tirato fuori dal suo cappello quelle competenze che aveva cassato dallo schema di decreto sul secondo ciclo! Ma le capacità sono rimaste! La classica botta al cerchio e una alla botte! Mah! Fossero solo questi i problemi che ci attendono! La parola tocca ora alle commissioni parlamentari e, soprattutto, alla Conferenza unificata! Quali posizioni assumeranno gli esperti scuola della maggioranza? Quali le Regioni? Ed ancora… che cosa faranno le autonomie, quelle degli enti locali in ordine alle competenze che hanno di programmazione educativa sul territorio, e quelle delle istituzioni scolastiche che dovranno tradurre in curricoli operativi sia le Indicazioni nazionali (ancora non c’è traccia degli allegati!) che i quadri orari (quali altre modifiche avranno subito nel corso della notte di Valpurga?)? Per non dire del silenzio – in una simile atmosfera c’è anche la notte dei misteri!!! – che ancora avvolge l’istruzione professionale di Stato! E’ veramente strabiliante!!! Dall’ottobre del 2001, quando fu varato il Titolo V che attribuiva alle Regioni la legislazione esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale, fino ad oggi sono passati più di tre anni tre!!! Nessuno si è assunta la responsabilità di concretizzare quel dispositivo costituzionale! Il fatto che l’Istruzione professionale e i suoi operatori non sappiano nulla del loro destino, a meno che non debbano essere loro stessi a deciderlo (sic?), il fatto che l’Istruzione tecnica vagoli tra licealizzazione e nonsisaccheccosa, stando a quadri orario che sanno più di fantasioso che di curricolare, il fatto che migliaia di ragazzi fuggano verso i licei, fino a ieri schifati ed oggi percepiti come un’àncora di salvezza, ed altri mille fatti ancora sono tutte cose di cui la nostra amministrazione non sembra assolutamente né preoccupata né coinvolta! Non so se la barca sia destinata ineluttabilmente all’autoaffondamento… ma io sono un inguaribile ottimista… e forse ci sarebbe ancora il tempo per… Vogliamo far nostro l’appello di Ciampi? O quello di Montezemolo? Ovviamente, senza nulla cedere a compromessi che siano dettati dal… buon senso! Penso che su almeno due questioni si può ancora tentare di incrinare la cortina di ferro che il nostro ministro ha innalzato a difesa della Sua Scuola! Prima questione – Sulla paccottiglia delle Indicazioni nazionali, quelle transitorie del primo ciclo e quelle altrettanto transitorie del secondo, sarà opportuno e legittimo discutere? Sarà possibile nominare con un pubblico decreto una commissione con tanto di nome e cognome, che rappresenti più istanze culturali e che soprattutto “mastichi” qualcosa di curricoli, finalità, obiettivi, contenuti, tempi, risorse e tutto ciò che costituisce il necessario corredo per dare alle scuole autonome Indicazioni vere per operare, e non una brutta copia dei programmi di un tempo? Seconda questione – Sui quadri orario sarà possibile discutere seriamente? Qualche anno fa fummo tutti impegnati in una ricerca che andava in due direzioni: a) estrapolare dalle discipline nuclei ed obiettivi fondanti in ordine alle necessità dell’apprendimento, oggi, in un mondo in cui le conoscenze aumentano giorno dopo giorno; b) ricercare aggregazioni pluridisciplinari e modulari, stante il fatto che gli statuti stessi delle singole discipline sono tutti sottoposti ad un logoramento che data ormai da qualche decennio e che non può non avere ricadute anche sui processi dell’insegnare e dell’apprendere. Di queste due variabili nei quadri orario non c’è traccia! La tipologia adottata è quella di sempre! Sarebbe allora opportuno muoversi in due direzioni: a) una riduzione del tempo-lezione degli studenti del secondo ciclo, che non necessariamente debba essere una riduzione del tempo scuola; b) una utilizzazione più intelligente e produttiva degli insegnanti, ai quali competerebbe il compito di utilizzare le ore residue dal vis a vis con gli studenti per organizzare moduli, intergruppi di studenti, attività laboratoriali, attività di sostegno e, perché no? di promozione dei talenti. Sono due questioni, quella delle Indicazioni (ed Osa correlati, ovviamente) e quella degli orari, sulle quali non occorre perdere tempo! E’ assolutamente necessario che su queste si apra un tavolo di elaborazione e di proposta, ed al più presto! L’iniziativa è delle