Ridere sul concorsone

 

 

Vi propongo questo testo, di autore anonimo; credo non sia necessaria la traduzione di Rolando

___________________________________________

 

 

"Seppelliamoli di ridicolo"

 

 

Un giorno il Ministro s’è svegliato

pensando come diventar famoso.

Dopo aver i suoi Esperti convocato

e Saggi ed Ispettori anche a riposo

e presidi ed in primis i sindacati

amici suoi, è finalmente esploso:

"Per istruire tutti gli Italiani

dovemo fa’ come gli Americani.

 

Prima de tutto, han da impara’ l’inglese;

ch‘ ora é la lingua vera universale :

Io dò l’esempio a tutto’ er Bel Paese

e dico - ‘I care’ - come nell’ospedale -;

poi ho da abbassare le pretese

di quella plebe pseudo-professionale

fatta daji inzegnanti de la scola,

ché presto o tardi jiel’aricaccio in gola.

 

Pe’ questo io je indìco un concorzone

cor palio de le cinquecentomila,

ch’obbliga ‘ste benemerite perzone

a mettese tutte a fa’ la fila

e a assoggettasse ad ogni umiliazzione

cor quizz, che, come fa la pila,

che s’accenne quanno che se tocca,

giusto o sbajato senza fallo scocca.

 

Così puro li miei pensionati,

che vojo nominà miei Commissari

nun hanno da pensà a li risurtati;

basta che dico a tutti i miei gregari

d’annà a prenne lezzion dai sindacati

che pe’ poche lirette e spicci vari

te dicono che sono ‘ste riforme.

Ji antri se gratta e lo ministro dorme.”

 

Dorme sognando l’High School d’oltremare,

u’ non si studia, ma si socializza.

Sogna una scuola, dove non pensare,

ma clicccare, quizzare, entrare in lizza

per collaborare e per piegare

capo, schiena e didietro ad ogni bizza

che venga in mente a quel funzionariato

che dai Signor Ministri è nominato.

 

Finalmente ha raggiunto l’ideale

sì vagheggiato quarant’anni e passa.

Raddrizzato che sia l’error fatale

sul paese che guida, con grancassa

canta di nuovo un’Internazionale,

condita con i pancakes e la melassa,

chè i nostri cittadini del domani

li farà zombi e finti americani.

 

Sogna a occhi aperti. E nelle scuole ha esposto

un busto, su cui fa scalpellare l’iscrizione :

“Io so’ er Ministro, ch’ ha rimesso a posto

er coma de la Publica Istruzzione,

svendendo er baraccone a basso costo.

Me merito davero ‘n’ovazzione

ch’ho stabilito infine l’uguajianza

dei miei docenti co’ la mia ignoranza”.

 

Ma il busto si è poi tanto gonfiato,

Che un giorno è esploso e non si è più trovato

______________________________________________________________

[Alberto Biuso]