Rete Aut Of Roma - 30-03-2007
C'era una volta il partito della non-violenza. Il suo segretario sosteneva che, per uscire dal Novecento, i movimenti dovevano essere pacifici.
Novecentesco non è conservare la vigenza della forma-partito laddove ha cessato di essere valida, ma mettersi un casco per ripararsi dalle manganellate della polizia era posto sullo stesso piano della strage
dei kulaki. Oggi quel partito è al governo: in appena dieci mesi, di guerre ne stanno facendo due.
Oggi quel segretario è presidente della camera. Oggi quell'appello alla non-violenza si dimostra per quello che era fin dall'inizio: un tentativo di deprivare i movimenti della loro autonomia, per subordinarli al sistema della rappresentanza politica.
Con linguaggio orwelliano, ci raccontano che stanno facendo la guerra per costruire la pace. Col linguaggio della ragione, rispondiamo che non
esistono guerre buone e guerre cattive: unilaterali o multilaterali, sotto l'egida dell'amministrazione Bush o dell'Onu, le guerre sono dispositivi costituenti dell'ordine imperiale. C'è chi è complice, e c'è chi si oppone.
Tutto il resto sono chiacchiere. E oggi più che mai, le chiacchiere stanno a zero.
Novecentesco non è conservare la vigenza della forma-partito laddove ha cessato di essere valida, ma mettersi un casco per ripararsi dalle manganellate della polizia era posto sullo stesso piano della strage
dei kulaki. Oggi quel partito è al governo: in appena dieci mesi, di guerre ne stanno facendo due.
Oggi quel segretario è presidente della camera. Oggi quell'appello alla non-violenza si dimostra per quello che era fin dall'inizio: un tentativo di deprivare i movimenti della loro autonomia, per subordinarli al sistema della rappresentanza politica.
Con linguaggio orwelliano, ci raccontano che stanno facendo la guerra per costruire la pace. Col linguaggio della ragione, rispondiamo che non
esistono guerre buone e guerre cattive: unilaterali o multilaterali, sotto l'egida dell'amministrazione Bush o dell'Onu, le guerre sono dispositivi costituenti dell'ordine imperiale. C'è chi è complice, e c'è chi si oppone.
Tutto il resto sono chiacchiere. E oggi più che mai, le chiacchiere stanno a zero.
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