Scuola primaria: iscriversi a cosa?
Dedalus - 29-11-2006
Si avvicina ormai la scadenza delle prossime iscrizioni alle classi prime dell'anno scolastico 2007/2008. Nelle scuole e tra i dirigenti scolastici si fa strada una domanda: quali modelli orari ed organizzativi verranno illustrati e proposti ai genitori? E sulla base di quale organico d'istituto sarà possibile assegnare i docenti alle classi?

Ma cerchiamo di capire in quale contesto normativo si collocano le prossime iscrizioni. Com'è noto, attraverso provvedimenti di tipo amministrativo o relativi ad accordi contrattuali sono state introdotte alcune modifiche all'insieme delle norme che sottendevano la riforma Moratti. In particolare é stato disapplicato il tutor, di cui parla l'art.7, comma 4, del D.Lgs 59/2004. Ma il decreto legislativo 59/2004, attuativo della legge 53/2003, resta in vigore, nella sostanza e nel suo impianto complessivo.

E per quanto riguarda la scuola primaria tale decreto (vedi sempre l'art.7) dice che l'orario base è costituito da 27 ore settimanali, elevabili a 30 se comprensive delle 3 ore "opzionali-facoltative". E' possibile poi, sempre secondo il decreto, arrivare fino ad un massimo di 40 ore, comprensive delle ore di mensa e dopo mensa, fino al cosiddetto "tempo pieno", se ne esistono le condizioni in termini di organici ("fermo restando il numero complessivo dei posti di cui all'art.15", vale a dire il numero dei posti attivati complessivamente a livello nazionale). Questi erano infatti gli "orari di funzionamento" previsti dalle stesse circolari sulle iscrizioni degli ultimi anni.

Non è mai stato del tutto chiaro, dati questi parametri orari, come venivano assegnati gli organici docenti alle classi (di fatto la determinazione degli organici di istituto è avvenuta sulla base dei criteri precedentemente in atto, con correttivi e tagli generalizzati apportati successivamente).

Infatti mentre il modello organizzativo implicito nella riforma degli ordinamenti della scuola elementare del 1990 (la legge 148/90, v.art.4) prevedeva che ogni due classi a modulo avessero tre docenti (o quattro docenti ogni tre classi) e che il tempo pieno avesse il doppio organico (due docenti ogni classe a T.P., come previsto dall'art.1 della legge 820/1971 che viene espressamente richiamato), questa corrispondenza ora - con il D.lgs 59/2004 - non esiste piu', non è piu' prevista, non è così automatica.

Ma se il modulo non c'è piu', soppiantato dalla riforma Moratti, e l'insegnante tutor è stato derubricato, qual è il nuovo modello organizzativo della scuola primaria? La semplice proposta di uno schema orario (27-30 o 40 ore), non si sa bene con quanti insegnanti e organizzati come? E il tempo pieno come si articola, se non è automatico il doppio organico? Che "tempo pieno" diventa? Come si struttura il "team docente" in rapporto alle classi?

Teniamo presente infatti che in molte scuole negli ultimi anni sono stati apportati tagli di posti docenti, rispetto alle richieste delle direzioni scolastiche. Con alcuni insegnanti in meno rispetto a quelli richiesti le scuole hanno dovuto arrangiarsi inventandosi modelli organizzativi che in realtà avevano lo scopo principale di garantire la mera copertura oraria, con conseguente perdita delle compresenze dei docenti e con l'utilizzo dei docenti su classi diverse. Si continuerà a lasciare alla libera "creatività" delle scuole la gestione organizzativa delle classi, con il pretesto che tanto c'è l'autonomia e che quindi ciascuna scuola può organizzarsi come meglio crede?

Insomma, quali modelli didattici e organizzativi andranno a proporre ai genitori degli alunni delle future classi prime i dirigenti scolastici? E con quale certezza di avere l'organico (di tempo pieno e/o di classi a 27-30 ore) necessario?

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 da Flc Cgil    - 29-11-2006
e a proposito delle iscrizioni per l'anno scolastico 2007/2008 la posizione della Flc Cgil:

