Il nemico tra noi
Roberto Renzetti - 27-03-2005


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 Osvaldo Roman    - 28-03-2005
Siamo seri!
Ha ragione Galasso: bisogna studiare la Costituzione. Prima documentatevi e poi lanciate tutte le invettive che volete!
Renzetti dice:
"La triste vicenda inizia con le riforme forzate del centrosinistra a fine legislatura. Tanto per gradire si tocca la Costituzione in punti di estrema rilevanza, facendo passare la cosa con una maggioranza ridicola. Il tutto fu approvato da un referendum che non prevede quorum. E fu la Legge n° 3 del 18 ottobre 2001. Senza che nessuno, a parte la Lega (a cui si ammiccava per quella cosa chiamata potere, senza confronto con chi ti ha eletto), ne sentisse la necessità, si assegnavano alle Regioni materie non previste dall'articolo 117 della Costituzione originale (scritta da ben altre menti e competenze). L'articolo 33 della famigerata legge 3/01 recita:"
.................................................................................................

I cittadini che hanno votato il referendum confermativo , nonostante il boicottaggio della destra,non erano pochi e neppure la parte più disinformata del paese. Ma il problema non é questo!
PECCATO CHE IL TESTO RIPORTATO NON SIA QUELLO APPROVATO DALLA LEGGE N3/2001 MA QUELLO SUCCESSIVAMENTE PRESENTATO DALLA LEGA!
IL TESTO VERO DELLA LEGGE 3/01 MODIFICA L'ART.117 COME SEGUE:


Art. 117 (*)

La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:

a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l’Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull’istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;
s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a:

rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni;
commercio con l’estero;
tutela e sicurezza del lavoro;
istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
professioni;
ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
tutela della salute;
alimentazione;
ordinamento sportivo;
protezione civile;
governo del territorio;
porti e aeroporti civili;
grandi reti di trasporto e di navigazione;
ordinamento della comunicazione;
produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
previdenza complementare e integrativa;
armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;
enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.

Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.

La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni.

La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia.

I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.

Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.

La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.

Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.


PARTIAMO DA QUESTI DATI REALI E PROBABILMENTE POTRA' ESSERE MEGLIO COMPRESO IL RAGIONAMENTO DI TIRITICCO E COSTRUITA UNA PIU' EFFICACE OPPOSIZIONE ALLA COSTITUZIONE DI BERLUSCONI!

UN A SOLA ANNOTAZIONE CRITICA:
FINIAMOLA CON QUESTA ALLUCINANTE BALLA CHE RIMANDA AL CENTRO SINISTRA LA RESPONSABILITA' DI TUTTI GLI SCEMPI REALIZZATI DALLA DESTRA . IN QUESTO MODO SI PUO' SALVARE SOLO LA COSCIENZA DI CHI CON LA PROPRIA SCELTA ELETTORALE FAVORI' NEL 2001 L'AVVENTO DELLA DESTRA. ORMAI LI ABBIAMO PERDONATI! COSTRUIAMO L'UNITA' PER BATTERE LA DESTRA A PARTIRE DALLE PROSSIME SCADENZE ELETTORALI (AMMINISTRATIVE , POLITICHE E REFERENDARIE)!

 un lettore    - 28-03-2005
forse il nemico di tutto ciò ...finalmente se ne andrà..

Ben tornato Enrico (inteso come Panini) e auguri..!

Apprendiamo dalla prima pagina di Tuttoscuola - notizie on line del 22 marzo, che il ministro della Funzione pubblica, Baccini, unitamente all’Aran, avrebbe deciso di eliminare i permessi e i distacchi sindacali dei dirigenti scolastici.
L’ANP, sindacato dei presidi per eccellenza, punto sul vivo, ha già levato alte grida contro una decisione che, secondo il suo presidente Giorgio Rembado, “annullerebbe praticamente l’attività sindacale dei dirigenti della scuola”. La decisione, sempre secondo Tuttoscuola, colpirebbe senz’altro il sindacato dei dirigenti scolastici, ma non lascerebbe indenni nemmeno i principali sindacati del comparto scuola che organizzano, oltre ai docenti e al personale Ata, anche i dirigenti scolastici. All’interno di questi comparti vi sono infatti dirigenti scolastici con distacco sindacale che, in tal modo, verrebbero privati del distacco.
Una “vittima eccellente” di questa decisione sarebbe Enrico Panini, attuale segretario nazionale della FLC CGIL, preside per origine e provenienza. E’ indubbio che sarebbe un bel problema per la Cgil scuola che verrebbe in questo modo colpita al vertice.

