Farid Adly - 04-06-2002 |
Obiezione di coscienza contro le impronte digitali Signor Presidente del Consiglio, leggo che il Suo governo vuole prendermi le impronte digitali. Non ho compiuto nel vostro paese nessun crimine. Sono ben 36 anni che vivo e lavoro in Italia. Sono sposato con una cittadina italiana e sono padre di figli italiani. Io però ho mantenuto la mia cittadinanza libica. Sono giornalista e tutti i giorni scrivo di mondo arabo, immigrazione e multiculturalità, in italiano, e della bell’Italia in arabo. Questo emendamento approvato dalla Sua maggioranza mi offende e offende centinaia di migliaia di onesti lavoratori, che sono venuti in Italia per guadagnarsi il pane quotidiano. A Lei ed ai Suoi alleati di governo, questa legge serve per dare l’immagine di sicurezza all’opinione pubblica. E’ giusto garantire sicurezza ai cittadini; ma non una parvenza di sicurezza di carta e per di più immaginaria. Questa legge, Signor Presidente, creerà più clandestini. Probabilmente è quello che serve politicamente. Molti dei suoi alleati hanno fatto la loro fortuna politica sparando slogan razzisti e xenofobi ed hanno bisogno dei clandestini per continuare ad avere una legittimità politica. I clandestini non potranno mai scioperare, non chiederanno aumenti salariali, non alzeranno mai la testa e serviranno per ricattare i lavoratori italiani che lavorano in nero. Prendere le impronte digitali agli stranieri rafforza nell’opinione pubblica l’idea “immigrati uguale criminalità”. Anche Lei sa che è un’uguaglianza falsa e pretestuosa. All’Italia non serve una legge simile. L’immagine dell’Italia ne sarà offuscata, paragonabile ad un regime militarista sudamericano. Una tale discriminazione tra cittadini italiani e soggiornanti stranieri sarà sottoposta all’attenzione degli organismi internazionali, dell’ONU e della stessa UE, che operano contro il razzismo e la xenofobia. Le impronte digitali si prendono già, in applicazione delle leggi vigenti, per i clandestini, per chi compie reati e per chi è senza documenti di identità. Non c’è nessuna giustificazione di sicurezza che impone la presa delle impronte digitali a tutti gli stranieri richiedenti il permesso di soggiorno. Se la mia identità è certa da documenti comprovati da dichiarazioni delle autorità consolari del mio governo a che cosa serve prendere le mie impronte digitali, visto che non ho compiuto nessun crimine? E’ una punizione gratuita contro chi proviene da un paese povero del Sud del Mondo. I suoi ministri, che hanno redatto il testo di legge, hanno capito che non sarebbe possibile chiedere le impronte ad un militare statunitense soggiornante in Italia oppure ad un ricco cittadino svizzero o giapponese; nella versione originale, infatti, non hanno utilizzato il termine “stranieri dei paesi extra UE”, ma “non appartenenti ai paesi OCSE”. Ecco una doppia discriminazione che rasenta il razzismo. “Tu straniero bianco e ricco, non ti prendo le impronte; voi neri, gialli, olivastri e poveri, avanti, le dieci dita nell’inchiostro!”. No, una discriminazione così non è ammissibile. Ma non conviene all’Italia anche per altre ragioni, economiche soprattutto. Pensi, per esempio, alle complicazioni che incontrerà il lavoro italiano all’estero. Se la vostra polizia prendesse le impronte digitali ai diplomatici sauditi o agli uomini d’affari sudafricani, anche quegli Stati, in rispetto del principio di reciprocità, farebbero altrettanto con i lavoratori e gli uomini d’affari italiani che operano da loro. Per tutte queste ragioni, signor Presidente, io non ci sto. Sono 36 anni che vivo in Italia e non ho mai vissuto un giorno senza permesso di soggiorno. Ma se questa legge verrà approvata così com’è, io farò l’obiezione di coscienza. Non darò spontaneamente le mie impronte digitali quando presenterò la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Sarò catalogato, allora, come clandestino ed i Suoi poliziotti dovranno venire ad arrestarmi con la forza per prendere le mie impronte digitali. Spero che molti altri stranieri faranno altrettanto. In questo modo avrete tolto molti agenti al loro lavoro, di lotta contro il crimine, per perseguitare onesti cittadini e non avrete fatto, sicuramente, un bene per il vostro paese e per la sicurezza dei cittadini. Cordialmente Farid Adly direttore “ANBAMED, notizie dal Mediterraneo” P.S. Quando verrà emanata la legge che impone le impronte digitali sulla carta di identità, quindi uguale per tutti, sarò il primo a recarmi negli uffici comunali. |
