breve di cronaca
Alunna picchiata a scuola Preside annulla l'intervallo
Corsera - 15-11-2005
ARDENNO (Sondrio) - Violenza a scuola. Un'alunna di 11 anni che frequenta la prima C alle medie «Vanoni» di Ardenno, nell'intervallo in cortile è stata aggredita, derisa e picchiata da cinque compagni. Ha reagito e sono volati pugni, al fianco e alla schiena.

Più tardi, in aula, la ragazzina ha accusato dolori e difficoltà di respiro. Nel pomeriggio i genitori l'hanno portata al pronto soccorso. Nessuna lesione, ma resta il fatto grave. La voce di un contrasto nato perché lei non faceva copiare i compiti ai compagni girata sulle prime è stata smentita dalla famiglia. Allora, caso di bullismo? Baby gang?

«Nulla di tutto questo - dichiara la preside, Ornella Forza -. Un banale litigio, come succede a quell'età, poi degenerato. I responsabili, alcuni ragazzi della stessa classe e altri della B, si sono pentiti, con le lacrime agli occhi, e sono già stati presi provvedimenti». Per almeno 15 giorni infatti, le due classi durante la ricreazione rimarranno in aula per «riflettere». Stessa sorte per la ragazzina.

L'aggressione ha avuto luogo giovedì alle 11. In cortile la ragazzina è presa di mira da un gruppo di maschietti ma lei, robusta, lunghi capelli neri, non si lascia intimorire e risponde per le rime. Ma appena si volta per allontanarsi è colpita a pugni e spintoni senza che né docenti né bidelli si accorgano di nulla. Poi, in aula, il dolore al fianco e la difficoltà di respirare. Condotta in segreteria dall'insegnante d'italiano, la ragazzina racconta la brutta avventura. L'ambulatorio medico è chiuso e lei rassicura che è tutto passato e rientra in classe.

Più tardi la mamma la porterà al pronto soccorso. «Dalla radiografia però non risulta nulla», spiega il padre, elettricista. La famiglia esclude denunce: «E' stato un gioco che ha preso una brutta piega», getta acqua sul fuoco il padre. Venerdì la ragazzina è rimasta a casa, ma sabato è tornata a scuola in bici, come sempre.

Luigina Giliberti
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 Collaboratore vicario Gianfranco Peyronel    - 23-11-2005
A tutti i genitori degli alunni
della scuola secondaria di primo grado
di ARDENNO

OGGETTO: Comunicazione del Dirigente scolastico


Con la presente ritengo opportuno informare in modo diretto tutti i genitori degli alunni che frequentano la nostra scuola secondaria di Ardenno su quanto successo durante l’intervallo il giorno giovedì 10 novembre, sul modo in cui molta stampa e diverse televisioni hanno travisato la verità dei fatti, sulle riflessioni e le iniziative adottate per tutelare il buon nome della scuola. Molte persone, non avendo altre fonti di informazione, esprimono infatti ancora dubbi sui fatti accaduti o insistono nel sottolineare presunte carenze o superficialità della scuola.

I fatti accaduti nel cortile della scuola durante l’intervallo del giorno 10 novembre sono ampiamente documentati dai riscontri raccolti da docenti e alunni presenti. Si è trattato, come emerge in modo condiviso dalle testimonianze, di una sorta di “gioco” tra ragazzi fatto di provocazioni verbali e spinte, degenerato in uno scontro fisico un po’ più pesante ai danni di un’alunna, colpita, in modo particolare, da un pugno alla schiena. I docenti presenti in quella parte di cortile confermano di aver visto lo svolgersi del “gioco” tra coetanei, tutti appartenenti alle classi prime della scuola secondaria di Ardenno. Un insegnante ha anche chiesto ai ragazzi se non ci fossero problemi rispetto all’eccessiva “fisicità” del confronto, ma la stessa alunna poi coinvolta in maniera più pesante ha risposto “Stiamo soltanto giocando”. Al termine dell’intervallo tutti i ragazzi sono rientrati nelle classi e solo più tardi la ragazza ha lamentato, informandone un’insegnante, dolori al torace e una certa difficoltà di respirazione. L’alunna è stata quindi assistita dalla stessa insegnante e, poco dopo, dalla sottoscritta. I genitori, informati del fatto non appena possibile, hanno raggiunto la figlia, ritirandola dalla scuola. Precauzionalmente gli stessi genitori hanno accompagnato nel pomeriggio la figlia al Pronto Soccorso di Morbegno, dove i medici non hanno riscontrato nè lesioni nè problemi che potessero giustificare prognosi di alcun giorno. L’alunna è rimasta a casa il giorno dopo l’accaduto, venerdì, e ha ripreso la normale frequenza sabato 12.