Ma non tutti i mali, come si suol dire, vengono per nuocere. Almeno un risvolto positivo, a ben vedere, ci sarebbe: un “rientro a scuola” di Panini ridarebbe fiato ai dirigenti scolastici, iscritti alla Cgil e non. Panini, rientrando in situazione, potrebbe toccare con mano le difficoltà in cui i dirigenti scolastici si trovano attualmente, stretti tra un’amministrazione lontana che trascura (per usare un eufemismo) i propri dirigenti lasciandoli senza contratto e un sindacato scuola preoccupato principalmente di rappresentare gli interessi di categoria (qualche volta per la verità un tantino “corporativi”) della maggioranza dei propri iscritti, docenti a ata, al punto di perdere ogni tanto di vista la stella polare dell’efficienza e dell’efficacia del servizio pubblico.
Avrebbe magari a che fare con RSU agguerrite e si troverebbe a dover gestire, in prima linea, problematiche oggi oggetto di vivace dibattito, quali il tutor, il portfolio, la valutazione, le prove Invalsi, ecc. O il problema delle supplenze e di meccanismi assurdi (le attuali graduatorie di fascia) che nessuno è veramente determinato a cambiare… Dovrebbe cioè cimentarsi a ripensare l’autonomia delle istituzioni scolastiche da un altro punto di vista, quello del responsabile dell’istituzione e, soprattutto, del funzionamento del servizio.

Naturalmente ci auguriamo per la FLC Cgil che tutto questo non accada e che le intenzioni del ministro restino lettera morta. Auguri, Enrico. Senza ironia. E buona pasqua.

Grilloparlante su Scuolaoggi.org


P.S. Ultim'ora.
Pare che la notizia di Tuttoscuola sia solo parzialmente esatta. L'eliminazione del distacco sindacale riguarderebbe i dirigenti scolastici che hanno l'esonero in quanto derivanti dal comparto "dirigenza scolastica" (si tratta quindi in particolare dei presidi dell'Anp, giustamente allarmati...), non coloro che - come Panini e altri - provengono direttamente dal "comparto scuola". Il segretario nazionale della FLC Cgil quindi non corre questo rischio...


 Emanuela Cerutti    - 28-03-2005
Oddio, è proprio il caso di dirlo, dal momento che di perdono si parla: udite udite, chi pensa deve prima rendere conto al Grande Baol, e, se sbaglia, può essere contento, perchè all'Inquisizione si è sostituita la magnanimità. Il figliol prodigo troverà aperta la porta di casa e potrà fare una bella festa.
Se prima non la faranno a lui, gli amici e i nemici. Gli amici, e spiace, che lo accusano, cattivo che hai voluto restare sulle tue posizioni, che non hai dato manforte al centro sinistra per una stupida idealità, quante storie queste idealità, siamo o non siamo dentro il Nuovo Mondo Globalizzato e Cresciuto che è stufo delle massificazioni e dei sogni da bambini e vuole finalmente che la competizione regoli degnamente gli scambi ed i rapporti, secondo quella sana dinamica privatistico-aziendalistico-conflittuale che fa produrre così bene ricchezze e privilegi, piramidi e antifurti, check in, check out e check point, per la comune indiscutibile sicurezza? Gli amici che al concetto di uguaglianza hanno preferito una disuguaglianza programmata per cui chi ha di più se lo tiene e lo fa fruttare bene, anzi meglio, secondo la logica antica del particolare interesse. Quelli che hanno deciso che la Svizzera dovesse essere il Paradiso da imitare e l'hanno raccontato così bene che ora avremo molte Svizzere, qualcuna almeno, consentirai, Roman, brillanti come la Lombardia, dove i buoni scuola sono il fiore all'occhiello della borghesia e se sei figlio di contadino, beh, mi pare che di opportunità tu ne abbia oggi come oggi. Gli amici: quelli che invitano a stare al passo col cambiamento, mica vorrai fermarti al 1940 accidenti: vorrai pure capire che oggi il lavoro non è più quello di una volta, anzi non è neppure più lavoro, è mobilità, nomadismo, è contratto decontrattualizzato, è una nuova e sublimata forma di disoccupazione. Bisogna adeguarsi ai tempi, dicono gli amici. E tu piantala di pensare che la strada debba passare da una ricostruzione diversa, o da tutte quelle chiacchiere sui boycottaggi e sulla pace e sulla diversità che sanno tanto di anni 70 e non concludono nulla. Sii realista: la Bolkestein lasciala a Chirac, che ne sta facendo scommessa per il suo sì, e non essere tanto insistente sulla Cocacola, lo sai che la libertà di scelta non si tocca, soprattutto nelle Libere Università, e che diamine cosa sono questi totalitarismi? Smettila e fai la tua bella autocoscienza.
Per penitenza, d'obbligo a ben pensarci, qualche modifica Costituzionale: affinché tu non possa mai dire che non ti avevamo avvertito.

 Redazione    - 28-03-2005
A proposito del "ben tornato Enrico" inviatoci dal lettore, riportiamo la notizia "precipitosa" di Tuttoscuola, confermando la nota finale di Scuolaoggi: esistono differenti modalità di reclutamento per distacchi sindacali, come si può leggere nel documento che ci viene segnalato, da cui stralciamo :

" 1. I dipendenti a tempo pieno o parziale ed i dirigenti indicati nell'art. 1 comma 1, in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato nelle amministrazioni dei comparti ed aree , che siano componenti degli organismi direttivi statutari delle proprie confederazioni ed organizzazioni sindacali rappresentative hanno diritto al distacco sindacale con mantenimento della retribuzione di cui all'art.17 per tutto il periodo di durata del mandato sindacale nei limiti numerici previsti dall'art. 6.
2. I distacchi dei dirigenti sindacali spettanti alle confederazioni ai sensi del comma 1 possono essere utilizzati anche in altre organizzazioni sindacali di categoria aderenti alle confederazioni stesse.
"

Il distacco di Panini, ci dicono, è tratto dal monte di distacchi nazionale e non dipende dal suo essere dirigente..

