Asilo nell'Unione Europea

Curato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dall'Agenzia Ue per i diritti fondamentali è rivolto a avvocati e giudici, ma anche alle Ong e a tutte le figure professionali che si occupano di immigrazione

La Corte europea dei diritti dell’uomo e l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra) hanno pubblicato il Manuale di diritto europeo su asilo, frontiere e immigrazione, prima guida completa in materia. Il manuale, presentato ieri, è basato sull’esperienza del primo progetto comune realizzato dalle due istituzioni, che nel 2011 ha portato alla pubblicazione del Manuale di diritto europeo sulla non discriminazione. Il manuale tiene conto sia della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, sia di quella della Corte di giustizia dell’Unione europea. Contiene inoltre le direttive e i regolamenti Ue applicabili in materia, nonché riferimenti alla Carta sociale europea e ad altri strumenti del Consiglio d’Europa. Il manuale “è incentrato sulle norme relative alla situazione dei cittadini di Paesi terzi in Europa e affronta un’ampia gamma di temi, tra cui l’accesso alle procedure d’asilo, le garanzie procedurali e l’assistenza legale in caso di domanda d’asilo e di rimpatrio, il trattenimento e le restrizioni alla libertà di circolazione, i rimpatri forzati, e i diritti economici e sociali”. Destinatari della guida sono avvocati, giudici, pubblici ministeri, polizia di frontiera, funzionari dell’immigrazione e altre figure professionali che collaborano con le autorità nazionali, oltre che Ong ed altri organismi che potrebbero trovarsi nella necessità di affrontare problematiche legali in uno degli ambiti esaminati dal manuale.

Asilo, dal parlamento Ue via libera alle nuove regole. Critiche le Ong

Approvata l'istituzione di un sistema comune per evitare che i richiedenti asilo debbano migrare da uno stato all'altro in cerca di condizioni più favorevoli. Per le organizzazioni il testo è ancora ambiguo e lascia troppa discrezionalità agli Stati

BRUXELLES - Il Parlamento europeo ha dato oggi semaforo verde all’istituzione di un sistema comune per quanto riguarda la gestione dei richiedenti asilo e i loro diritti nell’Ue. Queste nuove regole sono tese ad assicurare che i richiedenti asilo non debbano migrare da uno Stato membro a un altro in cerca di condizioni più favorevoli o di procedure più veloci perché le loro richieste siano considerate e accolte.
La legislazione vigente a livello europeo, infatti, non prevedeva finora una scadenza precisa entro la quale le richieste di asilo dovessero essere trattate. Con il nuovo pacchetto di misure approvate oggi dagli eurodeputati, invece, ogni Stato membro dovrà - in generale - trattare le pratiche in un lasso di tempo di sei mesi, anche se sono previste eccezioni.

Fra gli altri problemi affrontati con la nuova legislazione, c’è quello della detenzione dei richiedenti asilo - da prevedere solo in circostanze eccezionali e in strutture apposite diverse dai centri di espulsione - e una maggiore tutela dei minori non accompagnati. Prevista anche la necessità di maggiore formazione di coloro che lavorano nel campo delle richieste d’asilo (assistenti sociali, forze di polizia etc.) e un periodo di massimo nove mesi nel quale i richiedenti asilo debbano essere messi in condizione di cercare un lavoro. Infine sarà aggiornato il Regolamento di Dublino per cui i richiedenti asilo non potranno essere più trasferiti in un paese dove rischiano di essere soggetti a trattamenti inumani o degradanti. Sul versante sicurezza, verrà istituito un database con impronte digitali dei richiedenti asilo (Eurodac) a cui avranno accesso tutte le autorità di polizia europee e l’Europol. I dati potranno essere però utilizzati solo per la lotta al terrorismo e in casi di crimini gravi. Sono stati circa trecentotrentamila i richiedenti asilo in tutta l’UE nel 2012.

Secondo una coalizione di undici Ong europee - fra cui Amnesty International, Save the Children e Caritas Europa - l’assemblea di Strasburgo avrebbe però dovuto fare di più: in una nota, le organizzazioni non governative dichiarano che il testo votato dal Parlamento è in molti casi ancora ambiguo e lascia troppa discrezionalità agli Stati membri, specialmente in materia di detenzione dei richiedenti asilo (in particolare dei minori non accompagnati) e di assistenza legale. Le Ong inoltre chiedono alla Commissione di mettere a disposizione le risorse finanziarie adeguate affinché il sistema comune per i richiedenti asilo non rimanga solo sulla carta ma sia messo effettivamente in pratica. La revisione al Regolamento di Dublino entrerà in vigore alla fine del 2013, mentre le altre misure saranno effettive nella seconda metà del 2015. (Maurizio Molinari)

Asilo in Ue, Fratelli d'Italia: ''Clausola di salvaguardia per i paesi di primo arrivo''

Roma - "Tutti i Paesi dell'Ue sono vincolati dal regolamento di Dublino. L'applicazione di tale regolamento ha come conseguenza che alcuni Paesi, tra cui l'Italia, debbano trattare un numero di domande di asilo che supera le loro capacità poiché il nostro Paese, con Malta e Grecia, e' la nazione di 'primo arrivo' piu' scelta da chi richiede asilo e vi arriva per mare. Reputiamo opportuno, quindi, istituire all'interno del regolamento di Dublino una clausola di salvaguardia dei Paesi di 'primo arrivo' piu' penalizzati, al fine anche di garantire maggiore sicurezza ai Paesi che accolgono. Solo in Italia nel 2012 sono state prese 22.160 decisioni. Di queste, 8.260 persone hanno ottenuto una forma di protezione, mentre i restanti 13.900 richiedenti asilo hanno ottenuto il diniego. Ci chiediamo con quali criteri vengano prese tali decisioni, non vorremmo che le inevitabili lungaggini burocratiche dovute ai rimpalli da un Paese ad un altro creino ancor più confusione lasciando fuori dai Paesi Ue brava gente a scapito di personalità come Adam Mada Kabobo, il ganese in attesa dell'esito della richiesta di asilo che a colpi di piccone ha ucciso tre persone a Milano". E' quanto dichiarano gli eurodeputati di Fratelli d'Italia, Marco Scurria e Carlo Fidanza.

"Avremmo voluto modificare- proseguono i due eurodeputati- la normativa nazionale sui ricorsi che gia' oggi consentono ad un falso richiedente asilo, come Kabobo, di rimanere in Italia fino al terzo grado di giudizio. Un diritto concesso in Italia ma non in tanti altri Stati europei. Purtroppo, con l'accordo di oggi diventa obbligatorio per tutti gli Stati membri". "La mancata revisione della clausola di solidarieta' del regolamento da parte dei Paesi Ue in un'ottica di reale condivisione degli oneri, il cosiddetto 'burden sharing'- concludono Scurria e Fidanza- dimostra la poca, per non dire inesistente, solidarieta' tra Stati che dovrebbe essere il presupposto per la creazione di un sistema europeo veramente comune". (DIRE)

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