Attardato, così mi dipinge
Roman con obliqua figura retorica: tarda è la mente, egli sottintende, torpido il pensiero.
Attardato, con pennello, colla e manifesti del 2001, fondo su pregiudizi una oscura propaganda elettorale - per chi, di grazia? - mentre ormai siamo, e non me n'ero accorto, nel cuore del 2004.
Non me n'ero accorto e mi spiace: l'età, Osvaldo, che vuole che ci faccia? Glielo chiedo con Turati, che avrà sentito nominare: "
mi assolva, mi faccia assolvere" e mi creda: leggo attentamente, mi aggiorno e cerco di comprendere tutti i significati reali che lei coglie.
Il fatto è che non ci riesco!
Eccole perciò la mia pubblica autocritica e ne voglia tener conto.
Ho limiti insormontabili: di cucina, ad esempio, non m'intendo e, se non le spiace, per la lista delle vivande che si preparano in Commissione Cultura, chiedo tempo. Leggerò poi la sua
vulgata per cucine povere e le saprò dire. Intanto, com'è stato finora, mi limiterò a trangugiare.
E' il suo ideale, questo, ed ha ragione. Nell'infinita sua riformistica saggezza, i ruoli sono chiari: a lei tocca pensare; quelli come me si costringono a pronunciare disciplinati il loro sì e la sua democrazia cresce felice.
Lo so, l'unitarietà, di cui tanto accortamente scrive, è un valore indiscutibile e certo non me lo ricorda per indurmi a sposare, col peso d'un ricatto, le idee della sua parte. E' solo una mia sciocca sensazione. No. E' che io, tardo e tonto, sono insensibile alla forza coalittiva che la sua sinistra limpidamente esprime per definizione di fronte alla destra, ed allora giustamente mi richiama all'ordine.
Osvaldo ha ragione: se non fossi così stupido, la smetterei di pensare che ormai siamo incompatibili perché abbiamo posizioni diversissime su tutto: scuola, guerra, terrorismo, stato sociale per fare degli esempi. Ma sì, la pianterei, e, in nome della guerra alla destra, accetterei disciplinatamente le dichiarazioni di D'Alema sulla scuola, i cortei che Fassino si fa con Berlusconi, le bestemmie di Violante su Foibe e Resistenza, l'approvato e puzzolente letamaio iracheno: lo farei, perché le vergogne sono nate di destra, e sono io, demente, che non so capirlo. Come confutare la sua brava lezione sulla
"stucchevole teoria, che - cito testualmente -
accusa il centro sinistra di avere aperto con i suoi provvedimenti la strada a tutte le nefandezze della destra"?
Le verrà un colpo, Roman, ed è comprensibile, ora che le dico ciò che penso, dopo questo suo illuminante articolo sulla mia campagna elettorale per il 2001. Penso che per le prossime elezioni - Europa, intanto, più in là le politiche - esistano tre schieramenti: la sinistra della cultura di governo che non si è mai attardata sul 2001, la destra dichiarata - che non ha saputo governare - e una sinistra minoritaria, che ha provato a fare opposizione vera - prenda il voto sull'Iraq - ed è più sensibile ai problemi della gente che a quelli degli schieramenti. Lo penso non solo, ma - veda un poco! - mi auguro che questa opposizione conquisti il voto di chi a sinistra non va più a votare e quello di chi non ha più fiducia nei supplenti. Mi auguro che crescano i comunisti Italiani, rifondazione e i verdi e che la sinistra dei Ds, giunta alle scelte cui è destinata, porti i suoi voti a questa opposizione: c'è il rischio che diventi maggioranza.
Oggi, però, lo vedo, nella sua infinita bontà, lei ha perdonato: "
non rimprovero più - scrive testualmente -
quelli che a sinistra, con il loro comportamento elettorale, hanno consentito l’avvento del governo della destra"; oggi lei, nella sua somma scienza politica, non se la prende più con quanti hanno
"irresponsabilmente messo, anche a causa di sballate analisi della legge 62, sullo stesso piano di quello del centrosinistra", lo schieramento di destra. Ebbene, Roman, mi vergogno.
Sì, mi vergogno di non saper essere altro che di sinistra e di imporle pertanto di militare dalla mia parte.
Da oggi tuttavia - e può esserne lieto - scriva ciò che vuole, io le opporrò il silenzio.
E' come dice: sono tardo e lento. Non basta, però, e se ne convinca: sono anche irrecuperabile.