Sabina Eleonori - 04-06-2002 |
NO ALLA LEGGE BOSSI-FINI PER UNA SCELTA DI CIVILTA' ROMA, GIOVEDI' 6 GIUGNO, ORE 11.00 Sala Capranichetta, piazza Montecitorio (Hotel Nazionale) FORUM PROMOSSO DALL'ARCI Intervengono: C. Basa, Comunità Filippine; T. Benetollo, presidente Arci; G. Casadio, segreteria naz. Cgil; F. Ferrante, direttore Legambiente; S. Galieni, Migrant's Social Forum; G. Marcon, presidente Ics; L. Pepino, presidente Md; M. Welly Lottin, associazione Griot Settimana delle Impronte Nel corso del Forum tutti potranno lasciare le impronte digitali SIAMO TUTTI IMMIGRATI |
Giuseppe Manzoni di Chiosca - 05-06-2002 |
Cari amici, io, invece, non sono per niente d' accordo con il vostro atteggiamento a proposito della nuova legge sull' immigrazione (che peraltro esula dagli interessi comuni della vostra newsletter), né con l' appello di alcune "personalità". Non capisco come si possa avere la faziosità di definire "discriminatorie" o addirittura "razziste" (bum!) alcune normalissime disposizioni, necessarie alla sicurezza. Scusate la franchezza e cordiali saluti Giuseppe Manzoni di Chiosca |
Caelli Dario - 05-06-2002 |
Siete vergognosi. Le impronte digitali sono un modo certo per identificare le persone. Tutto il resto è dietrologia bieca. Quello che vete scritto è patetico. Rifletteteci e pensate quuanto male può fare ad un uomo prendere le sue impronte. Tutti noi, maschi, abili e arruolati ha dovuto lasciare le sue impronte all'atto dell'inizio del servizio militare. Sulla carta d'identita della Repubblica italiana sotto la foto e la firma vi è un quadratino per l'impronta digitale. Che le amministrazioni locali non appongano questo sistema di riconoscimento è solo una delle tante anomalie italiane. Le impronte digitali non sono dei ceppi. Se non faccio nulla di male, sono come la mia firma, solamente più sicura per l'identificazione. |
Antonella Ferrari - 06-06-2002 |
Mio marito è marocchino. Non riesco neppure a comunicare il senso di orrore che mi provoca questa cosa delle impronte digitali. E la sua rabbia contro uno stato in cui vive da anni, a cui paga le tasse, che gli nega la possibilità di votare e di decidere delle scelte politiche e che ora lo scheda come delinquente. E il dubbio più che mai forte se prendere o no la cittadinanza di uno stato illiberale e xenofobo. Stiamo aspettando che mettano mano anche alla normativa dei permessi di soggiorno per famiglia. Ci sentiamo veramente in bilico e la sua diversità diventa la mia. Spero davvero che nascano mille iniziative, perchè bisogna assolutamente opporsi |
TINO DOLMETTA - 06-06-2002 |
mescoliamoci pure, coloriamoci pure! sono anche certo che mio nipote potrà essere un sano incrocio di razze e la cosa non mi spaventa!!! Sono aperto a tutte le esperienze sane e produttive ma... NON SONO DISPOSTO AD ACCETTARE CHE PER ME, PER I MIEI CARI, PER VOI SI CORRANO I RISCHI DOVUTI AD UN CONTROLLO INADEGUATO DI CHI VEDE NELL'ITALIA NON UNA OPPORTUNITA' SERENA DI PROGRESSO PERSONALE MA UN TERRITORIO DI NESSUNO DOVE TUTTO, SPACCIO E DELINQUENZA POSSANO FARE CIO' CHE VOGLIONO LIBERAMENTE!!! PIUTTOSTO, E LO FARO' DAVVERO, ANDRO' ANCH'IO SPONTANEAMENTE A DARE LE MIE IMPRONTE PURCHE' TUTTI SIAMO + SICURI!!!!! E NON VOTO NE' VOTERO' MAI FORZA ITALIA O LA DESTRA!!!! E' SU QUESTI PUNTI CHE LA SINISTRA PERDE E PERDERA' SEMPRE: NON CAPISCE IL LIMITE TRA IL LECITO E L'ILLECITO NE' COSA VUOLE VERAMENTE LA GENTE E SOPRATTUTTO I SUOI SOSTENITORI!!! |
Franca - 06-06-2002 |
Quello letto mi sembra, a voler essere benevoli, solo un appello ipocrita. A mio marito, che 30 anni fa ha fatto il servizio militare, risultano le impronte digitali su una copia del suo foglio matricolare. Non ha mai compiuto reati e non teme per queste impronte digitali. Io ritengo che chi non ha nulla da nascondere non deve temere questo provvedimento al contrario di chi poche settimane fa ha rovistato nella mia auto ed ha preso le chiavi di casa e che, forse, è stato poi visto gironzolare dai miei figli attorno a casa. Nel frattempo io ho dovuto cambiare tutte le serrature e spendere oltre 2000 euro per un impianto d'allarme. E ancora non siamo ancora tranquilli. |
Ruggero Capra - 06-06-2002 |
