Caro Ministro ...
Chiara Moimas - 16-02-2007
Il Ministro della Pubblica Istruzione ha scritto una lettera ai docenti annunciando l'avvio del processo di revisione delle Indicazioni Nazionali ereditate dalla passata legislatura e ritenute transitorie.
La lettera, in alcuni passi, vuole commuovere i destinatari, e potrebbe riuscirci se non fosse che la realtà è completamente distante dalle parole del Ministro....

Il Ministro parla di rapporto virtuoso tra il mondo della ricerca scientifica e quello della scuola, dice che le riforme non si fanno senza gli insegnanti, e dichiarando di essere consapevole delle difficili condizioni di lavoro degli stessi si impegna a trovare nuove strade per valorizzare concretamente il lavoro dei docenti.

Dobbiamo dire che le strade sono state immediatamente individuate, resta da vedere se e come potranno mai valorizzare "il lavoro, la passione e le competenze" degli insegnanti.

La prima mossa è evidentemente quella di non voler assolutamente procedere ad una revisione della gratificazione economica della categoria; immemore delle promesse fatte in campagna elettorale di equiparazione europea degli stipendi, il ministero non si preoccupa minimamente del contratto scaduto da oltre un anno ( in questo purtroppo è supportato dalle organizzazioni sindacali dei confederati che non premono, si limitano ad indire lo sciopero per il contratto dei dirigenti.....chi vuol capire capisce...).

Altra operazione che prelude ad una sicura valorizzazione dei docenti è il taglio operato con il decreto sugli organici a fronte di un aumento della popolazione scolastica; il decreto contiene un passaggio che risulta deleterio per la costituzione delle classi perché prevede la possibilità di formarle con un numero di alunni superiore a quanto previsto dalla normativa vigente, praticamente le classi della scuola primaria saranno anche di 27 bambini e quelle delle superiori e delle materne di 30 (?); questo, il ministro, immagino lo sappia, è un buon inizio per una seria lotta all'evasione scolastica, per la "buona pratica" dell'insegnamento individualizzato, per debellare fenomeni di disagio e di violenza.

Lo stravolgimento della scuola dell'infanzia con la creazione delle classi primavera è anche una buona idea per ridare dignità alla professione; crede il Ministro che ci saranno ancora giovani che frequenteranno la facoltà di scienze della formazione per andare poi a rovinarsi l'esistenza in classi formate da 20 bambini di due anni? Avendo possibilità di scelta nessuno è mai andato a lavorare nelle latomie.

Ancora non conosciamo l'effetto pratico che avrà sulla professione docente l'estensione del regime fiscale per le donazioni alle scuole; aspettiamo di conoscere i nostri benefattori e di scoprire che cosa vorranno in cambio, oltre all'agevolazione fiscale.

Il ministro ha varato la riforma degli esami di stato, ma forse non sa che i docenti ancora non sono stati pagati per la sessione 2006; forse non sa che le scuole sono quotidianamente impegnate nella problematica della sostituzione dei docenti assenti (anche gli insegnanti si ammalano: vivono in mezzo ai virus e sono fortemente stressati).

E' urgente ridare dignità e valore alla classe docente perché i cellulari continuano a squillare durante le ore di lezione e sempre più spesso i docenti sono oggetto di scherno.

La strada intrapresa non sembra andare nella giusta direzione; potremmo anche commuoverci alle parole del ministro, se non fossimo tanto arrabbiati.

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 Antonio Artiaco    - 16-02-2007
Non credo debba screditarsi fino a questo punto la figura del docente della scuola dell'infanzia, non tanto per quanto operato dal ministro Fioroni, ma per come è stata redatta la notizia! Non è possibile assimilare il docente dell'infanzia al lavoratore forzato nelle cave Siracusane!! In quale modo dovrebbe "rovinarsi l'esistenza"? Certo è un eccesso l'iscrizione anticipata a due anni, ma già ora non sono rari bambini di due e mezzo, totalmente indipendedenti. Diamo dignità ad una categoria di docenti che prepara i bambini alla scuola primaria, formandoli e fornendoli di strumenti di esperienze pratiche. Diamo valore alla formazione nella scuola dell'infanzia. Perchè un docente dovrebbe rifuggire questa professione più di un docente delle scuole secondarie o primarie?

 Annastasia Narracci    - 17-02-2007
Come al solito in Italia non si vogliono fare le cose sul serio! E questo è comune ahimè a tutti i governi.
Se veramente si è convinti, come lo sono anch'io, che i cellulari in classe devono restare spenti, allora il governo faccia una norma che dà potere ai docenti e ai dirigenti di togliere momentaneamente i cellulari agli studenti senza incorrere nel rischio di essere denunciati. Ovviamente i primi a dare l'esempio devono essere i docenti. La questione è molto semplice!

 oliver    - 20-02-2007
Caro amico o amica, il Ministro ha fatto bene a fare questa distinzione. Vorrei annunciarti che per i futuri cinque anni non c'è un ritorno ad una scuola mercato dove le materie andavano contrattate. Bene sta facendo il Ministro. Oliver