Proposte |
Proprio le
proposte avanzate dai colleghi Cremaschi - Cremascoli
nonché la risposta "lungimirante", direi
"profetica" del collega
Marino Bocchi
("La cuccia del cane") mi hanno stimolato all'intervento che allego.
Grazie, Marino; quando non so più a che santo votarmi, cerco di consolarmi
ripetendomi la frase evangelica che "i pochi sono il sale della
terra", ma ci riesco sempre di meno e la pensione è solo un miraggio.
Laura
Pavoni
Intervento per
l'assemblea sindacale delle scuole superiori richiesta dall'Itcg
"Morea" di Fabriano che ha convocato come interlocutore sindacale una
rappresentanza della C.G.I.L.
L'assemblea è stata tenuta in data 2/2/00
Sono
un'insegnante somara, qualunquista, corporativista e retrograda e ciò premesso,
allo scopo di far chiarezza fin dall'inizio, desidero esporre le mie opinioni
in questa sede.
In questi giorni
di protesta comune tante sono state le parole di
ribellione
contro un sistema di selezione che ci offende e ci umilia, accuse che condivido
pienamente senza alcuna riserva. Ma tra le proteste non ne ho colte molte che
si opponessero alla radice di quel perverso meccanismo che ha partorito, per
ora, il famigerato concorsone, e che in seguito partorirà di ben peggio: tale
radice è l'avallo, l'accettazione acritica della necessità che la categoria
debba essere sottoposta a VALUTAZIONE se intende ottenere incrementi salariali.
Tutto ciò con l'ipocrita giustificazione della necessità che la categoria
l'introduzione dell'autonomia scolastica. Io invece rifiuto con forza un simile
"assioma" . Con le seguenti motivazioni:
1) qualcuno mi deve dire se c'è una categoria
del pubblico impiego nel cui contratto è stato introdotto il principio della
necessità che gli appartenenti si sottoponessero alla valutazione del loro
lavoro in cambio dell'accesso ad un aumento stipendiale. Forse per i medici, i
ferrovieri, gli impiegati di comuni, province, regioni e ministero ecc.? Oppure
in nessun settore del pubblico impiego c'è stata qualche innovazione di rilievo
in questi ultimi anni? Tutte le categorie hanno sempre chiesto aumenti
salariali per un adeguamento al costo
della vita e/o a fronte di una accresciuta richiesta di compiti da espletare.
Perché solo noi insegnanti ci dobbiamo sottoporre a valutazione, e per di più
su nostra esplicita richiesta? È purtroppo un dato di fatto che tanti di noi
soffrono chi di un complesso da primi della classe chi di non velate forme di
masochismo e Ministro e sindacati hanno avuto buon gioco a sfruttare entrambe
le patologie. A tutti costoro chiedo: vi risulta che nelle altre categorie del
pubblico impiego gli appartenenti abbiano chiesto a gran voce che si
selezionassero gli "sfaticati" dai "ferventi attivisti" pur
di poter guadagnare qualcosa in più? Miei cari colleghi, noi siamo stati sempre
disuniti altro che corporativi !
Una cosa è
chiedere che chi si impegna di più debba essere adeguatamente riconosciuto a
livello economico. Ben altra cosa è
accettare, non
importa se rassegnati o convinti, che sia giusta la
richiesta di
valutare la qualità dell'insegnamento (o addirittura
degli
insegnanti!) per accedere ad un aumento salariale !
2) a questo
proposito, vi siete mai chiesti: ma sulla base di quali parametri attendibili,
oggettivi e realistici ministero e sindacati potranno creare un sistema di
valutazione del docente? Facile valutare quando si producono oggetti o si
espletano pratiche, ma noi abbiamo a che fare con persone! Non vi siete posti
il dubbio che tali parametri saranno fissati in modo tale da coincidere solo e
unicamente con gli scopi della parte politica che è in quel determinato momento
al governo e che ha tutto l'interesse a piegare a tali scopi e alle proprie
ideologie la pluralità dell'insegnamento? In troppi, o per sconsiderata
ingenuità quando non addirittura in perfetta malafede, hanno contribuito e
stanno adoperandosi in ogni modo ad ingabbiare una
intera categoria
in un meccanismo che ormai, a mio modo di vedere, è irreversibile, imprigionato
nell'asfissia di una logica aziendale inapplicabile ad un settore come quello
scolastico dove fino a una manciata di tempo fa il principio della collegialità
era ribadito come fondamentale e irrinunciabile per il buon funzionamento
dell'intero sistema scolastico.
