Il veleno del caimano
Edmondo Berselli - 14-04-2006
di Edmondo Berselli*da Repubblica online


Ieri è tornato il Caimano. Il giorno prima era apparsa la Salamandra, l'essere che passa indenne attraverso le fiamme. Domani non si sa. Il premier Silvio Berlusconi è andato al Quirinale e ha incontrato il presidente della Repubblica. Dopo le elezioni, e soprattutto dopo un confronto elettorale condotto e finito allo spasimo, non era un incontro di routine. Così come non era di routine l'incontro che nella mattinata Carlo Azeglio Ciampi aveva avuto con Romano Prodi, il capo dell'Unione e prossimo a ricevere l'incarico di formare il nuovo governo.

Al termine della conversazione con il capo dello Stato, durata un'ora e un quarto, Berlusconi ha realizzato uno dei suoi exploit mediatico-populisti. Con un assolo formidabile, ha rivelato di avere espresso al presidente della Repubblica i suoi dubbi sul risultato elettorale. E ha denunciato che ci sarebbero un milione e centomila schede sospette, che sono stati compiuti brogli "unidirezionali", e che insomma il centrosinistra avrebbe rubato la sua strettissima vittoria. Fuori dal Quirinale non ha espresso dubbi, bensì ha manifestato certezze: "Il risultato cambierà", ha affermato, e ai giornalisti ha mostrato il suo miglior sogghigno: "Credevate di esservi liberati di me?".

Ciò che sta accadendo è grave. Il nostro paese non ha alle spalle una storia politica basata sul furto di voti. Il ministro dll'Interno, Giuseppe Pisanu, ha manifestato pubblicamente la sua soddisfazione per il modo in cui si sono svolte le operazioni elettorali. Il capo dello Stato si è compiaciuto per lo svolgimento "ordinato e regolare" dell'esercizio democratico. Soltanto Berlusconi ha di fatto impugnato l'esito del voto. Non si è preoccupato di mettere in estrema difficoltà la massima carica dello Stato, resa partecipe di un complotto mostruoso ordito dai nemici della libertà (e del Cavaliere). Seppure appoggiato assai tiepidamente dai suoi alleati, ha scatenato i suoi uomini in una battaglia virtuale che purtroppo può avere pessime conseguenze reali.

Il milione e passa di schede della vergogna, evocate dalla fantasia pubblicitaria di Berlusconi, esistono soltanto come ultima arma di un uomo assediato che rifiuta la sconfitta. La legge nega la possibilità di un nuovo conteggio, e consente soltanto l'accertamento delle schede contestate. Si tratta di poco più di quarantamila schede, che ragionevolmente si dividono con una certa equità fra i due schieramenti, e che quindi non possono alterare il risultato del voto popolare. In ogni caso, come ha dichiarato Marco Follini, non è il caso di "soffiare sul fuoco", visto che "dal Viminale alle Corti d'appello e alla Cassazione ci sono istituzioni che garantiscono tutti".

Preso atto di tutto questo, sarà bene che le magistrature preposte agli accertamenti concludano il loro lavoro prima possibile, per spazzare via ogni dubbio e sospetto. La democrazia italiana non può vivere sotto l'ombra di un risultato pasticciato. Ed è proprio questo che Berlusconi sta facendo: sta creando una delle sue realtà virtuali, un altro dei suoi "fattoidi", che scaraventa sulla situazione politica e civile italiana provocando fibrillazioni e inquietudine.
La risposta di Romano Prodi dalla festa di Bologna, "deve andare a casa", è un esorcismo insufficiente. Se il Caimano ha deciso di avvelenare il periodo post-elettorale, occorrono risposte ferme in primo luogo dalle istituzioni. Dal ministro Pisanu, per esempio, che dovrebbe dare un contributo ulteriore alla serenità dell'opinione pubblica. Ma c'è un aspetto ulteriore che va considerato: il marketing da guerriglia civile che Berlusconi ha inaugurato, rischia di lasciare sull'Italia una macchia. Per salvare la sua leggenda di invincibilità, il premier non esita a rovesciare il banco, o a minacciare di farlo.

Tuttavia non è proprio il caso che sull'Italia evoluta e disincantata del 2006 permanga un'ombra mitologica, per certi versi simile a quella del referendum costituzionale del 1946. Di fronte a un uomo che è incapace di perdere, che ha usato ogni strumento per avvelenare i pozzi, che ha cambiato la legge elettorale per impedire la vittoria degli "altri", i "comunisti", occorre che anche i suoi alleati, i più ragionevoli, i più corretti istituzionalmente, prendano posizione senza paure o esitazioni. Perdere le elezioni non è un dramma. Ma il Caimano sta trasformando una sconfitta politica in un evento sudamericano, ed è angosciante il pensiero della lunghissima transizione all'insediamento del nuovo governo. C'è qualcuno nella Casa delle libertà che voglia dare un contributo alla sicurezza psicologica e civile del paese? In caso contrario qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di avere consentito che una normale alternanza politica si stia trasformando nella battaglia disperata e finale di un uomo non abituato a lasciare la presa sulla "roba" che crede sua e solo sua.


Edmondo Berselli è editorialista de la Stampa e vicedirettore della rivista Il Mulino. Autore di numerosi contributi sulla politica e la società italiana, collabora come editorialista politico al quotidiano Il Sole 24 Ore.

