Questi personaggi sono sempre con noi, si
affannano per cercare di dirci qualcosa, ma non comprendono mai realmente le
sottigliezze e la profondità del problema.
[Richard Feynman: Lectures on Physics, 1964 (Vol.
I, pag. 16-1)]
Parlano in modo così
confuso che non si capisce bene da che parte stanno. Il solo fatto che scrivono
in siti come Fuoriregistro
dovrebbe dar loro un credito democratico. Sono in realtà dei cavalli di Troia
che lavorano per il potere di turno (non importa quale).
Ciò che è d'interesse è
che cambiano alcune frasi nell'impostare il discorso per renderlo gradevole a
tutti gli interlocutori di destra o di sinistra, sono gli ermafroditi della
politica, o i trasformisti o gli opportunisti. Qualunque delle alternative precedenti si scelga, resta il fatto che sono
stati e restano i distruttori e la jattura della
scuola.
Prendiamo ad esempio il
logorroico esclamativo di un ispettore ministeriale progressista
a caso, uno che scrive dappertutto cambiando di poco quello che dice ma
restando un buonsesista pedagogo (pedagogista è
troppo impegnativo) nell'anima.
La scuola non la
conosce, non sa cosa è ma insiste su di essa
aggrappandosi a quanto di più reazionario si possa fare oggi: rivendicare
dovunque la fasulla riforma del Titolo V della Costituzione e la cessione di
poteri alle Regioni. In un momento in cui la democrazia vivesse una sua bella
stagione, in cui non vi fossero i distruttori del Paese nascosti tra capre
alpine, non si avesse a che fare con Berlusconi per il quale il Paese c'è o non c'è risulta
inessenziale se a sua signoria non viene alcun guadagno, in questo momento
appunto, reclamare il Titolo V come momento qualificante è da irresponsabile
neopositivista incapace di comprendere opportunità e necessità. I pedagoghi
come lui non partecipano alla vita del Paese, hanno la
loro nicchia e, come giapponesi, continuano in essa. Le obiezioni non esistono
perché Aristotele non le prevede e quest'ultima cosa
neppure la conoscono perché la filosofia è per altri tempi e sa di scuola.
Ma poiché si cita con entusiasmo la riforma del Titolo V occorrerà pure
che qualcuno spieghi agli apprendisti stregoni lo stato dell'arte.
La triste vicenda inizia
con le riforme forzate del centrosinistra a fine legislatura. Tanto per gradire
si tocca
Articolo 33.
(Competenze
legislative esclusive delle Regioni)
1. All’articolo 117
della Costituzione, il primo comma è sostituito dal seguente:
"La potestà legislativa è esercitata dallo
Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché
dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario".
All’articolo 117 della Costituzione, il quarto comma è sostituito dal
seguente:
"Spetta alle Regioni la potestà legislativa
esclusiva nelle seguenti materie:
a) assistenza
e organizzazione sanitaria;
b) organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle
istituzioni scolastiche;
c)
definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione;
d) polizia
locale;
e) ogni altra materia
non espressamente riservata alla legislazione dello Stato".
[la sottolineatura è mia].
Naturalmente la si può pensare come si vuole ma questo ammiccare ai
secessionisti è, a mio giudizio, una vergogna che va lavata con l'abrogazione
di tutte queste irresponsabili sciatterie.
Visto l'eccellente operato del centrosinistra, il governo passa alla destra
dura e pura con aree criminali al suo interno. Occorre pagare il dazio ai
secessionisti e si inizia una modifica eversiva della
Costituzione rimettendo più volte mano all'articolo 117. Si inizia
con il DDL costituzionale n° 1187 del 26
febbraio 2002 (a firma Berlusconi, Bossi,
Art. 1.
(Modifiche dell’articolo 117
della Costituzione)
1.
Dopo il quarto comma dell’articolo 117 della
Costituzione è inserito il seguente:
«Le
Regioni attivano la competenza legislativa esclusiva per le seguenti
materie:
a) assistenza e organizzazione
sanitaria;
b)
organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione;
c) definizione della parte dei
programmi scolastici e formativi di interesse
specifico della Regione;
d) polizia locale».
[la sottolineatura è mia].
Ciò che era dato in
modo prudente alle Regioni, viene preso con prepotenza
ed arroganza ... il fatto è che, quando si apre il vaso di Pandora, succedono
cose orrende non prevedibili. A questo scempio (capisco che chi è vissuto
all'ombra dei diritti che quella Costituzione nata dalla Resistenza -
capito ? - affermava, non faccia caso ai doveri, in
nome di improbabili carriere) vi sono reazioni adirate di costituzionalisti. Un
solo brano per capirci:
"Anche
ammesso (e non concesso) che alle Regioni sia
possibile riconoscere, per via statutaria, la potestà delle giunte di emanare
atti con forza di legge, restano comunque senza risposta alcuni interrogativi
cruciali: anzitutto, come agire nel caso in cui la singola Regione non disponga
nulla al riguardo? in secondo luogo, in attesa
dell'approvazione dei nuovi statuti, come gestire la fase transitoria (che, a
quanto pare, si sta protraendo e si protrarrà ben più del previsto)? E infine, esistono degli strumenti per compensare
l'eventuale inerzia regionale? in particolare, è
pensabile che lo Stato si sostituisca alla Regione quando le circostanze
rendano necessaria l'adozione immediata di un atto con forza di legge, e quest'ultima non intervenga?