Da Tuttoscuola di martedì 22 marzo 2005

Il ministro della Funzione pubblica, Baccini, unitamente all' Aran, ha deciso di eliminare i permessi e i distacchi sindacali ai dirigenti scolastici.
Immediata e dura la protesta dell'Anp, il sindacato dei dirigenti scolastici, che, attraverso il presidente della Cida, Giorgio Rembado, ha denunciato la decisione, chiedendo l'immediato ritiro di una decisione che "praticamente annulla l'attività sindacale dei dirigenti della scuola" e che ridurrebbe praticamente al silenzio la voce di rappresentanza di quel personale che dovrebbe essere strategico per le politiche di innovazione scolastica del Governo.
"In questo modo - spiega la Cida - si è perpetrato un paradosso: da un lato c'è un aumento complessivo dei distacchi anche per aree contrattuali dove erano sovrabbondanti e dall'altro c'è un azzeramento della dotazione delle aspettative sindacali per la dirigenza delle scuole che ne era già sottodimensionata".
Rembado ha chiesto al ministro Baccini e allo stesso ministro Moratti un intervento decisivo per evitare una discriminazione dei dirigenti scolastici rispetto a quelli delle altre amministrazioni.
La decisione colpisce soprattutto il sindacato dei dirigenti scolastici, ma non lascia immune i principali sindacati del comparto scuola che organizzano, oltre ai docenti e al personale Ata, anche i dirigenti scolastici. All'interno di questi comparti vi sono dirigenti scolastici con distacco sindacale che, in tal modo, verrebbero privati del distacco.
Tra questi il dirigente scolastico di maggior spicco è l'attuale segretario della Cgil-scuola, Enrico Panini.

 Roberto Renzetti    - 29-03-2005
Gentile sig. Roman,
Le assicuro che non sono sordo. Lei alza la voce in un modo che mostra il suo nervosismo.
Prendo atto di aver scambiato alcuni file ma, drammaticamente, la sostanza è la stessa. Se lei legge con attenzione scopre che, l’articolo 117 della modifica del Titolo V fatta dal centrosinistra e da lei stesso riportata (vedi: http://www.governo.it/Governo/Costituzione/2_titolo5.html) , afferma, per quel che riguarda la scuola:

- lo Stato detta …. n) norme generali sull'istruzione;
- Mentre sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: ....
istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale…

Ebbene è esattamente la stessa cosa che sostenevo in quanto scrivevo (si è aperta la strada alla cessione della scuola alle Regioni senza che si sia in grado di spiegarne i motivi e quanto di unificante vi è in POF in concorrenza). Se poi ha voglia di leggere il contesto scoprirà che è ancora più vero quanto le dico. Inoltre, le cose che sono sostenute nel mio intervento sono tante e scopro con interesse che lei non accenna ad un minimo di risposta alla sostanza dell’intervento stesso. Sono comunque abituato: è costume di tutti voi che amate molto Bach.
Capisco che lei e la cordata che tenta di far passare come innocue le cose DS nei riguardi della scuola si innervosisca tanto da alzare così la voce da diventare un vero violatore di netiquette. Si renderà conto che solo lei può sollevare un caso che si risolve con due click ed un copia incolla! E lei si occuperebbe di informatica ?
Signor Roman, ora si calmi e tenti di evitare il gioco dei 4 cantoni. Io ho iniziato chiedendo cose all’On. Sasso. E’ arrivato Lancillotto Tiriticco e ha sparato a zero contro di me. Ho risposto a interventi di pura propaganda che si ripetono INUTILI dappertutto ed è arrivato lei a fare il castigamatti. Ora, nell’ipotesi che lei voglia soffermarsi a discutere e non mandi qualcun altro, come ormai è costume DS, lo faccia entrando nel merito delle questioni perché la vicenda della modifica costituzionale da parte del centrosinistra è vicenda penosa e vergognosa (o lei se ne vanta?). Lei sarà in grado di dirmi da dove venivano le istanze riformiste che hanno iniziato ad intaccare la Costituzione in punti vitali, tanto da provocare la valanga che ci ha portati alla ulteriore vergogna del 23 marzo. Una organizzazione politica mostra la sua forza se sa riconoscere i suoi errori, altrimenti rotola nel dimenticatoio e vilipendio della storia. I DS non misconoscono nulla della loro avventura di governo ed oggi, dopo aver gentilmente regalato il potere a Berlusconi (se vuole le spiego in dettaglio come avete fatto per mandare il Cav. al potere), ci spiegano che occorre dar loro fiducia per… Per cosa, scusi ? Ce lo spiega lei ? A parte l’anomalia Berlusconi contro la quale siamo mobilitati da sempre, nonostante i DS sempre accomodanti (è vero che Follini è moderato? E Casini? E poi è vero che i fascisti sono diventati brave persone? E’ vero che non c’è regime? E’ vero che c’è libertà di espressione ?…), il dubbio atroce di ogni democratico oggi è: cacciato Berlusconi, cosa ci propone il centrosinistra su SCUOLA, lavoro, pensioni, informazione, Costituzione, guerra, … ? Ce lo dica lei, vista la reticenza esistente in tutto l’Ulivo, e soprattutto nei DS. La scuola del centrosinistra è la scuola di Berlinguer che precipita in Moratti (tutti d’accordo comunque in privatizzazione, parità, insegnanti da buttare, meno soldi da investire, pedagogese, fiera dell’inutile, percorsi personali, ignoranza che avanza, …); il lavoro del centrosinistra è il pacchetto Treu; le pensioni del centrosinistra sono la Riforma Dini (di un anno prima ma ben accetta, oltrechè concordata); l’informazione del centrosinistra è la legge Maccanico-Mediaset; la Costituzione del centrosinistra doveva essere cambiata per maggior gloria di Bossi; la Guerra del centrosinistra era quella che faceva alla Jugoslavia (bombardando e mentendo) dicendo che non era così. Lei è felice di questa distruzione sociale ? La rivendichi allora e non si nasconda. Io e la maggioranza di coloro che voteranno contro Berlusconi e la sua banda (e non PER qualcuno, purtroppo) siamo contro questi modi truffaldini di fare politica. Dico truffaldini perché vorrei ci spiegaste (ogni giocatore dei 4 cantoni va bene) dove e quando si era discusso di tali cose prima del 1996. Quale era il programma? Ricordo che si era parlato, ad esempio, di conflitto d’interessi … NIENTE! Di eleggibilità ed incompatibilità … NIENTE! Di giustizia e moralità … attacchi a giudici e corruzione tollerata!
Purtroppo voterò per la coalizione di sinistra ora ed alle politiche (all’unica condizione che nel mio collegio, ex rosso sicuro, non mettiate più un diniano perché con due volte che l’avete fatto è diventato nero DOC, essendo diventato il collegio di Alemanno). Ma questo voto è sicuro solo ora. Poi sarà guerra totale contro chi è allegramente diventato un neoliberista (lo chieda al giornale Il Riformista del Presidente del vostro partito).

