Vangelo, liberismo, sindacato, sepolcri imbiancati e riforma della scuola.
Michele Bonicelli - 08-04-2006
La chiesa cattolica come strumento di controllo sociale.

La chiesa e le organizzazioni sociali cattoliche svolgono sempre più chiaramente la funzione di mediatori sociali intenti a far accettare alla popolazione la visione socio-culturale liberista.
Questa prospettiva, anche relativamente al mondo scolastico, è particolarmente evidente nel comportamento della CEI e della CISL.
A tal proposito non mi sembra sia stata preso adeguatamente in considerazione il documento "La riforma del sistema educativo e le prospettive del Paese" appena pubblicato dal Consiglio nazionale della scuola cattolica, organismo della Conferenza Episcopale Italiana.
Questo scritto consiste sostanzialmente in una sperticata difesa della riforma Moratti vista come coerente conclusione di un disegno iniziato con la legge sull'autonomia e proseguito con la legge 30 di Berlinguer. Viene esaltata la personalizzazione e l'impianto aziendal-produttivo della riforma con valutazioni che si potrebbero comprendere da un manager delle comunicazioni ma stonano alquanto dalla in bocca ai pastori della chiesa. Di Vangelo e carità neanche una traccia, gli immigrati sono problemi e i figli degli operai "storicamente" devono continuare la loro via predestinata di servi della gleba.
La soluzione a tutto? Visto che la nella scuola italiana "la libertà educativa continua a essere gravemente disattesa" la proposta risolutiva è quella di dare più soldi alle scuole paritarie. Gli altri si arrangino. Questo ragionamento mostra palesemente il limite, anche in senso evangelico, dell'impostazione morale della CEI: se il fine del cristiano è l'aiuto al debole e la carità chi si rende conto di questa situazione di oppressione culturale non dovrebbe adoperarsi per rimuoverla invece che invitare alla fuga in paradisi privati? Non parliamo neppure del rispetto dell'art. 3 della Costituzione.
Adesso io non sono di quelli che pensano che la chiesa cattolica non si debba esprimere sulle questioni sociali e politiche. Tutti lo fanno e questo è il sugo della democrazia. Ogni partito, ogni associazione ha un suo statuto, una sua idea del mondo, una sua fede o filosofia ed è giusto che si esprima anche pubblicamente sugli argomenti di sua pertinenza. Ognuno di noi è qualcosa: new ager, buddista, popperiano, socialista, massone, interista... e in base a questi modelli si associa e esprime idee. Sono più rischiose decisamente le lobby di pensiero occulto.
No, qui il problema, e lo dico da cattolico praticante, è che questa gente della CEI sembra che si sia letta un Vangelo tutto particolare con fonti di ispirazione più vicine a Condoleeza Rice che Don Milani o San Francesco. Non è un discorso recente ed è almeno dal dopoguerra che la chiesa e la mafia fungono da digestivi sociali per la penetrazione culturale americana.

Se la chiesa fornisce il supporto ideologico a questa invasione la CISL completa il discorso sociale.
Questa organizzazione sindacale di orientamento cattolico fornisce al sistema politico una quieta copertura sotto cui far transitare la propria impostazione sociale. Infatti ne hanno piazzato alla guida un pastore bergamasco come Pezzotta, utilissimo per raccogliere le pecore verso la stalla del padrone.
Il nostro dopo aver sottoscritto lo scellerato "Patto per l'Italia" ha il coraggio di rilasciare interviste come quella pubblicata dal Manifesto di pochi giorni fa a titolo "Una politica senza sogni non ci salverà" nella quale accumula demagogia su falsità. Afferma, ad esempio, che "all'autonomia della CISL ci credo sul serio, ognuno dev'essere libero di scegliere per chi votare" dimenticando che pochi mesi orsono invitava platealmente a non andare votare per i referendum sulla fecondazione assistita.
Pezzotta fa il duro e afferma che "quando una parte del Patto è rimasta lettera morta...abbiamo cambiato registro e scelto la lotta e lo sciopero" ma dovrebbe dimostrare quanti scioperi generali sono stati indetti contro la nefasta Legge 30 o la Riforma Moratti.
Infine il buon pastore risponde così ad una domanda sulla frantumazione del lavoro: "Ma se rispetto a tali processi i contratti nazionali non sono riusciti a ricomporre le filiere e ad intervenirvi, vuol dire che forse è dal basso, dalla contrattazione aziendale che si può ripartire. Le imprese devono essere stimolate dalla contrattazione di base. Capisci? Altro che moderati siamo dei riformisti veri."
Ma chi le ha firmate le contrattazioni nazionali? E se non riescono a far valere le proprie ragioni i confederali a Roma come è possibile che ci riesca una RSU di azienda?

