Replica ad un cigiellino anonimo
gp - 29-12-2006
Gentile sig. Quidam*,

comprendo perfettamente l'interesse di bottega che anima i suoi interventi, pur ritenendoli patetici, lugubri, volgari e squalificanti.
Non riesco, però, ad indignarmi più di tanto per la faziosità e la falsità delle Sue argomentazioni formulate con linguaggio, tono e terminologia "inquisitoria".
La cosa che più mi stupisce, invece, è la constatazione che il sindacato che Lei, così grossolanamente, rappresenta preferisca la tattica dell'insinuazione e dell'invettiva a quella - certamente più difficile ed impegnativa ma, immensamente, più seria - del libero e democratico confronto dialettico tra idee e tesi diverse e contrapposte.
Idee e tesi che hanno, dunque, pari dignità e pari diritto ad essere esposte, formulate, rappresentate, discusse e condivise. O respinte.

La denigrazione e la demonizzazione sistematica dell'avversario politico, etnico, religioso o sindacale unitamente alla manipolazione della verità storica ad uso propagandistico interno - prologo della "soluzione finale" - è prassi antica e spregevole. E' stata utilizzata, storicamente, da tutti i regimi e da tutte le organizzazioni totalitarie: di destra e di sinistra. Denota vecchiume ideologico, chiusura mentale e culturale, intolleranza, incapacità propositiva e totale mancanza di etica politica, umana e sociale.

Tale, rozza, strategia, indubbiamente, serve a compattare il fronte "amico" - cui si dà in pasto un "nemico" da odiare e "combattere"- oltre che a distogliere l'attenzione dal problema oggetto di discussione e di polemica, ma non sposta di un millimetro i termini della questione.
Duole constatare che quella che si profila come una vera e propria "aggressione verbale" provenga da una Organizzazione Sindacale che pretende l'esclusiva rappresentanza del corpo docente - cioè degli "operatori culturali" - cui è affidato il compito di educare le giovani generazioni.

E' estremamente grave e preoccupante che detti "educatori" dimostrino - nei fatti - fastidio, disprezzo, pregiudizio ed intolleranza nei confronti di chi esprime opinioni diverse dalle loro. Il che significa che, quella della Cgil, è l'unica, esclusiva e corretta forma di sindacalismo possibile. Il politicamente corretto declinato in ambito sindacale, insomma.

Non entrerò nel merito dei "compitini" redatti, diligentemente e a cadenza giornaliera, dal mio illustre - nonché ignoto - interlocutore poiché ritengo che i colleghi che li leggeranno siano abbastanza maturi e "smaliziati" da cestinarli come meritano.
Al mio illustre interlocutore la cui, presunta, conoscenza del dibattito interno GILDA è inversamente proporzionale all'ignoranza di ciò che avviene in casa propria rammento quanto segue:

- La Cgil è stata in prima fila nel difendere il CCNL con particolare riferimento all'art. 29 da tutti, tranne che da voi, ribattezzato concorsaccio a quiz e definito, dal preside Panini, "l'istituto più innovativo del contratto". L'esilarante effetto prodotto da questa affermazione è cronaca che tutti abbiamo letto negli innumerevoli forum telematici ivi compreso il Suo che, all'uopo, sospese la casella di posta elettronica per eccesso di...proteste! Tra gli interventi più significativi - contrari "all'avvilente lotteria" - segnalo quello di Riccardo Chiaberge sul Corriere, del preside Straniero sul Giornale, del dott. Caianiello componente, emerito, della Corte Costituzionale su Repubblica e di alcuni noti sindacalisti Fiom-Cgil - tra i quali spicca la firma del segretario generale Fiom-Cgil del Piemonte Giorgio Cremaschi - nel sito di Pavonerisorse. "Quinte colonne organiche" anche loro?

- E che mi dice dello storico sberleffo del 17 febbraio che non solo ha smentito e delegittimato la vostra bislacca piattaforma contrattuale ma vi ha costretto ad una precipitosa "retromarcia" tattica? Organici al centro-destra anche i 300mila e passa scioperanti?