La circolare deve dare certezze

Con la fine dell'anno solare si approssima anche la fatidica scadenza delle nuove iscrizioni di solito collocata poco dopo la metà di gennaio e, ancora prima, si approssima quella data in cui il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe emanare la "circolare" sulle iscrizioni. L'anno scorso fu emanata il 23 dicembre, praticamente in coincidenza con l'inizio delle vacanze di Natale: con non poco sconcerto dal momento che il tutto si veniva a sapere a scuole praticamente chiuse ed il grosso del lavoro da approntare sarebbe partito solo il 7 di gennaio. E chi se lo ricorda, sa che non era cosa da poco perché lo scorso anno era anno di attuazione della legge Moratti e quindi la cosa doveva essere densa di novità per il destino di studenti e insegnanti.
E' da un po' di anni infatti che la "circolare" sulle iscrizioni non si riduce a un semplice fatto amministrativo: con il portato della legge Moratti la circolare ha acquisito una sua rilevanza "politica" perché, praticamente in tutti gli ordini e gradi di scuola, dalla sua formulazione dipendono le modulazioni dell'organizzazione scolastica e, soprattutto, dell'offerta formativa che la scuola offre.
E le cose non sono cambiate col cambio della reggenza del Ministero. La scelta, infatti, di procedere col " cacciavite" ha messo fine ad alcuni aspetti della legge Moratti, ma ne ha lasciati in piedi altri, sicché le contraddizioni e con esse le incertezze non sono finite. Anzi: si può dire che sono aumentate. Ora come allora resta un po' il problema di a che cosa ci si iscrive.
E difficilmente queste incertezze si possono liquidare richiamandosi alla fase di transizione, al cosiddetto "anno ponte": l'" anno ponte" è ( o almeno doveva essere) il 2006-07, ma le iscrizioni sono per il 2007-08, per una data cioè su cui il "ponte" dovrebbe essere già appoggiato. E non sarebbe molto consigliabile pensare a "un ponte a più arcate".
Fuor di metafora: c'è un enorme bisogno di certezze. Le richiedono gli alunni e le loro famiglie in primo luogo, ma anche gli operatori della scuola, insegnanti, dirigenti e personale ata. E, tanto per cominciare, sarebbe utile una "circolare" che non arrivasse alla vigilia di Natale. Anche perché molte scuole sono solite illustrare alle famiglie l'offerta formativa che intendono offrire in assemblee che si tengono già nel mese di dicembre.
Ma poi questa circolare dovrebbe sciogliere o almeno mettere un punto di chiarezza sui numerosi nodi in cui sono oggi aggrovigliate le scuole.
C'è la questione dell'iscrizione alla scuola dell'infanzia dei bambini nati a gennaio e a febbraio. La cancellazione dell'articolo 2 del Dlgs 59/04 previsto dalla Finanziaria impedirà loro lapossibilità di iscrizione. Tuttavia, sicuramente andranno rilevate le richieste di accesso alle "sezioni primavera", contemplate dalla stessa Finanziaria quale controproposta rispetto gli anticipi morattiani e risposta alla domanda sociale. Iscrizioni alla scuola dell'infanzia e rilevazione delle domande potrebbero avvenire forse in due momenti diversi e distinti, ma da subito va fatta chiarezza per quanto riguarda i bambini nati a gennaio.
E se nulla invece cambia per quanto riguarda gli anticipi nella scuola primaria, le difficoltà di inserimento e di gestione e gli insuccessi che si sono registrati in questi ultimi anni impongono un ripensamento e una declinazione delle condizioni che dovrebbero accompagnare l'iscrizione dei più piccoli.
Ancora, andrebbe esplicitamente ammesso - dopo le tortuosità della nota di settembre - che al termine del corrente anno scolastico saranno purtroppo ancora consentiti gli assai discussi esami di idoneità per la frequenza nel 2007/2008 nelle classi successive alla prima.
Sul tempo scuola e l'organizzazione unitaria delle attività didattiche, argomenti che riguardano sia la scuola elementare che la scuola media, il Ministro Fioroni ha dato alle scuole pregevoli spunti con i documenti del 31 agosto che riconsegnano le scelte all'autonomia scolastica . Con la circolare sulle iscrizioni si deve confermare alle scuole la liceità e la legittimità di un'offerta coerente con il Piano dell'Offerta Formativa che le scuole hanno adottato.
Altrettanta chiarezza va fatta sul mantenimento e lo sviluppo del tempo pieno e del tempo prolungato.
Anche per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado, il secondo ciclo, come lo aveva chiamato la Moratti, non mancano i problemi. Se la cancellazione della sperimentazione della legge Moratti ha tolto uno degli argomenti che occupava grande spazio nella "circolare" dello scorso anno e se il rinvio al 2008 dell'attuazione del secondo ciclo ha tolto alle scuole l'incombenza e l'ansia di una "riconversione", restano pur sempre operanti alcune delle contraddizioni già rilevate nella "circolare" dello scorso anno.
Al centro delle questioni c'è soprattutto la questione dell'istruzione obbligatoria fino a 16 anni. Questa scelta inserita nella legge finanziaria in via di approvazione è sicuramente importante, tanto da accompagnarsi nel testo di legge all'innalzamento del limite di età per accedere al lavoro, e deve perciò avere nella nuova circolare il rilievo che le spetta, con tutte le coerenze giuridiche del caso.
Ma la "strana" formulazione utilizzata in finanziaria, per cui, per evitare la dispersione scolastica, sarebbe possibile assolvere all'obbligo anche in iniziative concordate tra Ministero e Regioni, oltre a costituire una palese contraddizione rispetto all'unitarietà della formazione e una discutibile scelta educativa e didattica che riproduce emarginazione e segregazione, lascia completamente scoperti gli aspetti organizzativi che riguardano il ruolo della scuola pubblica nella titolarità dell'assolvimento dell'obbligo e del controllo sullo stesso.
A maggior ragione questi dubbi ci vengono rafforzati dalla sopravvivenza dei corsi triennali del vecchio accordo Stato-Regioni, di morattiana memoria, corsi tappabuco inventati per "non trovarsi scoperti" dopo l'abrogazione della legge 9 ed il vergognoso arretramento dell'obbligo scolastico dai 15 ai 14 anni. Si tratta quindi di corsi che , ad obbligo scolastico innalzato, non dovrebbero più esistere. E' già capitato in passato di dover leggere bozze di circolari ministeriali sulle iscrizioni che invece di spiegare come iscriversi nelle scuole sembravano scritte per invitare a non farlo e a farlo altrove. Non sarebbe proprio il caso di ritrovarsi in una simile situazione!
A questi problemi vanno poi aggiunte le questioni riguardanti l'arrivo a regime degli stessi corsi triennali che, a rigor di logica, non escluderebbero il rientro nel sistema scolastico: in base a quali certificazioni, crediti o verifiche?
Infine: a regime arriva anche la seconda lingua straniera della scuola media: come proseguiranno gli alunni? Troveranno una seconda lingua straniera anche nella secondaria? In caso contrario, verso quale lingua si orienteranno? La prima? L'inglese? A libera scelta? Quella studiata fin dalle elementari, in quanto studiata di più? O quella intrapresa alle medie, in quanto studiata meno?
Va da sé che la FLC Cgil attende su tutto ciò la dovuta informazione e il dovuto confronto.

Roma, 28 novembre 2006