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 da Articolo21    - 14-04-2006
Elezioni regolari, e non siamo di fronte ad un caso Germania

di Tiziana Boari

La missione di osservazione elettorale dell’OSCE in Italia sta chiudendo i battenti dopo un mese di attento monitoraggio della campagna elettorale. Giunti a Roma in una decina, provenienti da paesi come USA, Germania, Slovacchia, Bielorussia, Francia, Russia, il 13 marzo scorso, oggi esprimono un giudizio positivo sull’andamento del voto, malgrado le riserve in merito espresse da Silvio Berlusconi. Abbiamo parlato con Peter Eicher, il capomissione, un diplomatico statunitense, gia’ ai vertici dell’Ufficio per i Diritti Umani e le istituzioni democratiche dell’OSCE, e una lunga esperienza di osservazione elettorale.

Una prima impressione di queste elezioni, a caldo….
Nel complesso ho avuto un’impressione positiva : è stata una campagna molto partecipata, tanta gente a volantinare per le strade, comizi organizzati dai partiti, dibattitti televisivi. Questo sottolinea la forza della democrazia italiana nel periodo elettorale. La campagna si e’ svolta inoltre in completa liberta’: la gente ha potuto esercitare liberamente i propri diritti civili e politici, condurre la campagna senza alcun timore. Puo’ sembrarvi normale qui in Italia, ma non sempre troviamo condizioni come queste nei paesi dove andiamo e invece si tratta di elementi molto importanti in un’elezione.

Qualche giorno fa ha rilasciato una dichiarazione nella quale sottolineava lo sbilanciamento dei media televisivi verso la coalizione di centrodestra. Nel complesso e’ stata una campagna equa ?
Abbiamo monitorato con attenzione i sei canali televisivi principali e il tempo che ognuno ha dedicato a ogni schieramento e candidato, cercando di capire se rispettavano i termini della par condicio. Il mio commento dunque non vule esprimere una critica ma un’analisi. Si’, c’e’ stato uno sbilanciamento nelle emittenti televisive, un fatto deplorevole riconosciuto ufficialmente anche dall’agenzia di regolamentazione preposta (l’Authority per le Comunicazioni, NdR) che ha dovuto imporre sanzioni ad alcune emittenti televisive.

In quale modo ha inciso la nuova legge elettorale sull’andamento e lo svolgimento delle elezioni ? L’ultima volta che ci siamo visti mi sembra avesse espresso alcune perplessita’ in particolare sui tempi…
Decisamente non e’ stata una buona pratica quella di cambiare la legge elettorale così a ridosso della data delle elezioni : in genere , per i nostri standard, dovrebbe passare almeno un anno tra l’approvazione di una nuova legge e le elezioni, perche’ altrimenti non c’è tempo per istruire bene gli scrutatori, i presidenti di seggio e gli elettori sulle nuove regole. Inoltre questa legge era passata senza il consenso dell’opposizione . Tuttavia, abbiamo riscontrato una certa efficienza nell’amministrazione elettorale e benche’ la legge abbia causato qualche complicazione per la sua adozione troppo precoce, non ha realmente interferito nella preparazione tecnica delle elezioni. Molti partiti politici tutavia si sono lamentati con noi del fatto che, dopo aver iniziato la campagna elettorale seguendo un tipo di strategia adatta al maggioritario semplice, hanno poi dovuto cambiare in corsa e muoversi in un’altra direzione. In molti ci hanno espresso la loro preoccupazione che il pubblico non fosse stato adeguatamente informato sul nuovo sistema elettorale e che per questo potesse sbagliare nel contrassegnare la scheda elettorale.Alcuni partiti politici si sono lamentati di non aver avuto tempo sufficiente per raccogliere le firme necessarie a presentare le liste dei candidati.

Quali saranno le conseguenze di questa missione ? Produrrete un rapporto ?
Lavoreremo ad un rapporto finale che raccogliera’ le nostre impressioni sulla legislazione elettorale, sul funzionamento dell’amministrazione elettorale, su come e’ stata condotta la campagna e sul comportamento dei media. Elaboreremo delle raccomandazioni su aspetti delle elezioni italiane che pensiamo possano essere migliorati. Il rapporto sara’ presentato al nuovo governo tra sei settimane e sara’ consultabile sul nostro sito.

L’introduzione sperimentale del conteggio elettronico dei voti ha suscitato molta preoccupazione tra gli italiani. Secondo voi perche’ ?
Non posso dare una valutazione su come questo sistema funzioni. Posso pero’ esprimere un’impressione sulla base di quanto discusso con diverse persone nelle ultime settimane : per queste elezioni non sono preoccupato che possa incidere negativamente sul loro risultato finale perche’ è stato soltanto un test, non ufficiale e comunque il conteggio cartaceo aveva la priorita’ su quello elettronico in caso di discrepanze. Ma ho trovato che molti partiti politici, cittadini e persino funzionari elettorali non erano stati sufficientemente informati in merito. C’e’ stata una mancanza di fiducia generale verso questo nuovo sistema.- sono sicuro che vi ricordate le storie uscite sulla stampa sulle modalita’ di selezione delle compagnie addette – La cosa piu’ importante in un sistema elettronico e’ avere la fiducia degli elettori. Credo che se si decidera’ di adottare questo sistema come sistema ufficiale, sara’ essenziale garantire che abbia meccanismi di salvaguardia a vari livelli e che la sua adozione sia accompagnata da un ampio consenso popolare, la gente deve potersi fidare della sua onesta’.

L’Italia è governabile con questa nuova maggioranza ?
Si parla di un paese spaccato in due, il centrosinistra ha una maggioranza risicata e ieri Berlusconi ha quasi chiesto che si formi «una grande coalizione » alla tedesca….
Certamente l’Italia e’ una democrazia matura e i partiti politici qui sono in grado di lavorare insieme e governare il paese in maniera efficace. Ma non posso predire cosa accadra’. Certo non siamo di fronte ad un nuovo caso Germania : lì c’era l’impossibilita’ numerica a governare. Qui una maggioranza chiara, seppur con scarto minimo, c’è.

12/04/2006