Formazione docente col progetto Polaris

 

Di Raffaele Mazzella

 

  

Alcune informazioni sul Progetto Polaris

 Non poteva iniziare meglio il Corso di Formazione per "Coordinatori e Gestori di attività in Rete" previsto dal II anno di attività del Progetto

Polaris (MPI/CNR-ITD di Genova): una cena al Porto Vecchio di Genova.

In verità nei due giorni (26 e 27 novembre 1997) abbiamo anche lavorato molto, ci siamo confrontati tra di noi partecipanti (75 insegnanti di tutta

Italia), con gli organizzatori, con i tutor, con l'ispettrice Semeraro.

Per informazioni generali sul progetto potete vedere "Al termine di questo corso, hanno scritto i gestori dell'intervento formativo, ci aspettiamo che i partecipanti siano in grado di:

* analizzare criticamente i pro e i contro dell'uso di strumenti telematici

e di Internet in particolare, in un contesto didattico;

* progettare una ipotesi di attività on-line a carattere disciplinare che

preveda l'utilizzo delle risorse di rete."

(da la "Guida al corso per "coordinatori e gestori di attività in rete")

Nella Guida è anche descritta la struttura del corso: il corso è articolato in tre stage, ognuno dei quali prevede una serie di moduli di durata variabile:

 Stage 1 - introduzione alla Computer Mediated Comunication (27 novembre -24 gennaio 1998)

Stage 2 - strumenti della rete e della didattica (4 febbraio - 10 marzo 1998)

Stage 3 - progettare percorsi formativi definiti (18 marzo - 5 maggio 1998)

 In questo momento abbiamo completato il primo stage e stiamo lavorando al il secondo, non sono quindi in grado di dar conto se non di una piccola

parte del percorso.

 

L'esperienza della conduzione di un gruppo di lavoro su compito.

 In particolare vorrei parlarvi della mia esperienza di coordinatore di un lavoro di gruppo su compito.

Sono stato incaricato di coordinare l'attività di un piccolo gruppo. Sei persone dislocate sul territorio nazionale, che hanno utilizzato, come

strumento di comunicazione, gli strumenti conosciuti nell'attività di studio e sperimentazione nelle settimane precedenti: un sistema di "computer conferencing".

Utilizzando FirstClass si e' attivata un'apposita conferenza elettronica, qualcosa che somiglia, per capirsi, a un newsgroup, una bacheca elettronica, un'area in cui è possibile inserire propri messaggi e leggere i messaggi degli altri.

Abbiamo potuto, in questo modo, discutere delle letture e delle esperienze fatte arrivando a produrre un documento comune. Alla fine del lavoro, prima

di rendere pubblico il prodotto, abbiamo fatto una ulteriore verifica del grado di accordo raggiunto utilizzando l'area chat.

Cosa fa il conduttore di un gruppo di lavoro su compito che utilizza gli strumenti della telematica?

Me lo sono chiesto appena ricevuto l'incarico.

Ho potuto attingere solo alla mia esperienza di conduzione di gruppi di lavoro intorno a un tavolo. Il mio problema principale è stato quello di

utilizzare questa esperienza precedente senza lasciarmi "legare" da essa: la situazione era simile e molto diversa allo stesso tempo.

Una cosa è stata chiara sin dall'inizio: come coordinatore dovevo aiutare il gruppo a definire meglio il problema ma senza snaturare la consegna.

Diceva il mio maestro quando, in anni lontani, mi formavo come conduttore di gruppo: il compito del conduttore è "difendere il compito", il

conduttore è la "vestale del compito".

Ho cercato di fare lo stesso anche in questa situazione nuova. Ma è stato anche necessario moderare, rilanciare, sollecitare (sino ad andare a

cercare i componenti del gruppo "assenti" per difficoltà di collegamento).

 

Lavori in corso

 Questa mia esperienza di lavoro telematico è ancora troppo acerba. Richiede ancora molta riflessione e studio.

La letteratura in proposito non e' abbondante ma e' di grande interesse; un esempio: Facilitation Techniques for the On-Line Tutor di Lynn Davie,

Ontario Institute for Studies in Education, Canada

Non sono ancora in grado di dire

- se è possibile condurre un gruppo di lavoro stando "dentro al gruppo": ero contemporaneamente conduttore e membro del gruppo; forse bisogna

trovare il modo di distinguere precisamente quando si interviene in una veste o in un'altra e bisogna farlo percepire con chiarezza agli altri

partecipanti;

- come gestire il tempo, i tempi? In un lavoro in rete il tempo (i tempi)

scorre in modo decisamente diverso da quando siamo i presenza. allora, come si comporta il conduttore?

- Apprendere, dice Duccio Demetrio (Università di Milano), è un percorso cognitivo che comporta la partecipazione a un percorso emozionale.

Ma in rete è possibile comunicare altri significati oltre a quelli legati al contento della comunicazione (comunicazione non verbale)? A prima vista

sembrerebbe di no. Ma non ne sono tanto sicuro, a volte la lettura di un messaggio ha fatto nascere in me il desiderio di ... chiamare a telefono lo

scrivente e non per avere ulteriori informazioni sul contenuto.

 Potrei continuare con l'elencazione di questioni aperte, ma, ripeto, l'esperienza è troppo "acerba", mi riprometto di tornare sull'argomento quando avrò capito, ad esempio, qual è in ruolo della seduzione in un'attività di formazione in rete.