Con questa mia
posizione intendo provocatoriamente espormi all'accusa di avallare e fomentare
il lassismo e il corporativismo, ma sostanzialmente ho per certo quanto
affermo. Se ci sono nella categoria insegnanti che demeritano, beh. credo sia
già prevista la procedura da seguire, sarà il capo di istituto a chiedere
un'ispezione ministeriale nei loro confronti. Per quanto ci riguarda, invece,
dobbiamo chiedere che venga applicato alla nostra categoria lo stesso
trattamento riservato a tutto il pubblico impiego e quindi dobbiamo sottoporci
a valutazione allo
scopo di
ottenere un incremento salariale solo e soltanto quando anche a tutto il
pubblico impiego ciò sarà richiesto e secondo le stesse modalità prescritte per
tutti i funzionari del pubblico impiego.
Altrimenti, cari
colleghi, la fossa che abbiamo contribuito a scavare ci accoglierà
de-fi-ni-ti-va-mente!
Ma proprio per
difendermi da accuse di immobilismo, di parassitismo e di grettezza mentale ad
accettare il cambiamento in atto, propongo quanto segue:
a. Tutte le
attività funzionali all'insegnamento (preparazione
delle lezioni e
delle verifiche, correzione dei compiti e delle
verifiche varie,
autoaggiornamento, consigli di classe, scrutini,
collegi docenti,
colloqui con le famiglie) e quindi contemplate
come obbligatorie della funzione docente, siano riconosciute e quantificate in
un monte-ore preciso, ad esempio 30 ore settimanali (molti di noi ne svolgono a
tutt'oggi anche di più senza badare a giorni liberi e giorni festivi ), da
svolgere nell'istituto e con tanto di timbro di cartellino, con una
maggiorazione effettiva e reale dello stipendio base di almeno un milione di
lire nette mensili; tale orario è da effettuarsi anche durante le cosiddette
vacanze estive, vacanze che ancora l'opinione pubblica è abilmente e
ingannevolmente incoraggiata a credere di tre mesi e che invece per tanti di
noi spesso non riescono più ad assommarsi nemmeno quel tanto da raggiungere i
32 giorni di ferie previsti per contratto. I problemi da risolvere, conseguenti
a tale proposta, saranno di una portata
assai difficile da affrontare (basti pensare all'impegno economico esorbitante
da investire per un aumento salariale così consistente esteso all'intera
categoria dei docenti, per la ristrutturazione e l'adeguamento dei locali
scolastici che devono essere resi funzionali alla permanenza di decine di
lavoratori che necessitano di spazi consoni ad espletare tutte le attività
obbligatorie della loro funzione). Ma almeno non consentiremo più che Ministero
e sindacati si trincerino dietro
l'alibi " è giusto che guadagnate poco perché lavorate poco";
è in questo modo che siamo stati abituati a colpevolizzarci consentendo loro di
avere mano libera per introdurre ogni sorta di nuovi carichi che ci
facessero sentire meritati quei quattro
soldi in più del contratto fino ad
arrivare
all'invenzione blasfema del concorsone! Potremmo ben programmarci tutto quel
che concerne le nostre attività di insegnamento sulla base di un orario
definito e non estenderle all'infinito nel buco nero del tempo pomeridiano che
non è dato a
nessuno di
conoscere, se non ai nostri coniugi o a
chiunque viva con noi.
Oltretutto con
l'introduzione di un tale orario di lavoro si provvederebbe ad una prima
sostanziale scrematura di coloro che nella scuola ritengono ancora di trovare
un lavoro a mezzo servizio: chi deciderà di entrare o restare nella scuola
saprà con certezza l'entità di lavoro obbligatorio che lo aspetta. Naturalmente
resterà sempre aperta la possibilità del part-time, con uno stipendio
ovviamente dimezzato. Ma certamente un impiego da insegnante non sarebbe più
così avvilente e così poco stimato come lo è stato finora (spessosoltanto uno
stipendiuccio, magari da aggiungere ad altri introiti già consistenti) e ci
restituirebbe dignità civile.
b. Tutti gli
altri carichi di lavoro che sono compresi nelle attività aggiuntive di
insegnamento e di non insegnamento(orientamento, progettazione, rapporti con il
territorio, corsi di sostegno, recupero, approfondimento, tutte le varie attivitàprogrammate
nei p.o.f. ecc.) debbono essere
retribuiti come ore di straordinario (qualcosa di più delle poche migliaia di
lire attuali! solo gli i.d.e.a. sono
per ora un po' più dignitosamente retribuiti!) magari fissandone un tetto
massimo mensile. Le potrà svolgere
qualsiasi
docente disponibile dopo che abbia espletato il suo orario di lavoro. NO,
quindi, all'introduzione di docenti ricoprenti le f.o. , bensì allargamento
delle commissioni esistenti che certifichino il loro operato e l'ammontare del
lavoro svolto. È giusto in quest'ambito prevedere un responsabile della
commissione cui sia riconosciuta una maggiorazione stipendiale per lo
svolgimento di tale ruolo (potrebbe essere il preside a sceglierlo nella
cerchia degli aspiranti alle commissioni).