D’altra parte lei stesso testimonia una difesa che è solo d’ufficio. Ha collaborato con le riforme Berlinguer e come tale è uno dei distruttori della scuola. Perché non ammette i danni che ha fatto e si ritira in pensione? Perché continua in associazioni culturali che fanno quegli inutili corsi di informatica per prendere utili soldi ai poveri disgraziati in cerca di lavoro a scuola ? Lei è un supporter di Maragliano. Se la cosa la convince, la rivendichi. Ci dica delle meraviglie dell’informatica, cosa che almeno Maragliano fa. So che queste strane ed inutili associazioni (che spillano tanti soldini pubblici) sono il cimitero degli elefanti CGIL Scuola. Ma dal cimitero si sta zitti, soprattutto se si è distrutto il mondo che si sarebbe dovuto salvaguardare e difendere
Ora, poiché lei e gli altri cantoni sapete su cosa verte il dibattito (volendo si leggono gli interventi passati …) e sapete che NESSUN CANTONE ha risposto (non ne avete il coraggio) io dico a tutti voi che non siete in grado di entrare in argomento, ci raccontate di belle cornici, ci parlate di metodi ma di contenuti non sapete nulla. L’autonomia scolastica e la dirigenza, che sono l’inizio della fine della scuola italiana, sono lì a dimostrarlo.
Ultima cosa: vi rendete conto che voi tutti a scuola ci siete stati solo per il tempo di prendere il distacco per poi pontificare da un analfabetismo di ritorno ?
Entrare in argomento, prego. Oppure andate a fare una bella passeggiata.



 Osvaldo Roman    - 04-04-2005
La replica del Sig. Renzetti non mi consente di collocarmi al suo livello. Ma alla Redazione di Fuori registro che forse conosce un po' della mia storia e delle mie posizioni politiche, che chiunque può leggere a partire dal 1998 sul sito www.forminform.it, devo rimproverare di non aver riconosciute come false e calunniose le critiche personali che il suddetto mi ha rivolto. Vale ancora il motto del vostro servizio che vi ricordo?

"Invitiamo ad evitare modi offensivi nella forma e nei contenuti dei commenti, ad attenenersi nei riferimenti all'articolo oggetto e a non promuovere polemiche di tipo personale".


