A proposito di controdépliant
Uds - 25-11-2002
Ci vogliono fregare!
La volontà di accelerare i tempi di una riforma molto contestata, anche all’interno della stessa maggioranza, risulta chiaro dal tentativo della Ministra di voler legittimare il proprio progetto di legge anche attraverso accordi bilaterali con regioni e province. Diversi sono gli aspetti dei protocolli d’intesa firmati con la regione Lombardia e la provincia autonoma di Trento che riteniamo devastanti:
  • In primo luogo nei protocolli d’intesa non solo viene fatto riferimento ad una legislazione non ancora in vigore, ma anche a disegni di legge che il parlamento deve ancora discutere e varare;
  • Per il protocollo d’intesa con la regione Lombardia le qualifiche triennali di formazione professionale saranno definite da un comitato paritetico composto da due membri nominati dal MIUR, 2 dalla regione, 2 dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e “di volta in volta, e a seconda delle necessità,… senza diritto di voto e alcun onere a carico delle amministrazioni” saranno invitate le forze sociali, le imprese e le autonomie locali tutto nell’ottica del “dialogo continuo con le parti sociali” che da mesi Berlusconi vuole vendere agli italiani;
  • Come previsto dal nuovo titolo V della Costituzione, lo Stato dovrebbe definire le norme generali sull’istruzione e garantirne così una certa uniformità a livello nazionale, questa procedura viene di fatto violata perché in Lombardia il progetto formativo di riferimento è stato elaborato da un ente privato e nella provincia di Trento l’elaborazione delle prime 2 prove d’esame sarà affidata ai singoli istituti e questo creare una disparità sempre più ampia tra istituto e istituto tutto nell’ottica della libera concorrenza tra scuole.
    Vi è una violazione inaccettabile della legge 9/99 (innalzamento dell’obbligo scolastico a 15 anni) abbassando l’obbligo a 14 per permettere agli studenti di poter scegliere percorsi di formazione professionale. La legge viene aggirata utilizzando uno strumento del tutto insolito : gli istituti scolastici firmano convenzioni con centri di formazione riconoscendo loro la possibilità di far assolvere l’obbligo scolastico previsto per legge.. Un bel regalo ai centri privati!






  • SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

    Stati generali
    Il Ministro Moratti, mentre migliaia di studenti tentavano di comprendere questa legge delega, annunciò l’intenzione di realizzare un grande appuntamento per meglio illustrare la riforma.
    Si seppe poi che a quell’appuntamento potevano partecipare solo persone espressamente selezionate dal ministro. Inoltre scopo dell’iniziativa era quello di simulare un consenso, che in realtà non esisteva, nei confronti di quella riforma.
    Migliaia di studenti si diedero appuntamento a Roma per contestare la Ministra e per far capire che a quel progetto classista nessuno era d’accordo. All’interno del palazzo, chi voleva dire la propria fu bloccato e costretto al silenzio.
    “Quel dialogo che ho scelto come metodo di lavoro e che continuerò ad alimentare per tutto il processo di riforma” Letizia Moratti, pagina 3 del suo opuscoletto.
    E no, almeno non ci prendete in giro
    Per capirci qualcosa in più sulla legge delega…
    Solitamente un progetto di legge viene prima esaminato e discusso dalle commissioni specifiche della Camera e del Senato.Le commissioni sono organi ristretti nei quali siedono deputati o senatori nella medesima percentuale del partito di riferimento alla camera o al senato. La commissione, salvo eccezioni o modalità operative particolari, presenta alla propria Camera di appartenenza un testo definitivo che a quel punto deve essere approvato. Viene poi inviato all’altro ramo del Parlamento dove segue lo stesso iter. Se anche lì è approvata, la legge può essere promulgata. Anche una Legge delega segue lo stesso procedimento. Essa è predisposta dal Consiglio dei Ministri (cioè dal governo), passa poi all’analisi delle commissioni e poi deve passare il voto delle camere. Come dicevamo prima, il voto delle camere si esprime però solo sul testo della delega, i regolamenti attuativi che andranno a regolamentare in modo assai più specifico la materia, saranno di a esclusiva competenza del Ministro. La stessa Costituzione è molto cauta nel sostenere una simile procedura: per materie così importanti e comunque di interesse generale, sarebbe preferibile un coinvolgimento assai più ampio e non l’esclusione a priori addirittura dei parlamentari!

    ANALOGIE TRA RIFORMA GENTILE E RIFORMA MORATTI

    GENTILE
  • Introduzione esami interni a carattere fortemente selettivo,
  • Creazione di scuole “vicolo cieco” senza possibilità di accesso ai livelli superiori,
  • Distinzione gerarchica fra cultura “classica” e “tecnica” cioè fra cultura disinteressata e cultura con finalità strumentali,

    MORATTI
  • Precanalizzazione forzata a carattere selettivo,
  • Istituti professionali “vicolo cieco” senza possibilità di accesso ai livelli superiori,
  • Distinzione gerarchica tra sistema dei licei e la formazione professionale cioè fra volontà di formare la classe dirigente e dall’altra una formazione professionale funzionale al mercato del lavoro
  • TORNA IL VOTO DI CONDOTTA!
    All’art.3 comma 1 lettera a si legge che oltre l’apprendimento uno degli elementi da tenere in considerazione per la valutazione degli studenti è il comportamento, la famigerata condotta.
    Nel 1997, al termine di numerose mobilitazioni, entrava in vigore lo Statuto delle studentesse e degli studenti, con il quale veniva dichiarata l’inammissibilità della condotta ai fini della valutazione. Obiettivo del ministro è chiaro: tornare alla scuola dove i prof possono nuovamente tuonare bassi voti in condotta come elemento per bocciature e simili. I primi a farne le spese saranno proprio quegli studenti che s’impegnano nelle scuole e che non ci stanno a vedere approvati simili provvedimenti.



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