Questione della valutazione |
Riaprire
la trattativa sull’art.29
Ho già detto
altrove che sono d'accordo per portare
a livello di unità scolastica la nostra valutazione, di immetterla nel processo di autonomia.
Però io penso
che per arrivare a valutare la
"nostra qualità" si debbano prendere in considerazione diversi
aspetti del nostro essere insegnanti. La capacità di essere attivi e abili nei processi educativi implica la
valutazione del nostro impegno, ma anche delle nostre conoscenze disciplinari e
metodologico-didattiche.
A livello di
scuola chi avrebbe titolo a valutare "le conoscenze"? Non certo il
preside, e neppure una commissione di insegnanti della scuola. E neppure il
consiglio di istituto.
Forse
l'accertamento delle conoscenze si può risolvere così:
- ritornare
all'obbligo di aggiornamento didattico e disciplinare ma con prova finale da
superare;
- oppure
lasciarlo volontario, ma poi a chi va ai corsi e supera le prove finali si
riconosce un merito/credito professionale.
Conclusione:
Una commissione
o il consiglio di istituto, su richiesta dell'insegnante, mette insieme i
crediti e i debiti (quelli
dell'impegno, quelli dei risultati che implicano l'intervento dei genitori/studenti in merito alla qualità dei
risultati raggiunti dall'unità scolastica, quelli delle conoscenze) e alla fine assegna un passaggio di
carriera.
Il passaggio di
carriera è soggetto sia ad ulteriori
passaggi che a reversibilità.
antonio
limonciello
limant@fr.flashnet.it