c. Il Ministero
ha l'obbligo di organizzare corsi di aggiornamento
sulle
innovazioni introdotte (autonomia, orientamento, progettazione, nuovo esame di
stato e quant'altro) servendosi di personale competente e capace, formato in
modo tale da trasmettere informazioni precise e chiare sulle innovazioni
introdotte. Gli insegnanti avranno dal canto loro l'obbligo della
partecipazione la quale però deve essere remunerata perché non compresa nelle
ore di servizio di cui al punto a). Altro che quiz da concorso!
d. Agli
insegnanti impegnati con la preparazione degli allievi agli esami di stato
vanno retribuite come straordinarie le ore dedicate sia alla preparazione
collegiale delle simulazioni delle prove d'esame sia alla stesura della
relativa relazione finale, in quanto attivitàaggiuntive non confluibili
nell'orario di cui al punto a).
e. Potrebbero
essere previste figure che espletino attività totalmente esonerate
dall'insegnamento (ad esempio vicepreside, bibliotecario, formulazione di
progetti.) da svolgere con lo stesso monte-ore assegnato al punto a) e senza
alcuna maggiorazione stipendiale rispetto alle figure previste al punto a);
questo qualora l'istituto ne presenti autonoma e motivata richiesta sottoposta
ad approvazione del collegio docenti. Per tali figure si devono prevedere corsi
di aggiornamento specifici predisposti dal Ministero e seguiti da una prova
finale di verifica delle competenze acquisite. Il personale così selezionato
sarà iscritto in una graduatoria del distretto scolastico e verrà chiamato
sulla base delle richieste motivate avanzate nell'ambito di ciascun istituto. I
criteri secondo cui sarà composta la graduatoria terranno conto sia della
valutazione ottenuta nell'esame finale di idoneità all'espletamento della
funzione per cui si èfatta richiesta sia al numero degli anni in cui tale
mansione può essere stata svolta in aggiunta all'orario di insegnamento (punto
b). A parità di punteggio, sarà scelto il docente che per più anni ha svolto
tali funzioni all'interno di quello stesso
istituto scolastico che ne abbia presentata motivata richiesta. Lo stesso
personale, qualora intenda tornare a ricoprire attività di insegnamento
previste al punto a) dovrà farne richiesta al distretto stesso e potrà
rientrare compatibilmente con la richiesta di personale docente avanzata dagli
istituti del distretto.
f. Le proposte
presentate sono senz'altro imprecise, da completare
e discutere, per
esempio credo che i colleghi ancora precari ne abbiano molte, o i colleghi di
indirizzi scolastici diversi dal mio e di cui non conosco le problematiche
specifiche; la prima delle proposte da me presentate è la cartina di tornasole
per saggiare se si nutre una effettiva volontà di riqualificazione della categoria degli insegnanti e della scuola
pubblica o se invece si persegue semplicemente la determinazione di
trasformare scuola pubblica e docenti
in essa impegnati in un'azienda fallimentare da svendere al più presto ( ahimè,
la seconda ch'hai ddetto!); fino ad ora tutte le innovazioni nell'ambito della
riforma scolastica sono state a costo zero, perlomeno nulla di più è entrato
nelle tasche degli insegnanti, che hanno speso tempo ed energie per stare
dietro alle sempre più assillanti burocratiche richieste piovute loro sopra
(vedi prove nuovo esame di stato), adoperandosi comunque in ogni modo per
realizzare innovazioni che nemmeno nella testa del Ministro Berlinguer erano
chiare; e sono
stati ripagati
con dirottamenti delle risorse alle scuole private e con quest'ultimo avvilente schiaffo. Ma proprio per tutte queste
motivazioni dobbiamo avanzare una proposta simile, per far capire che il lavoro
che attualmente svolgiamo deve essere pagato comunque molto di più perché
enormemente aumentato è il carico richiestoci
e perché siamo insegnanti appartenenti alla tanto sbandierata Europa!
L'accettazione
di tali proposte e la loro attuazione eliminerebbero automaticamente il
frenetico lambiccamento di cervelli alla ricerca di rigorosi, oggettivi,
inoppugnabili criteri di valutazione, falso, falsissimo problema assurto a
tanta importanza solo per mascherare, ricorrendo a strategie demagogiche quanto
aberranti e umilianti, la mancanza di soldi da investire in una più seria
riforma nonché l'incapacità di ministero e sindacati di porsi nei confronti dei docenti in un'ottica che non sia
quella dettata da una aprioristica disistima persecutoria spacciata per pretesa
di efficientismo aziendale.
Basta con la
pretesa di una riforma a costo zero, basta con la divisione della categoria
docente, basta con la sua colpevolizzazione! Opponiamoci per quanto ci è
possibile all'aziendalizzazione della scuola pubblica!
Ribadiamo con
forza una dignità che abbiamo smarrito!
Prof.ssa
Pavoni Laura