scuole, dei sindacati, delle associazioni, delle forze politiche e sociali! Le questioni organizzative terminali, di impatto con la realtà, di risposta concreta alle esigenze ed alle attese degli studenti, altrettanto cruciali, in ordine alle concrete attivazioni di percorsi integrati e modulari, all’organizzazione dei Campus, alla realizzazione della alternanza, sono di competenza delle istituzioni scolastiche e formative, che si avvarranno del sostegno degli enti locali e delle attività produttive del territorio. Ma, mi domando… sarà possibile sfondare il bunker dei pensatori anonimi del Miur e portarvi un po’ di aria nuova e fresca… sempre che il caldo che i meteorologi minacciano ci dia un po’ di tregua? |
Gianni Merghetti - 28-05-2005 |
Non c’è nulla di nuovo oggi nel cielo, anche se il governo ha dato il via all’ultima tappa della riforma Moratti. Quello che si temeva è accaduto; al posto di portare a compimento quanto aveva promesso, ovvero un sistema scolastico con due percorsi entrambi di qualità, uno liceale e l’altro di istruzione e formazione professionale, il ministro ha licealizzato la scuola italiana, relegando ad un ruolo secondario l’istruzione e formazione professionale, che diventerà di fatto la strada di chi non riesce a frequentare un liceo. Come per il Milan, a pochi passi dal traguardo svanisce una grande occasione, quella di avere una scuola in cui ogni studente possa trovare un percorso che promuova le sue capacità. Questa sta ormai diventando una riforma-gambero, dopo aver posto tante condizioni positive al posto di progredire si sta andando all’indietro e a farne le spese saranno i giovani i quali vedranno tradite le loro aspettative di una scuola che li valorizzi. Il resto è del tutto superfluo, perché un vestito stretto anche se sfarzoso rimane non adatto, ed è questa la riforma della scuola una riforma che va contro i giovani, a meno che nel tempo che rimane prima di redigere la stesura definitiva si effettuino le correzioni utili a disegnare un sistema scolastico in cui i licei e i percorsi di istruzione e formazione professionale diventino entrambi di qualità. |
Vincenzo Viola - 28-05-2005 |
Care compagne e cari compagni, nelle prossime ore giungerà nelle vostre scuole la convocazione per una assemblea sindacale territoriale in orario di lavoro. L'evento straordinario è determinato dalla necessità di dare una risposta forte e visibile all'approvazione, avvenuta il 27 maggio scorso, dello schema di decreto sulla secondaria superiore ad opera del Consiglio dei Ministri. Le ragioni della nostra ferma opposizione alla "riforma" Moratti sono note, ma è a questo punto necessario che la risposta sia data da tutti i lavoratori, dalle scuole, dagli studenti, dai genitori, dalla società civile. Abbiamo convocato una ASSEMBLEA SINDACALE IN ORARIO DI LAVORO PER LUNEDI' 6 GIUGNO DALLE 10,30 ALLE 14,30 IN PIAZZA SAN BABILA - MILANO L'assemblea territoriale provinciale è espressamente prevista dal contratto regionale sui diritti sindacali stipulato in Lombardia nel 2004. Svolgeremo in piazza l'assemblea, alternando interventi a performance artistiche e musicali, con lo scopo di rendere pubblico il dissenso della scuola milanese sulla politica scolastica del governo, per impegnare gli enti locali territoriali (comuni, provincia e regione) a rappresentare, in tutte le istanze istituzionali, il malessere della scuola milanese per l'incredibile e farsesco epilogo nel quale precipita il destino del sistema nazionale d'istruzione per effetto di una "riforma" che taglia tempo scuola e organici, che azzera il rapporto tra Scuola e Costituzione. La comunicazione ufficiale di convocazione dell'assemblea partirà lunedì 30 maggio e pertanto vi chiediamo di verificare che sia fatta immediata circolare per informare i lavoratori in tempo utile e perché analoga informazione giunga alle famiglie. Le quattro ore richieste per l'assemblea sono comprensive del tempo necessario per gli spostamenti dalla sede dell'istituto a piazza San Babila. Vi chiediamo di assicurare la maggiore partecipazione possibile, anche con striscioni, cartelli, strumenti musicali e.... tutto ciò che vi sembrerà utile a richiamare l'attenzione della cittadinanza e dei Media. Per ogni necessità organizzativa non trascurate di informarci chiamando il numero 0255025439 (Camera del Lavoro di Milano). Siamo consapevoli di come questa iniziativa cada in un momento critico dell'anno scolastico, ma come sapete non ci è dato scegliere i tempi.... Il Ministro, invece, sa come sceglierli per varare in piena estate la sua "Riforma". La segreteria FLC CGIL Scuola di Milano |