Da ultimo,
analizzando il problema da una diversa angolatura, nelle materie di competenza
esclusiva regionale resta ancora uno spazio per il potere statale di
decretazione d'urgenza? In particolare, si può ipotizzare che il verificarsi di
casi straordinari di necessità ed urgenza legittimi comunque
lo Stato a intervenire per fronteggiare l'emergenza?"
di Alessandra Concaro (ricercatore
di Diritto costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli
Studi di Milano).
Ma la cosa, in accordo con
Pandora, non finisce qui. Il governo presenta la riforma costituzionale (per la
parte che sto trattando) in nuova veste nell'aprile 2003. Questa volta si invertono i termini del problema: attaccando palesemente
Disegno di
legge costituzionale “Nuove modifiche al Titolo V, parte seconda, della
Costituzione” - Consiglio dei Ministri 11 aprile 2003
Art. 2
(Sostituzione dell’articolo
117 della Costituzione)
L’articolo 117 della
Costituzione è sostituito dal seguente:
“Art. 117
La
potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della
Costituzione e dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali e
dall’ordinamento comunitario.
Lo
Stato esercita la potestà legislativa esclusiva nelle seguenti materie:
....................
w) norme generali
sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca scientifica e innovazione
tecnologica; ordinamento delle professioni;
Allo stato verrebbero assegnati miserabili compiti come riportato nella
lettera w. Ma non è ancora finita, perché nel settembre dello stesso anno
interviene una nuova formulazione delle modifiche del Titolo V:
SCHEMA DI DISEGNO DI LEGGE
COSTITUZIONALE CONCERNENTE
Articolo 30
1. L’articolo 117,
quarto comma, della Costituzione è sostituito dal seguente:
“Spetta alle Regioni
la potestà legislativa esclusiva nelle seguenti materie:
a) assistenza e
organizzazione sanitaria;
b) organizzazione scolastica,
gestione degli istituti scolastici e di formazione,
salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
c) definizione della
parte dei programmi scolastici e formativi di interesse
specifico della Regione;
d) polizia locale;
e) ogni altra materia non espressamente riservata alla
legislazione dello Stato”.
......................
A queste giravolte che ammazzano
La questione da
porsi, quindi, non dovrebbe tanto riguardare il come garantire l'efficienza del
Senato, quanto, piuttosto, la definizione del tipo d'intervento da attribuire
all'Organo rappresentativo delle Regioni in merito alle competenze legislative assegnate allo Stato.
Ma è proprio in questa definizione che il progetto dei saggi realizza
un'assurda suddivisione di competenze tra
In altre parole, attraverso il "bicameralismo asimmetrico" proposto, gli
elettori votano per il Governo del Paese ben sapendo, però, di non avere voce
in capitolo riguardo la determinazione di alcuni interessi nazionali.
......................
Per concludere,
infine, con le modifiche al Titolo V, rimane lo sconcerto di dover commentare
quanto previsto per Roma Capitale.
Incredibile ma vero, in poche righe è possibile trovare tutto ed il contrario
di tutto.
[la sottolineatura è mia].
Non resta a questo punto che chiedere a chi invoca la modifica del Titolo
V, per attaccare la scuola e renderla un pascolo di pedagogisti con dubbie
capacità di comprensione dei contesti, a quale
modifica si riferiscono. Di cosa parlano? Quando si fornisce uno slogan agli
sciocchi, questi sono capaci di parlarne in eterno finché non si dice loro che era uno slogan. Ma costoro non
demordono e chiedono un nuovo slogan perché tengono famiglia. Inoltre è
possibile chiedere a certi ispettori di non vendere merce che non esiste quando si fa la disamina delle ricadute della riforma
del Titolo V, perché ci si riferisce alla legge 3/2001 ed all’articolo 7 del dpr 275/99 ed agli articoli 138 e 139 del dlgs 112/98 in materia di istruzione? Occorre dire che chi
continua con queste tiritere non ha capito che al potere vi sono dei
secessionisti che stanno distruggendo lo Stato. Purtroppo non capiscono e con
il loro slancio riformatore accreditano le politiche dei lanzichenecchi al
potere.
Ma, dati i loro livelli, vanno molto più in là
risultando più secessionisti di Bossi. Affermano infatti,
come fa Tiriticco:
" E’ veramente
fuori del tempo e fuori dalla norma continuare a
pensare in termini di istruzione pubblica erogata tout court dallo Stato, in
quanto – se mi è concesso – sono essenzialmente le Regioni la nuova forma di
Stato sul territorio. Ovviamente, si incontreranno
numerose difficoltà sulla strada di questa riconfigurazione
della nostra Res Publica, ma si tratta pur sempre di
un cammino verso una più compiuta democrazia e verso l’erogazione di un
servizio più efficiente ed efficace".