 Redazione Fuoriregistro    - 06-04-2005
I toni duri e taglienti rientrano nel normale modo di discutere. Potremmo dire "purtroppo": sappiamo che la tentazione di voler aver ragione è difficile da gestire. Sappiamo che spesso si preferisce tracciare confini netti anzichè tentare di raggiungere insieme conclusioni condivisibili. E sappiamo che questo accade spesso "in casa".
La Redazione di Fuoriregistro è attenta alle polemiche di tipo puramente personale, sulle quali opera autonomamente tagli, come gli autori degli articoli inviati tranquillamente sanno. Per il resto esiste la libertà di espressione, sulla quale non ci sentiamo di operare censure, entro i limiti del Progetto che ci contraddistingue: una scuola pubblica, laica e democratica. La Redazione, in quanto tale, non si pone il problema di condividere tutto ciò che pubblica: il suo compito è di dare spazio alle voci che vogliono intervenire, utilizzando il criterio del pluralismo, che, unito a scelte tecniche, rende la rivista quello che è: un luogo in cui si può discutere senza linee prevedibili e prefissate. Certamente, poi, ogni singolo componente è libero di esprimere, a titolo personale, giudizi, pareri, accordi o disaccordi assumendosene piena responsabilità, esattamente come ogni lettore o lettrice. Compito della Redazione è dunque "semplicemente" (chiaro eufemismo: e sarebbe ancor più complicato senza i consigli ed i suggerimenti di chi ci legge e scrive) di accogliere quanto riceve, comprese le polemiche, se il loro scopo è quello di chiarire situazioni, scelte e prese di posizione. Naturalmente anche qui entro certi limiti, che di solito dipendono da quanto i lettori e le lettrici manifestano, dato che la rivista vorrebbe appartenere a chi la frequenta. Chiediamo quindi a chiunque fosse ancora interessato/a a questo thread di esprimersi brevemente sulla sua eventuale chiusura utilizzando lo spazio commenti o l'indirizzo mail della Redazione.


 Livia Noris    - 08-04-2005
Gentile Redazione, chiedete di esprimersi brevemente sulla eventuale chiusura del thread "il nemico è fra noi"… la cosa più breve che possa dire, anzi chiedere, è: perchè? Credete che il tema sia di così scarso interesse? Lì vengono trattati di temi molto attuali come può essere la riforma Costituzionale e il suo impatto sulla scuola. Credo che sia cosa interessante fare chiarezza sulle idee e sui progetti di quelle che dovrebbero essere le "menti pensanti" dell'opposizione alla scuola della Moratti.
Perchè non basta dire che quello che è stato fatto dalla attuale maggioranza non va bene, bisogna anche dire cosa di diverso si voleva fare e si vuol fare, cosa di diverso si pensava quando si modificava il titolo V della Costituzione. Capita quindi che si ritorni sul percorso che ha portato una maggioranza, oggi minoranza nel paese, a stravolgere la Costituzione, sui riferimenti e i progetti ( quali il decentramento) che sono condivisi fra centro-destra e centro-sinistra per capire dove e come le proposte si pongono come alternative, al di là di altisonanti dichiarazione di principio (che poi sono tutte da valutare alla prova dei fatti) o ottimistiche visioni oniriche ( da cui è ora di svegliarsi ). Non credo che il titolo del thread possa spaventare qualcuno, non credo che il passato interessi se non nella prospettiva futura e condivido quello che scrive Galli della Loggia: di fronte alle prospettive inquietanti della riforma della Costituzione non è più il tempo di fermarci solamente, sia pure con qualche ragione,sulle responsabilità della sinistra per aver aperto la porta al disastro attuale. Non penso che interessi molto fare una graduatorie delle colpe, nè una (auto)critica fasulla... a me interessa comprendere fino a che punto gli sviluppi futuri terranno conto di certe lezioni del passato. Se il problema sono i toni del dibattito, direi che si può invitare a non personalizzare il confronto. Purtroppo in questi dibattiti virtuali ognuno non vede nell'altro una persona con tutte le sue complessità, piuttosto lo piazza in una "categoria" di persone a cui fa risalire una qualche responsabilità. Nel dibattito in quel thread i toni sono un po' spigolosi, è vero: Renzetti non cede nulla alla forma del confronto e le sue domande sembrano quelle di chi ha gia tracciato il suo bilancio ed ha già le risposte che chiede.Così, con l' "arroganza" intellettuale di chi ha una sua teoria costruita su sudate carte ( magari non tutte buone), sfida l’avversario di turno a confutargliela..insomma è un esempio di vero scienziato secondo quel Popper che lui non stima per nulla. Chi lo contrasta ha reagito stizzito, ma non deve farsi metter all'angolo: non sta facendo un duello, si può rivolgere agli altri lettori portando documenti, temi e tesi ..siamo in tanti a leggere e il protagonismo non è interessante, come non mi interessa sapere chi è Osvaldo Roman...mi interessa sapere cosa ha da scrivere sul tema. Se riuscite a garantire uno spazio per le diverse voci e ad operare perchè le domande di Renzetti, scomode ma utili, si traducano in una sfida positiva e non in un muro contro cui sbattere la porta e darsi alla fuga, direi che per i lettori di Fuoriregistro sarà tutto di guadagnato.

