La maestra dei nomadi siberiani
Claudia Fanti - 02-12-2006
Vorrei segnalare un articolo apparso nel forum del sito della mia scuola e citare un brano dell'articolo per farne un brevissimo commento.

La maestra dei bimbi nomadi dice:

"L'accampamento è tornato a essere un luogo dove si ha il piacere di trascorrere ore e ore.
Si sentono raccontare leggende e si torna a parlare dell'eroe degli Evenk, il cui nome Tchinanaj non veniva più nominato da anni.
Un piccolo evento che non mi fa rimpiangere neppure per un istante i raffinati boulevard parigini.
"

Ebbene, mi piacerebbe pensare che anche le nostre scuole sedentarie rivivessero, insieme coi ragazzi e le ragazze, nell'accampamento delle aule, la magia, l'incanto, l'orgoglio, tutto ciò che di bello e alto c'è nelle nostre tradizioni e radici culturali; affinché ogni giovane essere, che si avvicinasse al sapere e alla conoscenza, avesse la possibilità, con l'aiuto esperto e attento di adulti responsabili, di accostarsi ad alcuni antichi valori ormai quasi sepolti; affinché ogni giovane essere potesse amare l'altro da sé proprio in forza della ricchezza interiore che si forma soltanto quando dalla propria Cultura, come da ogni altra Cultura del mondo, si estraggono l' amore, la ricerca della verità, la passione per la saggezza e per l'equilibrio...
Allora, soltanto allora, coi "tempi lunghi dell'accampamento", si potrebbe pensare a un futuro diverso da quello che purtroppo intravediamo quotidianamente, si potrebbe pensare a un futuro che prenda le distanze dalla violenza, dall'ignoranza, dalla mancanza di saggezza/conoscenza di vita e morte, di bene e male,dalla confusione che spesso vien fatta nel discernere tra la vera sofferenza e gli incapricciamenti...
Soltanto allora le aule diventerebbero accampamenti di "nomadi" pronti a viaggiare tra le difficoltà che la Terra fa incontrare, pronti a essere solidali, a riconoscere nell'altro una fonte di vita anche per se stessi, a non prevaricare i deboli e gli indifesi, bensì a difenderli, a sostenerli...

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 Giovanni Trodella    - 04-12-2006
Dopo la scuola di Berlinguer, dopo quella della Moratti, ora che c'è Fiorni, le abbiamo provate tutte e temo che arriveremo davvero ad accamparci, ma lo faremo come succede a profughi e terremotati. E per favore non venitre a dirmi che sono pessimista.