La scuola non è in grado di conoscere in quale modo il fatto sia giunto all’attenzione dei giornalisti. Quanto è certo è che il giornalista che ha voluto dare risonanza alla notizia lo ha fatto attraverso un dispaccio dell’agenzia ANSA, datato 13 novembre e dal titolo “SONDRIO – Picchiata perchè non fa copiare compito a scuola”.
Le gravi inesattezze contenute nel dispaccio di agenzia hanno determinato il completo travisamento degli avvenimenti da parte di moltissimi organi di stampa nazionale e televisioni, che hanno ripreso la notizia facendola crescere a dismisura, farcendola talvolta di particolari cruenti (si veda ad esempio l’articolo de “Il giornale” in data 14 novembre), trasformandola in caso emblematico di “bullismo” tra adolescenti (vale a dire marchiando di intenzionalità violenta e persecutoria i ragazzi coinvolti).
La scuola, nella figura della sottoscritta, ha da subito provveduto a cercare di riportare il “caso” nelle sue dimensioni reali. Sono stati incontrati i genitori di tutti i ragazzi coinvolti, si è riunito il Collegio dei Docenti, si sono rilasciate dichiarazioni e interviste alla stampa locale, sono state assunte alcune decisioni di carattere educativo.
Nei confronti degli organi di stampa, in particolare, si è proceduto con una tempestiva richiesta di rettifica, che, per quanto ci è dato conoscere, ha avuto solo parzialmente seguito con il ridimensionamento dei fatti operato da parte di alcune testate o, più spesso, con la semplice pubblicazione della versione dei fatti fornita dalla sottoscritta. Su mandato del Collegio Docenti, che ha chiesto di verificare se non ci siano gli estremi per una querela o per una denuncia, visti i gravi danni inferti all’immagine della scuola, si è provveduto infine a chiedere l’assistenza giuridica al Servizio legale dell’Ufficio Scolastico regionale della Lombardia.
Complessivamente, stampa, radio e televisione locali hanno fornito infine una versione sostanzialmente corretta degli eventi, anche se rimane l’amaro in bocca per la grave campagna di discredito operata ai danni degli alunni e della scuola in generale.
Purtroppo fa eccezione, almeno parzialmente, l’articolo del settimanale “Centro Valle” di sabato 19 settembre. A distanza di 10 giorni dall’accaduto e nonostante fossero disponibili tutti i chiarimenti, ancora si accenna maliziosamente nei titoli all’ipotesi di “bullismo” e, intervistando alcuni anonimi genitori, si dà voce al fatto che “questo non è il primo episodio di una certa gravità verificatosi in questa scuola”, per poi citare il consumo si sostanze alcoliche prima delle lezioni scoperto in passato e un trauma cranico provocato ad un alunno da un pugno. Dimentica il giornale (o il genitore, o la giornalista?) di dire che entrambi questi fatti sono accaduti al di fuori della scuola e che, caso mai, gli insegnanti hanno voluto comunque farsene carico impostando interventi educativi in collaborazione con le famiglie direttamente coinvolte. Per ben due volte ritorna insulsamente la frase sibillina “Minimizzare e tacere questi episodi non serve a nulla”. A chi è diretta l’accusa? La scuola non minimizza e non tace: interviene con gli strumenti della programmazione educativa, progettando e adattando la sua azione ai bisogni emergenti, in collaborazione, lo ripeto, con i genitori. E grazie a questa collaborazione è cessato anche il gioco dei “pizzicotti”, un mese fa. La scuola non diffama; lascia volentieri ad altri il compito di gettare fango volutamente (o per ragioni di “scoop”) sulla scuola e sui suoi operatori, di esagerare la realtà, di criminalizzare i ragazzi, di prendere e far credere lucciole per lanterne. Ad ognuno il suo mestiere.

Distinti saluti

Il Dirigente scolastico
Ornella Forza