 Isa cuoghi    - 08-04-2005
Cara Redazione, mi chiedo perchè questo thread dovrebbe chiudere.
Mi sono riletta gli interventi e mi pare che alle richieste di Renzetti non solo non sia stata data risposta, ma dato che sono in grande antitesi con le idee di Roman, questi si senta disturbato, criticato e perfino calunniato.
Mi sembra che il sig. Roman prima di tutto dovrebbe rendere chiaro quali sarebbero le calunnie nei suoi confronti, dopo di che sarebbe il caso che rispondesse alle critiche argomentate dal prof. Renzetti.
E' curioso l'atteggiamento di chi ammette sorridente solo le lodi e le risposte alle proprie argomentazioni, mentre alle critiche e contestazioni risponde solo con una lamentela di presunta critica basata solo sulla contestazione di toni, non di contenuti.
Da quando sono comparsi i post di Renzetti non c'è stata una vera risposta, sia da parte dell'on. Sasso che dall'ispettore Tiriticco che, ora dal sig. Roman.
Ho letto invece di colleghi che dicevano di aver capito chiaramente le cose argomentate nei suoi documenti, e che in poche righe dimostravano la capacità di focalizzare le cose scritte.. forse perchè si trattava di insegnanti in servizio effettivo, ogni giorno, da parecchi anni, nelle nostre scuole..
Isa

