Obbrobri giuridici e scamorze veraci
Grazia Perrone - 08-12-2003
Puntualizzazioni

Luigi Berlinguer, il centro-sinistra e la “lobby” dei presidi (non il dott. Campione!) hanno “partorito” l’obbrobrio giuridico della dirigenza scolastica i cui “malefici” effetti ho cercato di rappresentare in una nota pubblicata, tempo fa, su Frg … Nota - sia detto tra noi - rimasta senza riscontro alcuno da parte dei soggetti sindacali e politici che ho “tirato in ballo”.

Sempre Berlinguer (e non Campione) è il responsabile politico di un altro obbrobrio giuridico: la legge 62/2000. Ovvero quella sulla “parità scolastica” che, tra le altre cose, consente alle “paritarie” (cfr. art. 5) di avvalersi di personale docente (nella misura di un quarto del totale) a titolo gratuito, ovvero senza retribuzione alcuna in totale disprezzo delle leggi. Va detto che, tale prestazione “volontaria” (e gratuita) effettuata "obtorto collo" da numerosi docenti delle "paritarie" pur di conseguire punteggio utile per l'inserimento in graduatoria, è stata – successivamente – “premiata” dal legislatore (questa volta di centro-destra sulla “spinta” di una pronuncia del Tar Lazio) dalla parità del punteggio (rispetto alla scuola statale) per il servizio prestato.

Secondo il testo legislativo in oggetto il sistema educativo italiano è diventato misto, con scuole paritarie organizzate secondo gli ordinamenti generali dell'istruzione, salvaguardando la piena libertà di orientamento culturale e indirizzo pedagogico e didattico. L'articolato normativo licenziato dal Parlamento (e osteggiato dall’opposizione di centro-destra perché ritenuto troppo “blando”) si sviluppa secondo tre linee guida:

· il sistema nazionale,

· i requisiti essenziali,

· il sistema delle borse di studio.


Sistema nazionale

Le scuole statali e le private paritarie formano il sistema nazionale della pubblica istruzione. Si definiscono paritarie le istituzioni non statali, comprese quelle degli enti locali, che, "a partire dalla scuola per l'infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell'istruzione, sono coerenti con la domanda formativa della famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia". Le scuole paritarie dovranno accogliere chiunque chieda di iscriversi, compresi gli alunni portatori di handicap.

Ogni progetto educativo potrà avere una propria connotazione culturale o religiosa. Non sono obbligatorie le attività extra-curriculari che presuppongono adesione a ideologie o confessioni religiose.

Requisiti essenziali

Le scuole che vorranno la parità dovranno avere strutture e attrezzature conformi alle norme, un progetto educativo rispondente alla Costituzione e personale docente abilitato. Qualifica imposta anche a eventuali "volontari" purché l'impiego di questo personale non superi "un quarto delle prestazioni complessive" (sic!).

Borse di studio

Lo Stato persegue l’obiettivo della tutela del diritto allo studio e all'istruzione di tutti gli alunni italiani. A tal fine attiva un piano straordinario di finanziamenti di cui saranno destinatarie le Regioni. Queste assegneranno borse di studio alle famiglie meno abbienti. I criteri per la ripartizione sono stati fissati dal ministero della Pubblica istruzione entro 60 giorni dall'approvazione della legge. I beneficiari potranno usufruirne detraendo la somma dall'imposta lorda "riferita all'anno in cui la spesa è stata sostenuta". Si è trattato di 250 miliardi per il 2000 e 300 mld a decorrere dal 2001.


Considerazione finale

Non mi sorprende che il governo di centro-destra persegua una politica scolastica (e sociale) di … destra!

Quello che mi lascia perplessa (a dir poco) è che la stessa politica sia stata attuata – senza alcuna forma di contrasto sociale degno di questo nome - dal (cosiddetto) centro-sinistra!!!!




interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Ilaria Ricciotti    - 08-12-2003
"Così è se vi pare".

 Emanuela Cerutti    - 08-12-2003
E' vero che le parole, anche scritte e decretate, non bastano mai a farsi capire, che occorrono interpretazioni per chiarire il non detto e per mostrare le mille facce di un unico assunto. Per permetterci di tenere sempre aperta una via di fuga, in fondo: non è tutto italiano il proverbio per cui "fatta la legge trovato l'inganno" ?
Questo gli studenti, più autentici e netti di noi adulti navigati, lo colgono bene e senza mezze misure. E pongono un limite all'evidenza.
La legge 62 è un fatto, la privatizzazione pure. Si può essere o meno d'accordo, ma negare l'evidente e ridurlo a punto di vista soggettivo è quanto meno parziale. E non aiuta certo a districarsi nelle vicende politiche ambigue di questi periodi. Aiuta solo a formare trincee e barriere, cosa che non è lo scopo di un confronto aperto e democratico.

