il Sale sulla Coda - Giusto rispettare le culture Ma fino a quale punto? Di Maraini Dacia
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Corriere della Sera venerdì, 8 ottobre, 2004 

il Sale sulla Coda
Giusto rispettare le culture Ma fino a quale punto?
È importante stabilire regole perché su di esse si basa 
la convivenza civile

Maraini Dacia

Fino a che punto si devono e si possono accettare le 
manifestazioni esteriori di una cultura ospite diversa dalla 
nostra? Fino a che punto è lecito imporre regole di 
comportamento che valgano per tutti i cittadini, italiani e 
stranieri, sul suolo italiano? E ancora: è auspicabile che si 
formino delle isole ghetto in cui gli immigrati pratichino 
indisturbati le loro abitudini religiose, alimentari, 
sociologiche, quasi in clandestinità, oppure sarà meglio 
cercare di integrarli, trasformandoli in buoni cittadini 
italiani, rispettosi delle nostre regole e consuetudini, pur 
mantenendo buoni rapporti con le proprie radici e tradizioni? 
Non sono domande di facile risposta. Anche quando si è d' 
accordo sulle parole «rispetto» e «accettazione», poi ci si 
trova a discutere se il velo vada tollerato oppure no. A 
questo proposito sarà importante distinguere fra velo e burqa, 
il primo essendo molto simile a quello che usano le donne 
cattoliche quando entrano in chiesa. Il secondo, coprendo 
oltre alla testa anche il viso, invece diventa inaccettabile, 
anche per il pericolo in cui si mette la donna che dispone di 
un campo visivo talmente ridotto da non potere scorgere niente 
di ciò che avviene attorno a lei. E' importante stabilire 
delle regole, e delle distinzioni, perché su esse si basa la 
convivenza civile. Sappiamo che nel nostro Paese da decenni si 
pratica la escissione sulle bambine di origine africana, 
musulmane e non. Clandestinamente certo, ma in maniera 
talmente massiccia che un medico musulmano ha proposto di 
renderlo legale e simbolico: la puntura di uno spillo che 
accontenti l' imposizione religiosa ma blocchi una operazione 
mostruosa. Il medico in questione è stato sbeffeggiato e la 
pratica è tornata in clandestinità... Quando un fenomeno non 
viene studiato, discusso e regolato, finisce nell' illegalità 
e chi paga di solito sono i più deboli, le donne e i bambini. 
È giusto, a me pare, permettere a chi pratica una diversa 
religione di avere gli spazi per pregare il suo dio, ma non è 
giusto che in nome di quel dio si costringano le donne a 
girare coperte dalla testa ai piedi, come se il loro corpo 
fosse impuro, immondo, pericoloso. Cosa che d' altronde era 
creduto anche da noi nei secoli bui del totalitarismo 
cattolico e da cui siamo usciti con una lunga e faticosa 
battaglia per le libertà individuali. Giusto permettere che 
uomini e donne si alimentino secondo la loro cultura, ma non 
giusto che si indugi sulla crudeltà contro gli animali come 
vuole la tradizione ebraica che pretende lo sgozzamento delle 
pecore che vengono lasciate morire dissanguate. Giusto dare ai 
lavoratori immigrati la possibilità di guadagnare i soldi come 
vogliono, ma non di mandare i loro piccoli a mendicare come 
succede con gli zingari che hanno una tradizione di violenza 
patriarcale che da noi non è ammessa. Da sinistra spesso si 
confonde l' idea di tolleranza con quella di astensione da 
ogni giudizio. Uno straniero va preso per quello che è, senza 
poter applicare il diritto di critica che pure applichiamo ai 
nostri connazionali. Spesso fra l' altro si ignora che nei 
Paesi da cui provengono queste persone la discussione è già in 
atto, in modo più o meno pubblico, secondo il grado di 
intolleranza religiosa che si è sovrapposta al potere 
politico. Le violenze quasi sempre vengono da autorità 
religiose che diventano tiranniche proprio perché di fronte al 
mondo moderno stanno perdendo potere e prestigio. E lo si 
capisce dal fatto che le prime vittime di questo estremismo 
religioso sono proprio i connazionali più aperti, più 
indipendenti e più autonomi. 


http://www.altrameta.it/archivio_news/opinio_Maraini_sale%20sulla%20coda.htm



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