 Roberto Renzetti    - 08-04-2005
Non ho nessuna difficoltà a chiedere scusa a chi io possa aver offeso in qualche modo. Inizio da Fuoriregistro che viene messa in ballo incolpevolmente. Scusatemi se vi ho messo involontariamente in una situazione sgradevole. Poi al sig. Roman che si sente offeso da quanto ho sostenuto e quindi, ripeto, a chiunque lo creda opportuno.A fianco delle scuse debbo però aggiungere delle cose, al fine di spiegare il perché delle scuse. Io non conosco la posizione dei DS sulla scuola. O meglio la conosco ma è quella del chiuso di dibattiti per specialisti. Credo sia legittimo che un elettore di "sinistra" chieda qual è, almeno in un progetto che si va perfezionando, la scuola che vorrebbero i DS poiché questo partito è maggioritario nella coalizione che andrà a governare.
Le cose che dovrebbero essere chiarite sono almeno due, insieme alle loro articolazioni: 1) Cosa ne sarà della legislazione Moratti sulla scuola ? 2) Vi è un qualche ripensamento (e se si, dove?) sulla legislazione Bassanini e Berlinguer sulla scuola ?
Dati i precedenti (riforme del centrosinistra uscite da un cilindro di pochi amici; annunci e smentite attuali su abrogazione si o no a legislazione Moratti), nessuna delle persone interessate alla vicenda scuola (lavoratori, genitori e studenti) dovrebbe dare ai DS il suo voto senza una presa di posizione chiara, non ambigua e non reticente di tale partito almeno sulle due questioni suddette. In tal senso mi impegnerò con tutte le forze, dovunque possa io accedere. Ora il problema è semplice (come dice sempre Fassino) e, direi, la soluzione è non una intimidazione ma una opportunità ai DS di spiegarsi. Fino ad oggi, dovunque si giri, per riviste specialistiche o per siti dedicati alla scuola, si legge di interventi scuola DS su piccole cose (articolati di legge, commi e codicilli) o su grandi e fatue cose (Scuola dell'autonomia come la intendiamo noi! Come, scusino ?), con un enfasi abnorme a questioni pedagogiche e senza mai entrare nei contenuti dell'insegnamento. Tutti coloro che hanno prodotto le legislazioni Berlinguer continuano elaborando e dando l'impressione (mi si smentisca se non è così) che, caduto Berlusconi, si proseguirà con l'antica accoppiata Bassanini Berlinguer, con qualche aggiustamento (ad esempio, sull'obbligo scolastico in luogo di diritto-dovere). Come 8 anni fa tutto nel chiuso di una stanza, ricevendo con fastidio l'interloquire degli addetti ai lavori non militanti DS e di chi pone problemi che trascendono il piano nazionale per far capire a chi non lo sa che la scuola è un appetito non nascosto del WTO.
In questo senso, per spiegare ora quanto accaduto ai lettori di Fuoriregistro, un paio di mesi fa lessi un intervento dell'Onorevole Sasso in questo sito (29 gennaio: Abrogazione si, abrogazione no). Poneva in termini interrogativi il cosa fare della legislazione Moratti dopo la sua infausta era. Sono allora intervenuto (31 gennaio) per chiedere all'onorevole Sasso quale fosse la posizione DS e e per aggiungere un tema mai toccato dai DS qui intervenuti: si intende rivedere anche la legislazione Berlinguer ? Dopo un mese dal primo intervento invio una seconda lettera (1 marzo) chiedendo che una risposta; in caso contrario avrei ritenuto chiusa la vicenda con le conseguenze ovvie che ne avrei tratto. Qualche giorno dopo (5 marzo) interviene l'Onorevole Sasso e dice che risponderà solo se davvero si vuole dialogare, aggiungendo che i DS vogliono la scuola delineata in Lisbona 2000. Ringrazio l'Onorevole per essere intervenuta e chiedo che si esca da molte ambiguità e che si chiariscano alcune cose che ho elencato. Inoltre racconto cosa è Lisbona 2000 in tutta la sua complessità facendo uscire questa parola dalloo slogan salvifico che è diventato, analogamente ad Autonomia. A questo punto il Sig. Tiriticco interviene in modo inurbano in una presunta difesa dell'Onorevole Sasso. Dice un paio di cose con molti esclamativi e aggiunge che di tante lettere che ha lette pro e contro Bassanini, Berlinguer, Moratti – c’è sempre chi fa di ogni erba un fascio! – mai ne ho letta una peggiore e, quel che è peggio, più grossolana e disinformata! Il signor Tiriticco, detto questo che non è assolutamente offensivo per me (non so per sé), non dice nulla sugli argomenti in discussione. Ho così un personaggio che ha collaborato con Berlinguer e che civetta con Bertagna, che fa l'adirato, offende e se ne va. Rispondo a tal signore non da cristiano che porge l'altra guancia. E non ho più il piacere di leggere una sua risposta alle mie domande che restano sempre inevase. Passa del tempo e il sig. Tiriticco interviene inviando le sue circolari anche in questo sito. Ci racconta che la vera scuola è quella della Riforma (per me sciagurata) del titolo V (art. 117) della Costituzione e quindi che occorre lavorare in tal senso, occorre cioè attrezzarsi a livello regionale smettendo di dare indicazioni nazionali. Poiché quella riforma assegnava solo parzialmente la scuola alle Regioni mentre quella del governo Berlusconi-Lega, l'assegna in toto (meno qualche sciocchezza), viene da sé un mio intervento in cui tentavo di dire che Tiriticco era più realista del re visto che si preoccupava di una cosa che ancora non c'era. Nello scrivere tale intervento faccio un gravissimo errore: scambio l'articolo della riforma del titolo V (art. 117) con un altro. Il resto dell'intervento chiariva però bene che il problema era quanto previsto dalla vecchia riforma in confronto con quanto in via di ulteriore riforma con Berlusconi-Lega. Interviene il sig. Roman che corregge con scandalo questo mio errore. Nel fare ciò, anch'egli che è stato altro collaboratore di Berlinguer nella realizzazione della legislazione sulla scuola del centrosinistra, urla, afferma che il sottoscritto non conosce la Costituzione, e chiude dicendo: FINIAMOLA CON QUESTA ALLUCINANTE BALLA CHE RIMANDA AL CENTRO SINISTRA LA RESPONSABILITA' DI TUTTI GLI SCEMPI REALIZZATI DALLA DESTRA IN QUESTO MODO SI PUO' SALVARE SOLO LA COSCIENZA DI CHI CON LA PROPRIA SCELTA ELETTORALE FAVORI' NEL 2001 L'AVVENTO DELLA DESTRA. ORMAI LI ABBIAMO PERDONATI! COSTRUIAMO L'UNITA' PER BATTERE LA DESTRA A PARTIRE DALLE PROSSIME SCADENZE ELETTORALI (AMMINISTRATIVE , POLITICHE E REFERENDARIE)!
A questa lettera rispondo prendendo atto dell'errore ed elencando gli scempi del centrosinistra che il sig. Roman non conosce o ha dimenticato. Aggiungo anche considerazioni sul fatto che egli è all'interno del sistema di potere DS, ed altre cose che potete leggere se vi interessano. In ogni caso, per quel che mi interessa qui, il sig. Roman non risponde alle questioni poste che, dopo un travaglio di tre mesi, con tanti interlocutori così qualificati non trovano neppure un cenno di risposta. Risponde ulteriormente Roman rivolgendosi alla redazione di Fuoriregistro e dicendo che lo avevo offeso perché io non so chi è lui (credevo che questa espressione fosse ancora dell'era DC ma mi sbagliavo). Lo so, lo so, Sig. Roman dai tempi del Liceo sperimentale (1973, incontri in casa di comune amica, con Filippo Ottone, quando lei era esponente di punta della CGIL, quando non passava l'ultimo decreto delegato proprio quello sui soldi ai lavoratori della scuola) fino a quando era parlamentare del PCI-PDS (si ricorda di una delegazione della CGIL Estero che la venne a trovare nell'Ufficio di - mi pare - Lenoci? c'era Svizzera, Belgio e Spagna, cioè anche io) e dall'opposizione fu sordo ad ogni nostra richiesta andando avanti con un progetto di legge che mostrava completa non conoscenza delle Istituzioni Scolastiche e Culturali italiane all'estero (Istituzioni che poi - 1996/2001 - avete assegnato ad altri incompetenti come Bartolich in cerca di vendetta perché trombata e Migone competente solo perché figlio di diplomatico - sic! -, fino ad arrivare all'art. 9 della 147/00, legge clientelare!). Ma lei deve accettare tutto questo, sig. Roman: è una parte della democrazia che DEVE riguardare i personaggi pubblici, i quali dovrebbero smentire non dicendo NO e basta, ma argomentando (e lei, come Tiriticco e Sasso, non argomenta ma impone).
Cosa fare alla fine di quanto ho detto ? Prendo atto che né l'Onorevole Sasso, né il sig. Tiriticco, né il sig. Roman ci rispondono su quei quesiti fondamentali relativi alla scuola del futuro. Insisto nel dire che fra un anno occorrerà non dare il voto ai DS (con tali rappresentanti scuola) finché non dica con chiarezza cosa farà della scuola. Ciascuno poi deciderà in base al fatto che resti o meno convinto del progetto. Per parte mia continuo aspettando un qualche intervento che ci illumini e pronto a infrangere ogni specchietto per le allodole. Ormai la misura della quantità di tappeti che abbiamo in casa è colma e non ne compriamo più.

