La linea surreal-beffarda
Francesco di Lorenzo - 16-04-2016
Ora che sono state partorite le date dei concorsi nella scuola, ultima demente invenzione di intelletti distratti, si passa a contare quanti ricorsi verranno accettati e quanti invece saranno respinti. Basti solo sapere che vi parteciperanno docenti con esperienza ventennale, già vincitori di altri concorsi; precari storici; neolaureati e insegnanti vicino all'età normalmente denominata pensionabile. Tutti insieme, non si sa quanto appassionatamente (forse neanche un po'). Si tratta, a guardarlo da una posizione ravvicinata, di un rito inutile, epigono (forse) di una riforma che non ha cambiato nulla della scuola italiana, mentre ha reso sempre più stanca una categoria (i docenti) che avrebbe avuto bisogno di una salutare iniezione di fiducia. Tutto qui. Invece, in questa riforma non si trova né un accenno a metodi di insegnamento più adeguati, né un incitamento ad una formazione continua e più appropriata, né un tentativo di superamento di vecchie barriere tra materie e organizzazione didattica. Insomma, niente di niente, se non un imbarbarimento generale che sembra guidato dall'alto. Cos'altro può indicare un guazzabuglio in cui professori cinquantenni si trovano, per solo mezzo punto, a dover essere riesaminati e con la prospettiva di continuare ad essere precari a vita? Forse alla fine, pensandoci, non c'è dietro tutto questo neppure un disegno, il che risulta ancora più degradante.

Poi, a chiusura del cerchio, ti arriva, per cercare di dividere la parte sana, cioè i docenti, la tegola del bonus per i prof buoni e meritevoli.
Si tratta di 23mila euro lordi che ogni scuola avrà in dotazione e che dovrà distribuire ai propri docenti dopo che il 'comitato di valutazione' avrà deciso con quali criteri assegnarli. Non dimenticando che l'ultima parola comunque spetta al preside/dirigente.
E qui ci sarà veramente da ridere, se non fosse che il fatto in sé genera una dose abbondante di tristezza. A Firenze, i presidi interpellati si stanno muovendo in ordine sparso e discontinuo: ognuno sta adottando criteri particolari (ma può darsi che alla fine ci si metta tutti d'accordo). Per ora si leggono più illazioni che notizie, ma sembrano molte indicative. Ad esempio, c'è il preside Vagnoli, dell'istituto alberghiero Saffi, che ha intenzione di premiare 'i professori che andranno in pensione quest'anno dopo aver dedicato una vita alla scuola'. E anche premiare tutti i docenti che, nel corso degli anni, hanno archiviato materiali e prove da mettere a disposizione degli altri. E come si può non essere d'accordo?
Poi ci darà un premio a chi fa lezioni per classi parallele. Chi invece ha avuto almeno un richiamo disciplinare avrà la strada sbarrata. Che confusione!
Altri presidi hanno stilato una lista di indicatori con il relativo punteggio; per esempio, chi ha accompagnato gli studenti a teatro di domenica o di sera si meriterà 18 punti; come chi scrive i verbali delle riunioni (operazione che mai nessuno vuole fare). Ma c'è posto anche per i tutor dell'alternanza scuola-lavoro, o chi tiene i rapporti con il Coni. Sarà premiato anche chi tiene corsi di italiano agli alunni extracomunitari o chi promuove avanguardie educative come la classe capovolta. Insomma, ogni scuola sta cercando la propria soluzione al problema e il rischio, partendo da Firenze e moltiplicato per tutte le scuole d'Italia, sarà di finire nel un caos infernale.
Ma non c'è da scoraggiarsi, tanto a che serve?
Sarebbe interessante però, per concludere in bellezza, se il Miur assegnasse un premio speciale alla scuola che si è distinta per aver scelto i criteri più simpatici, meno usuali, più creativi. Così, per il gusto di mantenersi su una linea che sta tra il surreale e il beffardo.

Tags: scuola, buona scuola, bonus, concorso, comitato di valutazione, Miur


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