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Siamo tutti inadeguati, siamo tutti resposabili (?)
La lezione della storia
Grazia Perrone
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L'intervento di Antonio Limonciello è sicuramente scritto "con il cuore" ed è apprezzabile ma - perdonatemi la franchezza - a me appare come l'elogio - da parte del bravo, conosciuto e stimato "curato di campagna" - della propria .... "chiesa". Ci sarebbe molto da dire sui - lacunosi e parziali - riferimenti storici. A cominciare dal periodo storico ancora precedente il "biennio rosso" (1919/1920) caratterizzato da rivalità politiche finalizzate all'EGEMONIA e al POTERE (e che sarebbero sfociate nella scissione di Livorno del 1921 tra PSI e Pcd'I) e da rivalità SINDACALI tra la CGL (allora si chiamava così: Confederazione Generale del Lavoro) di ispirazione socialista e l'Unione Sindacale Italiana (che si rifaceva esplicitamente al sindacalismo rivoluzionario di "scuola" francese) di ispirazione anarco-sindacalista e nel quale ha militato da leader indiscusso (ed è cresciuto sindacalmente) fino al 1920 Giuseppe Di Vittorio. A cominciare, cioè, dalla pavidità (a Sinistra) con la quale fu condotta l'opposizione alla guerra e che si sintetizza nello slogan "pilatesco": "né aderire né sabotare" fortemente osteggiato dalla minoranza PSI, dagli anarchici (che allora si chiamavano socialisti/anarchici) e dall'Unione Sindacale Italiana (USI) e che ha consentito a "una minoranza vociante di italiani" (la definizione non è mia ma di ... Indro Montanelli!) di precipitare il nostro Paese in quell'immenso carnaio che fu la Prima Guerra Mondiale.
Io credo che la lezione storica che bisogna trarne sia una sola: la DIVISIONE (spesso faziosa e alimentata da pochi) del movimento politico e SINDACALE dei lavoratori ha aperto la strada alla reazione facilitandone la presa del potere.
Cerchiamo di ricordare la LEZIONE DELLA STORIA, dunque, per evitare di ripeterne gli errori.
E gli ... ORRORI.
20 Ottobre 2002
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