 Anna Pizzuti    - 09-04-2005
Se, come è giusto, questa discussione deve continuare, ritengo che sia il caso di “spostarla” un po’, in avanti o indietro, a seconda della lettura che si vorrà dare di queste mie riflessioni.
Che non possono prescindere dalla situazione nuova che si è venuta a creare con la vittoria elettorale del centro-sinistra. Vittoria che fa tremare le vene ai polsi. Perché, secondo me, la domanda diretta e precisa che dobbiamo porre: cosa intendono fare i DS con la scuola, quale è la loro posizione precisa, dobbiamo cominciare a porla da ora, ed a verificarla, regione per regione.E questo deve accadere, purtroppo, proprio a partire dalla riforma del Titolo V.
Quando mi sono resa conto del contenuto “esplosivo” nei confronti della scuola della sua riforma, mi è preso un colpo, ma ormai, passati anni di discussione e di analisi, non mi basta proprio più attestarmi su posizioni di denuncia. Vorrei, invece, capire, come si possono superarne gli effetti.
Il fatto è che proprio la vittoria elettorale del centrosinistra apre – o almeno lo spero, come spero che lo speriamo tutti - la via alla vanificazione della pretesa di riforma Berlusconi – Bossi. Che avrà sicuramente i suoi legami con l’ affrettata e chiaramente elettoralistica modifica del centro sinistra , ma che discende direttamente dal piano di Gelli e che va oltre, e di molto, il titolo V riformato, annullando i poteri del Parlamento e completando la “riforma della giustizia”.
Da questo Titolo V, quindi e purtroppo, dovremo comunque ricominciare.Sto parlando, ovviamente, dal punto di vista della difesa dell’unitarietà della scuola. Che quel passaggio – “fatta salva l’istruzione e la formazione professionale” – spezza. Basta, chiedo, la denuncia? E basta – e questa è la vera domanda – il primo ed indispensabile passo, cioè l’abrogazione della legge 53?
Comincia, per la scuola, ma anche per altro – temo – una fase, secondo me, molto preoccupante: da parte della maggioranza una ri/verniciatura, un venire incontro a qualche istanza sociale più ad uso interno che reale, da parte dell’opposizione la sicurezza di poter comunque vincere che non smonterà il riformismo moderato e rassicurante e buonsensista.
E il primo banco di prova sarà proprio la scuola.
Comincia a circolare la voce che tra pochi giorni verrà fuori il decreto del secondo ciclo nella sua forma definitiva. Lo scrive ItaliaOggi, preannunciando le modifiche. Tutte interne al sistema di istruzione e tutte “migliorative” – compreso il blocco del disegno di legge sullo stato giuridico - secondo la logica da specchietto per le allodole. Ma del punto dirimente – la divisione nei due canali - non si parla.
Sono anche convinta che l’approvazione del decreto subirà una notevole accelerazione, perché debbono dimostrare che loro sì, le riforme le fanno. Il varco al quale dobbiamo aspettare l’opposizione tutta, quindi, è prossimo.
Perciò la difesa della scuola – almeno secondo me – dovrà passare attraverso la consapevolezza dei rischi che il Titolo V contiene, ma anche attraverso il modo in cui le regioni stesse o lo “svuoteranno” chiamandosi, realisticamente, fuori, o lo interpreteranno. O, in definitiva, lo combatteranno.
E qui entra in gioco l’autonomia. O meglio, come gestirla nell’interesse della scuola. E spero che dire “gestirla” e non abolirla non faccia smettere- a qualcuno - di leggermi. Il fatto è che – almeno secondo me – rispetto ad essa, i piani di denuncia, ma anche di analisi, sono tanti e credo che vadano tenuti distinti.
Via gli aspetti aziendalistici e quelli accentratori, su questo non c’è discussione.Via il dirigente manager. Ma di tutti gli altri aspetti, di quelli che possiamo usare come difesa e come proposta, che ne facciamo? Se l’autonomia del dirigente significasse, ad esempio, rafforzare la sua responsabilità in termini di funzionario della Repubblica e non governativo, e quindi garante di una scuola costituzionale vera? E dell’autonomia didattica, che si collega alla libertà di insegnamento ed alla quale ci possiamo appellare contro Osa, Invalsi e tanto altro ancora? E dell’autonomia di ricerca? Nessuno se ne sta ricordando, e intanto il ministro continua ad indirizzare le sue direttive sulla formazione in servizio solo verso gli aspetti della riforma, mentre è proprio questa autonomia garantita che lo deve impedire. E se - è una mia pia illusione, ma continuo a crederci, almeno finchè posso – i decreti che attuano la legge Bassanini si rivelassero determinanti anche rispetto allo stesso Titolo V e d all’uso che ne fa la Moratti? O se fossero cambiale esigibile anche dalle regioni, alle quali dovremmo ricordarli, rispetto alle tentazioni cui potrebbero cedere o hanno già ceduto? Non sono certezze, le mie e le domande non sono retoriche e men che mai polemiche, sono domande vere. Le risposte debbono servire a farci capire fino a che punto dobbiamo e possiamo resistere, utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo, per vanificare questa riforma , per non offrire al centrosinistra nessun alibi buonsensista e per cercere insieme il punto di ripartenza.