Anti-racist appeal We the undersigned, are opposed to the Italian government that has proposed new anti-immigration law, Bossi-Fini.This law contains many discriminatory proposals. One point in particular proposes taking the fingerprints of all immigrants who ask for an Italian visa. This proposal will destroy the fundamental human right to equality of treatment before the law, treating immigrants as potential criminals. The government would not find possible to extend such a presumption of criminality to all Italian citizens, and nor is it likely that they would try to do so to citizens from countries such as the United States, Japan and Switzerland. In this case, the law could institutionalise racism within the immigratory authorities, because only those from certain countries would have their fingerprints demanded. We ask the parliament to stop this law; the problem of immigration is an issue concerning all European countries, but it is not right to attempt to deal with it through such an emotional and discriminatory measure. Giovanna Signore, Glyn Everett, Peter Herrmann, Ugo Albano , Ruggero Capra...... |
Raffaele Ibba - 09-06-2002 |
Le impronte digitali sono la dimostrazione della scarsa intelligenza di chi ci governa, il potere di quelli che hanno paura di chi non è uguale a loro, cioè non è altrettanto stupido, volgare, maleducato, cattivo ed egoista. Questo governo sta raggiungendo livelli di volgaritò e stupidità nella sua azione che nella storia italiana non hanno precedenti, se non forse nel disastro della RSI, cui peraltro una parte di questi politici continua a richiamarsi. Esprimiamo il nostro dissenso, ma soprattutto lavoriamo ancora e sempre contro coloro che vogliono un mondo solo di brutti e cattivi, a loro immagine, perchè invece il mondo sia pieno e libero. Pieno di tutti i viventi e libero per ciascuno di loro. |
Bruna Laudi - 09-06-2002 |
La mia famiglia ha vissuto l'infamia delle leggi razziali. Tutti gli anni, il 27 gennaio, celebriamo il giorno della memoria. A che serve la memoria se poi siamo pronti nuovamente a discriminare come se la storia non ci avesse insegnato niente? Un re scese in strada con la stella gialla per gridare il suo NO all'invasore nazista: chiediamo tutti di dare le nostre impronte per dimostrare che abbiamo una coscienza civile. In caso contrario non commemoriamo più nulla, sarebbe un insulto ai martiri di ieri e a quelli di domani. |
Giuseppe Corato - 13-06-2002 |
sottoscrivo quanto detto da eminenti personalità. La storia ci rivela che oggi tocca a me, domani a te. Chissà cosa diranno i nostri nipoti fra cent'anni... Non si possono fermare gli affamati e meno ancora gli assetati. Figuriamoci quelli che hanno i diritti calpestati! Ricordiamo che il consumismo è una malattia che passa e la salute è una terra ben spartita. |
Silvio Restelli - 17-06-2002 |
Non capisco bene il nesso tra questa iniziativa e la formazione. Anche a prescindere dal merito, molto discutibile, ne dobbiamo dedurre che ci sommergerete di richieste di firme per i più disparati argomenti (dalla difesa dei beni artistici alla pulizia delle città, alla lotta contro l'inquinamento, ecc) presentandole come iniziative di formazione? In quel caso ci troviamo di fronte alla risoluzione dei problemi che assillano i responsabili della formazione e della sua efficacia: l'apporre una firma ad un appello è segno di un avvenuto cambiamento professionale. Cordiali saluti |
Giuliano Cianfrocca - 18-06-2002 |
Ma come si fa, e qualche commento qui pubblicato lo fa, a dire che si tratta di un NORMALE provvedimento di polizia? È evidente che qualcuno crede che se non si è nati nella sana Europa di Schengen si è naturalmente portati a delinquere. Che un cardinale statunitense, un allevatore australiano e un lustrascarpe di Nairobi debbano essere rintracciabili più sicuramente di un insegnante di Nanterre o di un imbianchino austriaco. Oppure le impronte che contano sono solo quelle dei poveri, e allora il cardinale e l'allevatore saranno esentati? Quanto poi alle impronte digitali del Foglio Matricolare dell'Esercito, faccio presente che quando fui richiamato io (1979) c'era una precisa norma che rendeva FACOLTATIVO apporre l'impronta (comepure dichiarare la religione). Dagli oscuri anni Settanta al luminoso nuovo millenio!! Complimenti a noi tutti |
Brenno - 24-06-2002 |
Pena di morte, altro che impronte digitali, per i terroristi arabi di Al Qaeda che stanno ordendo attentati sanguinari in tuttta l'Europa cristiana. Liberiamoci al più presto da tutti i clandestini extracomunitari, vero brodo di cultura del terrorismo naziarabo, a cui la sinistra italiana si è legata con un patto scellerato, prima che questi assassini si liberino di noi eurpoei, di noi italiani, di noi padani. |