- A furia di parlare sempre dell'art. 29 del CCNL si finisce con il dimenticare l'art. 38, comma 12, dell'Integrativo. Articolo, questo, non meno discutibile del primo poiché, prevedendo una forma di controllo o verifica periodica per il mantenimento dei 6milioni annui previsti dall'art. 29 - forma di controllo ancora da esplicitare! - non solo introduce, sotto altra forma, la famigerata formula del giuramento di fedeltà non più - come in passato - allo Stato ma alle "mode" didattiche, e politiche, del momento. Ma pone seriamente in discussione, proprio in virtù di questa periodica verifica "dell'ortodossia" del docente da "premiare", la libertà di insegnamento. In difesa della quale - il 17 febbraio e nei mesi successivi - è "insorta" non solo la GILDA ma l'intera categoria docente. Perché è la libertà di insegnamento la vera posta in gioco tra i supporter e gli avversari delle riforme uliviste-cigielline. In questa battaglia di civiltà la GILDA è sola poiché le idee del Polo in materia di Riforme scolastiche non sono meno velleitarie e pericolose - per la libertà di insegnamento e per l'esistenza stessa della Scuola Pubblica - di quelle della Cgil e dell'Ulivo....come dimostrano le recenti polemiche sui "buoni scuola" e sulla delibera della Regione Lazio relativa ai libri di Storia.

- Sulla formazione iniziale del corpo docente la Cgil è per la laurea breve che svilisce, rende omogenea e banalizza la professionalità docente. La posizione della GILDA, invece, è molto più articolata ed è molto simile a quella formulata dal noto "intellettuale organico" al centro destra - stando, perlomeno, al Suo, discutibile, metodo di valutazione - rappresentato dallo storico prof. Nicola Tranfaglia presidente della Commissione mista MPI-Murst (cfr. intervista a Repubblica del 25 luglio 2000 pag.14).
- Il Contratto "più innovativo del secolo" - solo per dirne una tra le tante amenità riscontrate - ha introdotto una odiosa e vergognosa discriminazione - non ancora risolta ed affrontata - tra lavoratori precari e di ruolo poiché, in caso di infortunio prevede, per i primi, la risoluzione del rapporto di lavoro qualora il periodo di assenza dal lavoro superi i 30 giorni. Quasi che l'infortunio possa essere considerato - solo per i precari - alla stregua della malattia (e già quest'aspetto appare, a chi scrive, aberrante poiché la malattia è una possibile condizione umana - in quanto tale imprevedibile e da tutelare - e non una scelta!). Invito, in proposito, il mio distratto - quando conviene! - interlocutore a leggere la CM n. 199 del 10 agosto 2000 prot. 3080/DM.

- La Cgil è schierata in difesa e tutela dei presidi-padroni-manager. Forse dimentica che - questi ultimi - nella contrattazione aziendale rappresenteranno l'Aran cioè la controparte dei lavoratori. In che modo s'intende risolvere la contraddizione? All'italiana?

- La Cgil ha predisposto, per tempo e con regolare gara d'appalto, i corsi di formazione - rigorosamente a pagamento e previa iscrizione obbligatoria - e le dispense per sostenere il concorsaccio a quiz utilizzando informazioni e dati ignoti allo stesso prof. Vertecchi ("organico" anche lui?) che, del concorsaccio, avrebbe dovuto curare la parte concorsuale (cfr. Italia Oggi del 18 gennaio 2000 pagg.30 e 31).

- La nostra "diversità", infine, consiste nel fatto che siamo un'Associazione di professionisti dell'istruzione. Nessuno di noi è - nè intende esserlo in futuro - un mestierante della politica o del sindacato. Questa rappresenta una diversità ed una colpa grave che un buro-dispensato (a vita?) come Lei non può comprendere né perdonare.


CONCLUDENDO:

La rozza manipolazione ed il disprezzo della verità storica dimostrata dal mio illustre - nonché ignoto - interlocutore non meriterebbe riscontro alcuno.

Se mi sono permessa di parlarne è solo per rimarcare, presso i colleghi, fino a che punto, per spirito di fazione, si possa scendere in basso.
Per dirla con un grande del '900 la verità - la verità "storica" contrapposta alla verità "politica" cioè di parte, di fazione, di partito - è rivoluzionaria. E bisogna avere il coraggio e l'onestà intellettuale di dirla - e scriverla! - in ogni momento.

Il grande in questione - che, vittima di un italico vezzo, ha subito l'onta dell'ostracismo (di ispirazione staliniana) in vita, salvo, poi, essere santificato da morto - si chiamava Antonio Gramsci.

***

Il mio illustre - ed anonimo - interlocutore può continuare, nel frattempo, a diffamare ed offendere i docenti aderenti alla GILDA.


E' l'unica cosa che sa fare!

Terlizzi, 5 dicembre 2000

Grazia Perrone

* Colgo l'occasione per tranquillizzare il mio illustre interlocutore nel caso abbia grosse - e mai colmate - lacune in latino. Il termine Quidam non è una parolaccia né un'offesa. Significa semplicemente illustre...sconosciuto! gp


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