 Ilaria Ricciotti    - 09-12-2003
Molti di noi uomini siamo davvero una razza molto strana, camaleontica e spesso masochista.
Facciamo finta di non capirci, ed allora usiamo paroloni, o rammentiamo leggi e leggine interpretabili in modo diverso o presentate a senso unico ed estrapolate da un contesto ben preciso. O, quando una persona, un'istituzione, un'associazione, un ente o un partito non ci fa più "comodo", giriamo i tacchi e ce ne andiamo sbattendo la porta, o peggio ancora, se uno dei soggetti nominati ci ha aiutato e non può continuare a farlo più , allora ci rivolgiamo ai potenti, cambiando colore della pelle proprio come i camaleonti. Inoltre molti di noi amano molto anche farsi del male. Ed allora vengono lanciati strali o frecce accuminate e velenose nei confronti di coloro con cui in fondo in fondo siamo in sintonia.C'è dfferenza in questo tra destra ed una certa sinistra?
Molti di noi diamo quest' idea, quando scriviamo, quando parliamo, quando agiamo. Però molti di noi per fortuna poi ricominciano, almeno è sperabile, insieme il cammino, ma gli altri?

Gli altri fanno vincere proprio colui o coloro di cui sparlano.

Ecco infatti a mio avviso il decalogo per far vincere la destra.

1) Dimenticarsi che il mondo attorno a noi continua a girare sempre più velocemente a destra.

2) Dare le colpe dell'attuale disastro a chi ci ha preceduto.

3) Non ricordare quanti diritti vengono violati quotidianamente.

4) Essere convinti che schiaffeggiare chi è stato nostro amico o compagno di lotte comuni faccia bene ad entrambi.

5) Creare vortici d'aria nella propria casa credendo che essa ci rinfreschi e non si tramuti in dannosi cicloni, pronti a risucchiare tutti i nostri ricordi.

6) Giocare a nascondino, senza mai riuscire a fare "tana libera tutti".

7) Non ricordarsi di aver camminato per le vie di una capitale ed essersi incontrati in una grande piazza multicolore.

8) Non ascoltare la propria voce che reclama giustizia, come quella di altri. La stessa giustizia sociale.

9)"Affermare e correggere, dire e disdire, costruire e decostruire" come si sta comportando qualcuno che conosciamo bene.

10)Sentirsi degli eterni incompresi, perdere la propria autostima e non far sapere ciò che di positivo si è costruito.

Se seguiremo questi dieci modi di fare, sicuramente non andremo molto lontano. Ma forse è proprio questo che alcuni di noi vogliono: non vincere le prossime elezioni.
Spero vivamente che questa sia soltanto una mia sensazione epidermica e che altri più equilibrati, più preparati politicamente e sindacalmente di me abbiano ragione.

 Caelli Dario    - 14-12-2003
Signora Ricciotti... dimentica di dire che la sinistra al governo ha fatto cose di destra che prima , palesate dal centro-destra ha demonizzato. Cito su tutte la riforma delle pensioni. Non quella attuale, ma quella, ben più incisiva a suo tempo, fatta dalla sinstra. E' poi singolare che a fronte di provvedimenti discutibili e di fatti rimandati alle calende greche, la sinistra attuale voglia dare la colpa alla destra. La riforma della scuola con l'equiparazione delle paritarie è della sinistra, il concorsone e la mancata assunzione in servizio in termini temporali ragionevoli anche.
La legge sul conflitto di interessi naufragata in un bicchiere d'acqua e in tempeste tutte interne agli schieramenti di sinistra è un dato di fatto.

Una sinsitra che di riformista non ha avuto nulla, nel senso che non ha fatto cose di sinistra, non può credere ragionevolmente che la destra debba fare cose di sinistra per essere benedetta, o che l'elettorato che l'ha punita non riconfermandola sia solo un'accozzaglia di inetti che girano la testa dall'altra parte per non vedere.

Con onestà la sinistra riconosca le sue colpe e si prodighi a formulare un programma per le prossime elezioni, che sono più vicine di quanto non sembri. La sterile polemica e i regolamenti di conti paiono lo sguaiato starnazzare delle oche, fossero anche quelle nobili del Campidoglio.

E che la destra non stia facendo bene è ormai assodato nella stragrande maggioranza del paese. Ma ciò non basta per poter governare bene nella prossima legislatura. Servono idee e progetti. Servono capacità di costruire programmi e di metterli in pratica. I decaloghi... lasciano purtroppo sempre più indifferenti, capita così anche a quelli di origine divina, figuriamoci a quelli di origine umana.