Lettera aperta al prof. Luigi Berlinguer
Mario Piatti - 02-04-2012
Egregio Prof. Berlinguer

da tempo apprezziamo la passione con cui si dedica a far sì che nella scuola italiana venga praticata una buona e completa formazione musicale. E da sempre ci auguriamo che le sue parole vengano ascoltate da governo e parlamento al fine di predisporre atti normativi e finanziari che diano adeguata applicazione alle sue indicazioni.

Ciò non di meno ci spiace che, in alcuni interventi, non si tenga nel dovuto conto quanto tanti bravi insegnanti sono riusciti a costruire nelle loro classi e scuole, con enorme fatica e nonostante i limiti imposti da dissennate scelte ministeriali. Sembra quasi che ciò che c'è di buono per la musica sia dovuto solo all'attivazione del Comitato da Lei presieduto. E' quanto si potrebbe evincere da quanto riportato ne Il Messaggero del 27 marzo u.s.: «... il Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della musica che ho l'onore di presiedere è riuscito ad inserire la pratica musicale nel percorso scolastico delle elementari e delle medie».

Ci pare giusto ricordare che la musica nella scuola media è presente con due ore settimanali fin dal 1979, mentre nella scuola primaria alla musica era stata data particolare attenzione già nei programmi del 1985. A ciò si aggiunga la riconduzione ad ordinamento delle Scuole medie a Indirizzo Musicale (le SMIM) e l'istituzione e il finanziamento dei "laboratori musicali" per altro da Lei voluti. Ed è proprio in base a questi fatti che moltissimi insegnanti hanno potuto "praticare" la musica con i propri alunni, facendo cantare, ascoltare, suonare, danzare.

Pur riconoscendo che, come in tutti i settori, esistono situazioni deficitarie, se carenze ci sono state (e ci sono tutt'ora), ciò non dipende certo dalla incapacità dei docenti, ma principalmente dalle non scelte dei vari governi. Da decenni gli operatori dell'educazione musicale hanno fatto appelli e proposto soluzioni in merito alla formazione iniziale musicale dei futuri docenti dei vari ordini di scuola, alle dotazioni strumentali delle scuole, alle interazioni degli istituti scolastici con le risorse del territorio. Ma tutto questo ha sempre trovato, in ambito ministeriale, un muro di gomma, solo lievemente scalfito dai documenti prodotti dal Comitato da Lei presieduto. Le soluzioni adottate hanno riguardato e riguardano solo poche scuole e per un periodo limitato di tempo, rivelandosi così purtroppo un utile paravento all'inerzia istituzionale relativamente a decisioni strutturali e di sostanza.

Gli Uffici Scolastici Regionali continuano a porre ostacoli all'apertura di nuovi corsi a Indirizzo musicale nelle scuole secondarie di I grado; nelle scuole secondarie di II grado la musica è stata bandita dal curricolo; i pochi Licei Musicali, per i quali peraltro non vengono attivate le classi di concorso per una adeguata selezione dei docenti, non sono in grado di soddisfare la richiesta delle famiglie; molti docenti con adeguata formazione musicale e didattica sono stati costretti a ripiegare sui posti di sostegno a causa dei tagli al personale; le famiglie sono costrette a sopperire alla mancanza di fondi delle scuole per poter permettere ai loro figli di far pratica musicale, anche con i famigerati "flautini" tanto disprezzati dai vari Battistoni, Piovani, Morricone, Battistelli, Accardo, chiamati, magari loro malgrado, a giudicare cose che evidentemente conoscono poco.

Se si vuole che i circa tremila cori e i circa duemila ensemble orchestrali già presenti nelle scuole italiane (dati della ricerca promossa dal Comitato nel 2008) si raddoppino o anche più, bisogna non tanto inventare soluzioni effimere, ma promuovere un'azione forte con governo e parlamento affinché si affrontino e si risolvano i nodi essenziali, ossia: la formazione iniziale dei docenti (che fortunatamente in Italia vanta comunque una solida tradizione); l'istituzione di docenti specialistici da inserire negli organici della scuola primaria; l'attivazione di corsi a indirizzo musicale in ogni Istituto Comprensivo; il ripristino della musica nel curricolo obbligatorio delle scuole superiori con, anche qui, l'attivazione di specifici corsi a indirizzo musicale; la predisposizione d'incentivi per i privati disposti a finanziare le attrezzature per un laboratorio musicale in ogni scuola; un riconoscimento giuridico ed economico (a partire eventualmente da un accordo Stato-Regioni) del ruolo delle Associazioni Musicali del terzo settore per la loro azione sussidiaria verso le istituzioni scolastiche.