Anna Pizzuti - 28-05-2005 |
Dalla conferenza stampa tenuta dal ministro Moratti, subito dopo dopo che il Consiglio dei Ministri aveva approvato il decreto sul secondo ciclo. GIORNALISTA: Quale è destino dell'istruzione professionale, le chiedo un approfondimento sull' istruzione professionale, cosa succede all' istruzione professionale, gli istituti professionali sono il 20% della scuola" MINISTRO No, devo dire che guardi, noi abbiamo verificato verificato che con l'accordo delle regioni - noi abbiamo fatto come sapete un accordo con le regioni (giugno 2003) e a quell'accordo hanno fatto seguito accordi con tutte le regioni, indistintamente, che hanno iniziato .... anticipato la riforma ed hanno iniziato percorsi di istruzione e formazione professionale per il momento con percorsi triennali, ma alcuni pensano già al quarto anno; cinque regioni li hanno già terminati; questi accordi hanno portato all'intermo del sistema dell'istruzione e formazione professionale 90.0000 ragazzi, quindi abbiamo un rafforzamento molto forte su questo segmento dell'istruzione e formazione professionale , noi riteniamo che se il trend è quello l' istruzione e formazione professionale si rafforzerà. Ma c'è una anomalia nell'istruzione professionale: il nostro paese ha sempre basato l'istruzione professionale, tranne che in pochissime regioni, su bandi europei, senza garanzie di continuità quindi non era un sistema strutturato, noi lo portiamo ad ordinamento, colleghiamo le qualifiche a livello nazionale, non le lasciamo regionali, ovviamente le regioni possono dare le qualifiche e i diplomi che vogliono ma sono concordati con noi. Tutto questo cambierà, non interveniamo oltre perché non è di nostra competenza, interveniamo sulla definizione dei livelli e poi tutta l'altra parte li definiremo con le regioni e lì sì è d'intesa, quello è intesa" Che il ministro Moratti fosse solo il prestanome di questa riforma della scuola molti lo hanno sospettato fin dall'inizio, fin da quando, cioè - al momento di assumere il dicastero di quella che fu pubblica ma che fu anche istruzione - dichiarò, candidamente, che di scuola non sapeva nulla o quasi. Un sospetto che si è rinnovato ad ogni passaggio - istituzionale o meno - della riforma stessa, un sospetto che da ieri, come si può vedere dalle dichiarazioni riportate sopra, è ormai certezza. Già nei dibattiti parlamentari, in commissione o in aula, le denominazioni di Istruzione Professionale e di Formazione Professionale venivano usate indifferentemente, quasi fossero sinonimi. Doppia ignoranza, che riguarda anche l'uso della nostra lingua, nella quale è buona regola tener presente che sinonimi perfettamente sovrapponibili non esistono. Un'ignoranza terminologica, ma soprattutto di prospettiva, e si sa che, dietro la prospettiva con la quale si guarda e si opera, c'è sempre un'intenzione altrettanto precisa: quella, appunto, della quale il Ministro - in questo caso - si fa prestanome e prestaparole. Se si ha presente solo la formazione professionale (quella sì, funzionante nella quasi maggioranza per bandi europei) nel momento in cui in qualche modo la si porta ad "ordinamento" , certo che ci si può spacciare per riformatori. Ma se questa messa ad "ordinamento" cancella qualcosa di ordinamentale che già esisteva - l'Istruzione professionale - con caratteristiche e fini decisamente superiori e sicuramente strutturati, dire che si sta facendo una riforma è, semplicemente, una bugia. E le bugie non si dicono per ignoranza, bensì per preciso disegno. Nostro o di chi per noi. Disegno che consiste nel togliere l'istruzione ad un alto numero (il 20% che ricordava il giornalista, ma è anche più alto) di ragazzi e di immaginare di poterli ridurre a forza lavoro debole e funzionale ad un sistema che non si sa nemmeno più come definire, se non forte per pochi, incerto e labile per molti. Che poi quello che i riformatori pensano di poter ottenere incanalando (ma loro dicono "orientando") forzatamente i ragazzi, lo otterranno invece facendo perdere per strada tutti quelli che