Non so come funzioni nelle altre aziende ma permettetemi un esempio sulla mia esperienza. Sono RSU per la CISL scuola e ho costatato come durante questi anni la segreteria provinciale si sia dimostrata molto disponibile all'accettazione della Riforma; certo qualche demagogico comunicato e qualche sciopero sul contratto è stato fatto ma molto per contrastare lo sconvolgimento socio-culturale rappresentato dalla Moratti.
La Cisl è stata poi l'unico sponsor del vergognoso concorso separato per insegnanti di religione. Le ragioni di tutto ciò vanno anche loro ricercate nella connivenza CEI-MIUR di cui sopra.
Ma lasciatemi spiegare come funziona la tanto decantata contrattazione decentrata. Il mio dirigente scolastico è anche lui "della famiglia" e il segretario provinciale durante gli incontri si siede direttamente al suo fianco.
Malgrado la contrattazione non sia stata rispettata in buona parte ed io sia stato insultato pubblicamente dalla delegata CGIL mentre la segretaria si rifiutava di verbalizzare l'accaduto, benchè i dati sulla divisione del FIS ci siano stati presentati solo a giochi fatti e altre inadempienze simili il segretario provinciale dice che va bene così, che non si può sempre contestare.
Ho scritto al regionale e a Scrima ma nessuno si è degnato di rispondermi. E' questo che intende Pezzotta per "contrattazione e partecipazione" e riformismo della CISL?
In verità questo è il sindacato che ha accettato che il nostro salario scendesse al 24° posto su 30 nella classifica dei paesi industrializzati e che il lavoro precario diventasse la norma. Ecco il ventre molle del paese: questa perversa commistione tra fede cattolica e fiducia nelle organizzazioni che vi si "ispirano" o almeno dicono di farlo.

Non è una storia nuova, da Dante al protestantesimo, da Dossetti a Don Gallo la storia è piena di cattolici che protestano per le palesi incoerenze della chiesa di Roma.
Siamo a pochi giorni da un voto molto importante per le sorti dell'Italia e sul nuovo governo si profila comunque il peso morale e culturale del Vaticano, il mio invito è di valutare adeguatamente se i partiti di ispirazione cattolica non siano simili ai sepolcri imbiancati del Vangelo:
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché mondate l'esterno della coppa e del piatto mentre l'interno è pieno di rapina e di intemperanza. Fariseo cieco! monda prima l'interno della coppa e anche l'esterno diventerà pulito. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali al di fuori appaiono splendidi e dentro sono pieni di ossa di morti e d'ogni immondezza. Così anche voi all'esterno apparite giusti agli occhi degli uomini, ma dentro siete colmi d'ipocrisia e d'iniquità."

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Per la scuola della Repubblica Comitato di Firenze    - 08-04-2006
Il 9 e 10 Aprile con il voto all'UNIONE ed in particolare alle forze politiche impegnate per l'abrogazione immediata delle leggi Moratti la parola d'ordine con cui in questi anni il mondo della scuola ha contestato le leggi Moratti comincia a concretizzarsi; per questo dobbiamo impegnarci tutti a votare e far votare.
Ovviamente il voto del 9 e 10 Aprile non sarà sufficiente; dovremo continuare ad impegnarci ed intensificare la raccolta delle firme sia per l'abrogaziuone immediata delle leggi Moratti sia per la legge di iniziativa popolare" Per una buomna scuola della Repubblica".
Il voto del 9 e 10 Aprile è però necessario per cacciare Berlusconi ed i suoi alleati, ma anche per dare un segnale concreto per la scuola che vogliamo: una scuola statale, laica, democratica ed obbligatoria per tutti fino a 18 anni : la scuola della Costituzione.

 DON FRANCESCO MARTINO    - 11-04-2006
La Chiesa Cattolica non può sostenere che la visione derivante dal Vangelo e dalla Dottrina Sociale della Chiesa, che ripudia sia il liberal capitalismo che il marxismo. Invitando a leggere con attenzione il comunicato del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, non credo che vi siano riportate le affermazioni preconcette del sig. Michele Bonicelli. Sopratutto quando si reclama "pari dignità" per l'istruzione professionale e "pari condizioni di accesso" per gli studenti delle scuole paritarie, che con legge Berlinguer sono state riconosciute parte integrante del sistema pubblico dell'istruzione e non possono essere equiparate alle scuole private tout court.