Tra scuola e famiglia
Isa Cuoghi - 14-09-2006
Condivido le molte critiche all'azione dei governi che si sono succeduti in questi ultimi decenni e che, penso, come parola d'ordine avevano quella di deprivare la scuola di ogni risorsa.
Anche l'ultimo, se pur con timidi recuperi sul piano delle inutili burocrazie che ci aveva inflitto la Riforma Moratti e con qualche aggiustamento qua e là, non promette molto di buono...soprattutto sul numero di insegnanti di sostegno e in generale sugli organici.
La scuola come al solito viene intesa come buco da risanare, e risanare nella lingua politichese ultimamente vuol dire solo una cosa: tagliare.
Tagliare risorse alla scuola significa togliere ogni opportunità di apprendimento per i bambini, ogni possibilità di esperienze, e non permettere di accedere in modo equo ed equilibrato in tutta Italia al percorso scolastico.
Non sono però tanto d'accordo su quanto espresso a proposito di quelle che dovrebbero essere le cause delle difficoltà che incontriamo ogni giorno nello svolgimento del nostro lavoro.
Sì è vero, ci sono le famiglie allargate, i bambini sono diversi da quello che dovrebbe essere un "modello unico" di alunno, sono maleducati, viziati, aggressivi, prepotenti, non hanno rispetto per tutto ciò che noi invece avevamo bene in testa come scala di valori.
E allora?
I cambiamenti sociali non sono colpa nè dei bambini nè delle famiglie alllargate ( che mi sembra quantomeno offensivo chiamare ACCOZZAGLIA di soggetti...) , i valori sono quelli che ogni giorno essi assorbono dalla società in cui vivono.
Se i media e le esigenze lavorative e delle imprese hanno preso il sopravvento su quello che era il nucleo familiare da cui i bambini assorbivano educazione, esperienze, affetto, sicurezza...beh, penso che si debba fare una riflessione più pacata su tutta la società e le sue esigenze, e definire innanzi tutto ritmi di lavoro più adeguati che permettano ai bambini di restare più vicini alle figure affettive di riferimento (che possono anche essere di famiglie allargate, le quali spesso svolgono un'azione molto più responsabile e affettivamente stabile rispetto a famiglie nel senso classico del termine, piene di rivalse e litigiosità; e poi non credo spetti a noi dare giudizi morali su scelte in cui non abbiamo diritto di entrare e pontificare); i media e le televisioni devono ridimensionare il loro ruolo portando meno prepotentemente nelle case tutti i loro modelli di riferimento; il tempo libero va utilizzato più consapevolmente: insomma serve un'azione educativa a tutto tondo che difficilmente solo la scuola potrebbe dare.
Una riflessione in più per un governo di centrosinistra che, credo, dovrebbe mettere al centro della sua azione il benessere dei cittadini, non inteso solamente come benessere economico, ma come uno star bene al mondo con se stessi e con gli altri, senza lo stress dei tripli turni lavorativi, della corsa alla spesa ad orari impossibili, delle burocrazie interminabili, della scuola che dovrebbe sostituire un modello educativo che solo la famiglia, allargata o no, ha il dovere e il compito di dare.
Perchè se la famiglia che circonda il bambino non esiste, la scuola fallirà sempre il suo compito.
Se la famiglia che circonda il bambino non è consapevole del proprio ruolo e dell'importanza che ha sulla crescita del bambino, la scuola non può sostituirsi ad essa.
Per questo stressiamoci per il lavoro che abbiamo davanti, ma senza assumere un atteggiamento negativo e giudicante su situazioni familiari diverse da quelle tradizionali, se no in modo implicito anche la nostra azione ne sarà in qualche modo condizionata e i bambini, si sa, hanno antenne emotive molto sensibili e potenti.
Buon anno scolastico a tutti !

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