Mi piace pensare...
Bianca Maria Cartella - 29-06-2020

Mi piace pensare che la tua letterina sia stata stilata da un qualche giovane virgulto, vittima inconsapevole quanto incolpevole di quell'imbuto che ti piace tanto! Mi piace pensare che tutti i celeberrimi personaggi citati nella letterina, dai Padri costituenti a Malala, da Don Milani a Calamandrei, siano stati oggetto di approfondimento per chi li ha scomodati. O che, a costoro, sia almeno stata riservata una piccola transizione imbutifera! Mi piace pensare che ci fosse dell'ironia in quel "siamo partiti da zero" perché guarda che a zero stanno esattamente solo le chiacchiere di una letterina insulsa e disonorevole per la firmataria. Alla quale sarà certamente sfuggito che il PNSD risale al 2007 e che lo stesso è stato poi implementato nel 2015 con le note 35 Azioni. Mi piace pensare che tu sappia che le Indicazioni Nazionali risalgono anch'esse al 2007, divenute Nuove Indicazioni Nazionali nel 2012 ed implementate dai Nuovi Scenari nel 2018: pertanto mi sfugge il senso del richiamo alla loro primissima pubblicazione databile a 13 anni fa!
Poi c'è l'atto di fede "la ripresa di settembre funzionerà". E qui deve essere intervenuto l'imbuto della fede: una fede incommensurabile in inutili sogni di facciata, totalmente privi di basi operative serie. Proviamo a tracciarle insieme. Se lo sfondo integratore deve essere il distanziamento sociale, sarà bene ricordare che le classi devono essere composte da non più di 15 alunni! Che avere tante aule - tutte colorate come rappresentate dal tuo onirico pensiero - senza adeguata copertura degli organici, non servirà molto! Che i patti di continuità sono sempre stati presenti nelle scuole italiane. Quindi mi piace pensare che si sia trattato solo di una svista il non aver informato gli USR della necessità contingente di non autorizzare classi da 30 alunni. Così come mi piace pensare che tu comprenda che le classi dimezzate non possano essere considerate imbuti ordinatamente impilati in dispensa, in attesa di un insegnante che verrà...
Eppure sarebbe stato semplice: NO INVALSI, NO alternanza, NO progetti, NO corsi di aggiornamento inutili, NO concorsi ridondanti, NO 107, NO classi pollaio, NO bugie.
Sarebbe stato agile: SI stabilizzazione dei precari (Direttiva europea 70/1999, recepita dall'Italia con decreto 368/2001), SI classi civili (13-15 alunni), SI tutela dei lavoratori fragili (Documento tecnico INAIL-aprile 2020).
E, invece, presa da un delirio di onnipotenza, delirio soprattutto onirico, sei andata ad impelagarti in una serie di affermazioni prive di senso. Non c'era bisogno di un comitato di esperti per dichiarare che "a settembre avremo una scuola aperta a tutti". Perché, negli ultimi settant'anni, abbiamo forse avuto una scuola chiusa a qualcuno? Non c'era bisogno che qualche che qualche tuo giovin collaboratore scrivesse che "la scuola di settembre sarà responsabile e flessibile". Perché, prima com'era? È mai stata una scuola irresponsabile ed ingessata? Non era necessario puntualizzare che "a settembre gli istituti saranno puliti". Perché, fino ad ora cosa pensi che fossero? Discariche a cielo aperto?
E poi, questo devo dirtelo: "il ministero che ho l'onore di servire" è l'ennesimo non-sense perché "servire" è una parola grossa e "onore" è un valore importante. Non meno importante di un'interessante metafora con la quale riproponi l'intramontabile DIY: "ogni singola scuola creerà il proprio vestito su misura" che è un modo tanto indolore quanto scontato che ci riconduce indietro nel tempo ai corsi di taglio e cucito. Ma tante cose non puoi saperle; non puoi proprio comprenderle, semplicemente perché non le hai vissute. E, devo aggiungere, non le hai studiate neanche in modo approssimativo.
Quindi tutti questi chilometri su e giù per l'Italia te li puoi anche risparmiare. Almeno fino a quando non ti sarà chiarissimo che senza una visione complessiva della scuola della Repubblica che NOI -operatori della comunità scolastica- serviamo, tutto sarà vano. Perché, credimi, la tua Vision - che non riesce ad andare oltre le scuole colorate - è un'offesa per gli italiani. E non solo.
"La rotta è stata decisamente invertita" resta un tuo personale convincimento. La vera verità è che l'emergenza della pandemia poteva realmente far compiere una seria inversione di rotta ad una scuola che, nell'ultimo ventennio, è stata progressivamente smantellata, aziendalizzata, demansionata, ignorata. Una scuola sulla quale si è disinvestito per decenni, necessita di più di due mesi per tornare ad essere una Scuola Vera che temo non esista più.
Ma se due mesi sono l'unica opzione possibile, li utilizzerò anch'io per sognare. Per sognare ed assaporare quello scatto di orgoglio con il quale noi - 9 milioni di cittadini facenti parte a vario titolo della comunità scolastica - abbiamo sempre salvato la scuola dalla deriva alla quale, da decenni, è stata condannata.
Tu parli di "stagione nuova, scatto in avanti, diritto di sognare" e a me piace pensare che la stagione nuova possa essere -banalmente- un autunno in presenza e in sicurezza; che lo scatto in avanti possa configurarsi -semplicemente- come la stabilizzazione del precariato. Analogamente, se vogliamo proprio parlare di sogni, avrò anch'io il diritto di sognare una scuola senza letterine e, possibilmente, senza ghostwriter. Che costano assai e non servono a molto. Soprattutto dopo aver considerato che la teoria degli imbuti, con loro, non ha funzionato.
Infine "ogni pietra che metteremo in questa ripresa" è una frase impegnativa: lascia immaginare un enorme imbuto attraverso il quale far confluire un numero imprecisato di pietre, accumulantisi in modo sciatto e disordinato.
Il problema è tutto nell'"in". E' arduo spiegare. Quindi, mettiamoci una pietra sopra. Tombale però.
Bianca Maria Cartella

http://nonsoloresistenza.blogspot.com/2020/06/mi-piace-pensare.html


Tags: Covid-19, Ministro


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