l'incalanamento forzato lo rifiuteranno. Scacciati dai licei morattiani nei quali speranzosamente o forzatamente si sono già iscritti o si iscriveranno - già a partire da quest'anno, nell'incertezza normativa che sta travolgendo l'istruzione professionale, altro che rafforzando - quanti saranno i ragazzi che, dall'anno prossimo, cominceranno a perdersi? Ed a rientrare, così, soprattutto così, nel disegno del quale il Ministro è -consapevolmente - prestanome? Prestanome e prestaparole. E l'ultima parola prestata o svenduta è "campus". E' l'unica "novità" della bozza (pardon, del decreto) approvato ieri, l'unico comma interamente riscritto rispetto alle bozze precedenti: Art 1, comma 14: "I percorsi dei licei ad indirizzo possono raccordarsi con i percorsi di istruzione e formazione professionale costituendo, insieme, un centro polivalente denominato 'Campus'. Per la realizzazione delle finalità dell'intero sistema educativo e per l'attuazione di un forte legame con il mondo del lavoro, dell'economia e delle professioni, il Campus ha una struttura flessibile e organica, e fornisce differenti opportunità di istruzione e di formazione. Ognuno dei percorsi di insegnamento-apprendimento allocati nel Campus possiede una propria identità ordinamentale e curricolare, e assume una durata e una graduazione corrispondenti alla tipologia e al compito. " Il primo impatto, con questa novità, di tipo linguistico - "I percorsi dei licei ad indirizzo possono raccordarsi con i percorsi di istruzione e formazione professionale" ci riporta alla questione di prospettiva di cui sopra. Io insegno in un Istituto professionale con tre indirizzi: commerciale, turistico e sociale. Ma la denominazione "ordinamentale" è Istituto Professionale (c'è anche una S, che sta per statale, ma che dovremo togliere) Commerciale. Immagino quindi che il dirigente dell'istituto Tecnico Commerciale della mia città verrà da noi e ci dirà: "Raccordiamoci, facciamo il campus, offriamo diverse opportunità di istruzione e formazione, ciascuna con una propria identità ordinamentale e curricolare: noi saremo liceo tecnologico, voi Istruzione e formazione professionale e ciascuno di noi avrà durata e una graduazione corrispondenti alla tipologia e al compito. " Non cambierà nulla rispetto a quanto previsto dalla riforma, ma vuoi mettere tu, ci chiameremo campus e ci sentiremo come a Berkeley. Grazie alla signora Moratti o a chi per lei. E sempre a proposito di bugie: dal comunicato del MIUR. Dice il comunicato: d.. gli standard minimi dei percorsi formativi; riguardano le competenze linguistiche (italiano, inglese e una seconda lingua comunitaria), competenze scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche, religione cattolica e scienze motorie. In prima applicazione si fa riferimento alle competenze condivise con le Regioni in base all'Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 15 gennaio 2004 Dice il decreto (almeno quello che si dice abbiano approvato) ART. 18 (Livelli essenziali dei percorsi) Gli standard minimi formativi relativi alle competenze di cui al comma 1, lettera b), sono definiti con Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ai fini della spendibilità nazionale ed europea dei titoli e qualifiche professionali conseguiti all'esito dei percorsi. |
franco - 29-05-2005 |
Mi pare che tante siano le parole, ma pochi i fatti! Volete davvero abrogare la riforma Moratti? pensate davvero che se la sinistra vincerà le elezioni procederà ad una abrogazione? perchè i Ds, nè altri dell'Unione dicono chiaramente quanto affermano i sindacati, anzi la flc cgil? leggete nel sito dei ds le dichiarazioni del responsabile scuola, o quelle di Bersani...!!! |
ilaria ricciotti - 30-05-2005 |
A questo punto della storia scolastica a chi credere? Alla riforma moratti, da tante parti contestata o a ciò che proporranno i partiti dell'Unione nel loro programma, se vinceranno le elezioni? Non capisco quelli che criticano tutto e tutti, ma di fatto cosa propongono? Dei punti che sono molto generici e, scusate, poco dettagliati. La scuola non si può costruire soltanto con slogan, ma si deve sviscerare ognuno dei suoi aspetti e confrontarsi con coloro che intendiamo votare perchè essi attuino ciò che la maggior parte degli italiani e non soltanto del personale scolastico considera sia giusto. |