Ettore Masina - 13-01-2011
"Sono informato e dunque sono" : è la storia a suggerirci questa constatazione. Ancor più evidente è la versione negativa. E cioè: "Non sono informato e dunque non sono, non esisto". Penso ai milioni e milioni di persone che nel secolo scorso andarono a morire nel nome di ideali che in realtà erano traditi da chi li mandava al massacro: essi, i poveri soldati o i costruttori di opere faraoniche senza senso, o i lavoratori convinti che i padroni avessero sempre ragione e che dunque bisognava accettare salari di fame o che per andare in paradiso bisognava rassegnarsi alla miseria, tutti costoro furono vittime di mancanza di informazioni sulla realtà. La loro icona più celebre e più dolorosa è quella dei tre o quattro soldati giapponesi, che continuarono a vivere per trent'anni nelle giungle di qualche isola dell'Estremo Oriente, in una spaventosa solitudine e regrediti allo stato di uomini dell'età della pietra, perché mancavano di due informazioni essenziali; che il loro imperatore non era un dio invincibile e che la guerra era terminata.