In questa frase vi è tutto il dramma che viviamo:
l'essere ed il dover essere; la realtà ed il sogno; l'Italia e
"Ormai lo
abbiamo deciso! Alle Regioni compete l’intera amministrazione degli “affari
scolastici” – e la stessa Corte costituzionale lo ha confermato più volte! –
come a loro compete la legislazione esclusiva in materia di istruzione
e formazione professionale."
[la sottolineatura è mia].
Quel plurale maiestatis la dice lunga sui livelli di competenza
politica del pedagogo. Vivono in caverna e non sanno cosa accade. Ricordano
quelli che si nascondevano quando si resisteva ai
fascisti per poi venir fuori e gestirne la cacciata. Obbedir tacendo e ...
basta, poiché il morir spetta almeno ai carabinieri (senza punto
esclamativo, altrimenti Tiriticco mi dice che lo plagio).
A questo punto però il
nostro non tace come dovrebbe data la precedente affermazione. Ma, purtroppo parla. Tenta di dire come si dovrebbe fare
assumendo così un atteggiamento centralistico non in
accordo con l'auspicata regionalizzazione. Ma, potrebbe obiettare il Tiriticco,
è che il MIUR (poiché non gli piace il MPI) sta legiferando alle
spalle delle Regioni! (il punto esclamativo è
suo). Ma allora Tiriticco è
disinformato, non sa che questo è uno degli argomenti del contendere. Neppure
ha letto quanto ho succintamente riportato di Ragusa ?
Di fronte cioè ad una paralisi regionale (si dica
altrimenti quale iniziativa regionale vi è, soprattutto tenendo conto che non
si sa rispetto a cosa dovrebbero prenderla) chi decide ? Lo Stato si ferma ? Cediamo il potere a Tiriticco ? Egli è una miniera di contraddizioni, dice
che non si deve intervenire centralmente ma spara suoi giudizi dal sapore
sovietico:
"I nostri [gli 'esperti'
dell'amministrazione che hanno scritto con l'ottica
del vecchio MPI (sic!)] non si sono minimamente sforzati di pensare che, nella
nuova stagione formativa inaugurata dal nuovo Titolo V, occorreva rileggere e
riscrivere l’intero sistema formativo, in modo da dare veramente a dio e a
cesare ciò che a ciascuno spetta!"
Vi rendete conto che il
nostro vuole scrivere a sua immagine il sistema formativo italiano ? Parla e straparla in pedagogese
( finalità,
standard,
“livelli essenziali delle prestazioni”,
piste di percorsi curricolari,
“progettazione formativa”, teorie del curricolo, che è altra cosa dalla “programmazione
didattica”, i nuovi saperi,
i nuclei fondanti delle discipline,
... ), legge pure
"Se negli anni Quaranta il
costituzionalista poteva anche supporre e definire “l’istruzione artigiana e
professionale” come un percorso destinato ai più, subalterno
rispetto a quello più nobile, gestito dallo Stato e destinato a una
platea ristretta, ai capaci e ai meritevoli, il costituzionalista del 2001
opera in una realtà ben diversa, in cui non ci sono i più e i meno, ma ci sono
i tutti che hanno il diritto e il dovere di istruirsi, perché il mondo del
lavoro è radicalmente cambiato rispetto agli anni Quaranta. Il nuovo padre
costituzionale prende atto di questa nuova realtà e dà indicazioni di linea, di
natura costituzionale, appunto. E’ il legislatore ordinario che non ha saputo
leggere la nuova Costituzione."
Cosa c'è in questa
frase che fa rizzare i capelli ? Un paio di cose: il
riferimento al 2001 (legge 3) quasi che non siamo ormai al 2005 con quanto ho
già detto; la grande evoluzione al 2005 con
Concludo con l'auspicio che finisca la
vendita di tappeti. Tutti ne abbiamo casa piena.
Soprattutto si faccia una operazione di correttezza e
limpidezza editoriale: un articolo che contiene alcuni concetti non si può
moltiplicare all'infinito cambiando titolo e cambiando l'ordine degli addendi. Si invii lo stesso articolo con lo stesso titolo a tutti
coloro che si ritengono utili destinatari. La pratica del travestimento
degli articoli funziona per i concorsi che danno accesso agli alti gradi del
Ministero, nessuno controlla e si fanno carriere. In una comunità scientifica
si sarebbe cacciati con ignominia.
PS1.
Si è concluso
ieri lo scempio costituzionale che modifica
PS2. E' venuto in mente
a qualcuno che lo spezzatino regionale della scuola è funzionale alla sua
privatizzazione ? Di questo e di Bolkestein
non si parla. I bambini piccoli fanno così: si mettono le mani davanti agli
occhi e l'orco non c'è più. Ma l'importante sono i
licei .. otto? meno? di più?