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Dalle parti di Camus
Rivista "Il piede e l'orma" n.2
Aldo Ettore Quagliozzi
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Ha scritto Umberto Eco alle pagine 399-400 del Suo straordinario ultimo lavoro che ha per titolo “Il cimitero di Praga” – Bompiani (2010) pagg. 521 € 19,50 -: “(…) Occorre un nemico per dare al popolo una speranza. Qualcuno ha detto che il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L’identità nazionale è l’ultima risorsa dei diseredati. Ora il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l’odio come passione civile. Il nemico è l’amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale. È l’amore che è un situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell’amico… Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L’odio riscalda il cuore.” L’assurdità dell’odio come strumento del potere. Di tutti i poteri, che non abbiano a cuore la salvaguardia della piena umanità. Arriva nelle librerie il secondo numero della rivista semestrale “Il piede e l’orma” – con sottotitolo “dalle parti di Camus” -, rivista diretta egregiamente da Alfonso Cardamone per i tipi di Pellegrini editore. Albert Camus - Mondovì 7 di novembre dell’anno 1913, Villeblevin 4 di gennaio dell’anno 1960 – è colui che pone l'assurdo degli esseri umani come stato di una condizione alienante e reale. Nel Suo scrivere e pensare Albert Camus elabora l’idea per la quale il problema esistenziale degli umani debba essere affrontato e risolto mediante una forma di solidarietà universale e senza limiti che solo gli umani sono capaci di produrre. La solidarietà tra gli umani; senza se e senza ma. A dispetto del dispotismo del potere, in qualsivoglia forma esso si realizzi e si esprima. Sempre secondo quel fine pensatore, è solo ponendo la solidarietà tra gli umani come unico traguardo irrinunciabile che essi potranno scoprire l’ inconsistenza e l’assurdità del loro vivere, raggiungendo così la piena consapevolezza che solo attraverso la solidarietà più diffusa e realizzata a pieno per gli umani saranno possibili nuovi orizzonti di civiltà ed i progresso. Secondo quel pensatore l'assurdità del vivere è uno stato penoso per gli esseri umani, per cui la piena presa di coscienza di quella condizione frustra e macera le anime e le coscienze. Ma quella presa di coscienza, per il grande pensatore, rimane l’unico vero ed unico stimolo intellettuale importante affinché gli umani riscattino una condizione defaticante ed avvilente al contempo. Ma il dimenarsi di quel pensatore fine sul tema della solidarietà umana è un approdo per molti critici poco convincente e per alcuni altri appare come una forzatura che porrebbe il rischio di derive eccessivamente moralistiche. Ma il tormento nell’Uomo ci fu e si espresse in un ateismo dell’esistenza laddove scrive, in apertura del Suo saggio “Il mito di Sisifo” – pubblicato nell’anno1942 presso Gallimard e presso Bompiani solo nell’anno 1947-: «Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia.» Scrive – alla pagina 46 della rivista - Marcello Carlino nel capitolo “Cronotopie”: “Le pagine d’autore, (…), segnalano con forza che la letteratura, nel sistema-Camus, non è pensabile a prescindere da una istanza di contestazione della realtà così come essa è, ovverosia di rifiuto dell’universo del potere e del dominio, che sovrasta con legge inderogabile, e determina con ottusa fermezza, e opprime la storia dell’uomo. Le attraversa, infatti, l’idea che la ‘disobbedienza’civile e l’insubordinazione le si confacciano con speciale adesione e siano anzi tutt’uno con la scrittura letteraria; che questa, in buona sostanza, non possa esimersi da una funzione critica (…), quantunque necessariamente si configuri (…) in forme specifiche, iuxta propria principia. (…).” Un viaggio straordinario attorno all’universo Camus dunque, un numero veramente imperdibile in questa seconda apparizione della rivista semestrale “Il piede e l’orma”.
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gennaio 2011
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