Siamo d'accordo con Lei quando scrive: "Una cosa è certa: senza la pratica musicale la scuola è come mutilata". Ma vorremmo che si superasse la fase della proclamazione delle buone intenzioni, per passare ad azioni sostanziali e strutturali. E vorremmo anche che non ci si dimenticasse che il potenziamento della "pratica musicale" non deve mettere in secondo piano una più generale e complessiva "educazione musicale di base", fattore imprescindibile per la formazione delle persone e dei cittadini.

Siamo convinti che anche Lei potrà continuare a svolgere un'azione incisiva verso questi obiettivi, magari con un'attenzione maggiore a quella che è stata la storia dell'educazione musicale in Italia, ed evitando affermazioni che rischiano di indebolire l'esistente, dando l'impressione che tutto inizi con un fatidico "anno 0" dalla costituzione del Comitato o dalla enunciazione di futuribili Piani pluriennali.

La ringraziamo dell'attenzione e inviamo cordiali saluti.

Firme (in ordine alfabetico)

Roberto Agostini, docente di musica nelle scuole secondarie di I grado, professore a contratto AFAM.
Alessandra Anceschi, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, formatrice.
Ilaria Barontini, docente di Flauto nelle SMIM, Arcola (SP).
Andrea Basevi, docente di Armonia complementare, Conservatorio di Alessandria.
Pier Carlo Bechis, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Castenaso (BO).
Fabrizio Cassanelli, La Città del Teatro, Cascina.
Maria Isabella De Carli, già docente di Pianoforte e Metodologia dell'insegnamento strumentale al Conservatorio di Milano.
Maurizio Disoteo, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, ricercatore.
Franca Ferrari, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Roma.
Ciro Fiorentino, referente nazionale COMUSICA.
Silvano Fioretto, docente di Clarinetto, Conservatorio G. Puccini, La Spezia.
Anna Maria Freschi, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Perugia
Checco Galtieri, Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia, Roma.
Paola Lenzi, docente di Elementi di composizione, Conservatorio G. Puccini, La Spezia.
Mariateresa Lietti, docente di Violino nelle SMIM, direttrice della rivista Musica Domani.
Luigi Nannetti, docente di Musica nelle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado, Pontedera (PI).
Roberto Neulichedl, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Alessandria.
Aldo Passarini, compositore e didatta della musica, Tolentino.
Mario Piatti, già docente di Pedagogia musicale nei Conservatori di musica, Forcoli (PI).
Giovanni Piazza, presidente dell'OSI - Orff-Schulwerk Italiano, già docente della Scuola sperimentale di composizione al Conservatorio di S. Cecilia, Roma.
Annibale Rebaudengo, già docente di Pianoforte al Conservatorio di Milano.
Daniela Segalini, docente di Musica e strumento, Bolzano.
Sara Simari, docente di Arpa nei Conservatori di musica.
Maurizio Spaccazocchi, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio G. Rossini di Pesaro.
Enrico Strobino, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, formatore, Biella.
Maria Silvia Tasselli, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Bolzano.
Diego Tomba, docente al liceo Walter von der Vogelveide e G. Pascoli, Bolzano.
Tullio Visioli, Scuola Popolare di Musica di Testaccio e Università Lumsa, Roma.
Maurizio Vitali, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, direttore del Centro Studi Musicali e Sociali "Maurizio Di Benedetto", Lecco.
Cristina Zoppo, docente di Musica nelle scuole dell'infanzia e primarie, Padova.

per sottoscrivere andare sul sito www.musicheria.net.

Tags: musica, scuola, Comitato nazionale musica, Luigi Berlinguer


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