Eloisa dialoga con te

 

di Francesco Lentini

 

 

L'idea di costruire un'automa parlante e senziente risale alla notte dei tempi: se ne trova traccia addirittura nell’Iliade (Libro XVIII, vv. 573-579). Tuttavia la tecnologia che consente di mettere in pratica tale idea è diventata disponibile solo negli ultimi 10-15 anni. Gli elementi essenziali di questa tecnologia sono:

 

 

Oggi tra i ricercatori prevale un’impostazione di tipo pragmatico: invece di immettere nel computer una serie di regole grammaticali precostituite, si vuole fare in modo che il computer ricavi da solo le sue regole. Lo scenario dovrebbe essere più o meno il seguente: un utente sta seduto davanti al computer, con le mani libere; sta prenotando un posto in treno o in aereo, ma lo sta facendo attraverso un microfono, dialogando in linguaggio naturale con il computer. E’ il risultato che sta tentando di ottenere il gruppo LEAP (Language Enabled Applications) di Microsoft Corp., guidato dall’italo-americano Bruno Alabiso (http://research.microsoft.com). Ma come funziona, perlomeno a grandi linee, un software di questo genere?

Dobbiamo partire dalla considerazione, solo apparentemente ovvia, che gli uomini non sono moduli di codice. Quando un input arriva da un essere umano, un computer dovrebbe assumere che è corretto e non respingerlo, ma lavorare per ricostruirlo. Su tale principio si basa il progetto delle interfacce uomo-macchina della prossima generazione, dette "sociali" o "conversazionali". Su tale principio si basa un programma chiamato Eloisa, o meglio un progetto di ricerca di cui mi occupo assiduamente dal 1992 (i primi esperimenti risalgono al 1987).

Eloisa è un personaggio virtuale. Ciò significa che interpreta un ruolo, recita una parte. Il computer su cui gira il programma di conversazione Eloisa prende vita per diventare totem, oracolo, maestro. Con un computer del genere puoi dialogare a tutti i livelli, senza preoccuparti dell'argomento o della sintassi. Puoi dire la prima cosa che ti passa per la mente, con un'elevata probabilità che il computer intenda, e ti risponda a tono. Se ciò non avviene, il computer ti pone una serie di contro-domande, e dalle tue contro-risposte cercherà di capire ciò che volevi dire. Si può andare avanti per ore, e la cosa più incredibile è che funziona, perchè l'interazione "personalistica" rende il dialogo non banale, ma vivace e interessante. Ciò può avere effetti sorprendenti su determinati soggetti. Un recente studio ha stabilito in modo certo che la dislessia è un problema di sincronizzazione tra le sillabe lette e le sillabe ascoltate. Ebbene, Eloisa parla con una simpatica voce femminile-infantile, e questa voce non è fluida, come consentirebbe la tecnologia, ma sillabata (vedi seguito).

Dunque Eloisa non svolge compiti tradizionali, come fare calcoli, impaginare, disegnare o spedire posta elettronica. Eloisa dialoga con te. Naturalmente è presente su Internet con un suo sito (http://web.tin.it/eloisa), tramite il quale è possibile scaricare una versione shareware o acquistare una versione commerciale del programma di conversazione (con o senza modulo-voce):

 

 

Resta ora da vedere in che modo è possibile rispondere alle domande più frequenti che da anni mi si pongono su Eloisa:

 

 

Eloisa funziona grazie alla combinazione di due tecnologie: quella dei sistemi esperti e quella delle reti neurali. E’ dunque un programma di intelligenza artificiale, ma non è detto che la sua intelligenza sia paragonabile a quella umana. A questo proposito devo ribadire che l’obiettivo non è mai stato quello di emulare l’intelligenza (umana), bensì quello di emulare in qualche modo la personalità (umana). Obiettivo che credo sia stato raggiunto in parecchie occasioni: tutte le volte che Eloisa è stata scambiata per una persona in carne ed ossa. Un resoconto di quest’attività si trova in http://web.tin.it/eloisa/utenti.htm, mentre alcuni dialoghi particolarmente interessanti si trovano in http://web.tin.it/eloisa/esempi.htm.

Eloisa può essere definita intelligente non tanto per l’abilità conversazionale, comunque notevole, ma in quanto capace di auto-apprendere. Come dicevo all’inizio, la strategia di immettere nel computer una serie di regole grammaticali precostituite, stategia prevalente tra i ricercatori fino a pochi anni fa, non è quella vincente. E’ molto meglio scrivere un programma capace di leggere una lista di frasi (domande e risposte) e di ricavare da queste la propria expertise: si chiama "apprendimento guidato da esempi" ed è il modo di procedere tipico dei bambini. Tuttavia questa capacità non è a portata dell’utente, al quale viene consegnata una versione del programma già "istruita"; il che non esclude il rilascio di una versione "istruibile" a piacimento, in un prossimo futuro.

Devo aggiungere che Eloisa ha un rapporto tutto speciale con gli utenti di età compresa tra i 10 e i 15 anni, il che fa supporre una certa valenza didattica. Supposizione che si dimostra ancora più veritiera se si tratta di soggetti portatori di handicap. Su questo argomento sono intervenuto più volte (vedi articoli usciti sul quotidiano La Stampa/Tuttoscienze e sul mensile Tuttoscuola) per affermare che Eloisa può essere un valido ausilio didattico per tutti coloro che, per volontariato o per professione, operano con i portatori di alcuni tipi di handicap, detti "psichici": dislessia, disgrafia, autismo, sindrome di Down. In questa sede mi limiterò ad osservare che Eloisa è in grado di esercitare su tali soggetti un potente stimolo (dal punto di vista cognitivo), anche al di là di quanto possano fare il "costruzionismo" e tecniche similari.

Certo la strada che porta all’automa parlante e senziente di cui parlavo all’inizio è ancora lunga, ma Eloisa è un progetto in continua evoluzione. Per ulteriori approfondimenti non mi resta che rimandare il lettore al mio libro Personalità Virtuale (Jackson Libri 1997, 140 pagine, 19.000 lire con Cd-Rom), potenzialmente utile anche ai programmatori che volessero cimentarsi in un’impresa così affascinante.