Fossi il ministro licenzierei subito Silvio Criscuoli, oppure chi, in sua vece, ha redatto l'anonimo Comunicato stampa del 3 novembre intitolato
Quante bugie sulla scuola! Ecco le risposte del ministero.
Farei infatti un torto all'intelligenza del ministro Moratti se attribuissi alla sua penna l'insolito vademecum del MIUR e dunque bisognerà risalire a qualche dirigente d'alto rango per reperire l'autore del documento, se non altro per riproporne il licenziamento al futuro governo di centrosinistra.
Quale dovrebbe essere infatti lo scopo del panflet ministeriale?
In altre simili occasioni il ministro s'era intelligentemente rivolto ad agenzie specializzate nel marketing, che le avevano sciorinato tutta una serie di gadget di sicura presa mediatica (ancorché a spese dei contribuenti e della scuola), con l'intento di raggiungere capillarmente centinaia di migliaia (se non milioni) di utenti; oppure aveva approfittato dei potenti mezzi televisivi vespiani per rivolgersi direttamente al popolo.
Non che anche allora lo scopo informativo e più ancora propagandistico fosse stato raggiunto, ma lo schema adottato rientrava a pieno titolo nella casa delle libertà, che privilegia l'immagine alla sostanza.
Questa volta invece si sceglie una forma insolita, da cui traspare una duplice intenzione : da un lato il comunicato sembra proprio rivolto alla stampa, rispondendo ai dettami della superficialità con cui quasi sempre quotidiani e settimanali trattano di questioni scolastiche, quasi servisse solo a produrre il giorno successivo o la settimana successiva titoli del tipo
Il ministro sbugiarda le tesi degli oppositori della riforma; dall'altro il comunicato si configura come un vero e proprio prontuario di risposte a disposizione di dirigenti scolastici alle prese con collegi da domare, di insegnanti resi silenziosi da colleghi argomentanti, o addirittura per tutti coloro che fra poco scenderanno in campo nella campagna elettorale e fossero subissati dalle sollecitazioni degli oppositori.
Naturalmente non v'è nulla di male se un ministero s'arma di strumenti atti a contrastare chi lo critica, ma al di là del metodo sorprende il merito con cui le questioni sono trattate.
Infatti appare come minimo singolare che alle puntuali contestazioni che il comunicato riporta si risponda semplicemente che non v'è nulla di vero.
Non ci credete? Eccone un esempio.
IL TUTOR
E' stato erroneamente sostenuto:
- Il Tutor è una figura che contrasta con l'unitarietà della funzione docente, diversifica le responsabilità, gerarchizza i compiti, limita l'autonomia professionale, mette a rischio la libertà di insegnamento, determina condizioni sfavorevoli per la qualità dell'offerta formativa, vanifica il ruolo del gruppo docente, ripristina l'insegnante tuttologo, elimina la contemporaneità docente, azzera la flessibilità organizzativa. Inoltre, con la riduzione a 18 ore dell'orario di servizio il Tutor assumerebbe "di fatto" la veste di insegnante unico.
Il Miur risponde:
- Si tratta di una funzione e non di un nuovo "status" o di una nuova figura di docente. Con il Tutor non si crea alcuna gerarchia tra i docenti, considerato che questi concorrono con pari dignità e competenze alla organizzazione e allo svolgimento dell'attività didattica.
La funzione tutoriale si rivela assai importante per la formazione dell'alunno quale persona che necessita di una peculiare attenzione per lo sviluppo della personalità. Questa funzione è anche un indispensabile punto di riferimento delle famiglie e come coordinamento dell'équipe didattica, in particolare nella delicata fase di crescita che coincide con il primo ciclo di istruzione.
Il Tutor non ripropone l'insegnante unico e tuttologo, non elimina le contemporaneità degli interventi formativi e le flessibilità dei percorsi, non limita l'autonomia della scuola e della funzione docente, anzi ne rafforza il senso e la portata.
Ho riportato il passo integralmente solo per far capire il tipo di linguaggio a chi non avesse il comunicato sottomano.
Cosa risponde in sostanza il MIUR alle contestazioni? Che non sono vere, punto e basta; neppure uno straccio di confutazione, di argomenti, di esempi.
E non pensiate che sia solo un incidente iniziale; tutto il comunicato si sviluppa secondo questo schema.
Un altro esempio? Le Indicazioni Nazionali che, secondo il movimento antiriforma non possono essere considerate legge in quanto non hanno seguito l'iter previsto dalla legge.
Cosa risponde il MIUR?
Che il carattere transitorio delle Indicazioni, in attesa dell'emanazione dei Regolamenti, non ha alcun rilievo. Aggiunge un codicillo che è tutto dire :
L'autonomia non può legittimare le scuole e i docenti a sottrarsi dall'osservanza delle Indicazioni.
Vi è chiaro il metodo? Se voi oppositori dite sì, noi MIUR rispondiamo no (o viceversa). Argomenti, confutazioni, dimostrazioni? Non ce n'è bisogno, come se bastasse la parola e il rango.
Ancora un esempio? Riporto integralmente il punto.
PERSONALIZZAZIONE DEI PIANI DI STUDIO
E' stato erroneamente sostenuto:
- La personalizzazione, lungi dal caratterizzare una scuola attenta alle differenze individuali, è espressione di una scuola liberista, che accentua le disuguaglianze socio-culturali.
La strategia della personalizzazione, non fondandosi su obiettivi comuni di formazione, non assicura a tutti pari opportunità.
Il Miur risponde:
- La personalizzazione, attraverso percorsi costruiti tenendo conto delle potenzialità e delle attitudini di ogni studente, intende valorizzarle da una parte sostenendo ed aiutando i meno dotati e, dall'altra, promuovendo le eccellenze con modalità differenziate in base ai bisogni di ciascuno.
Voi dite che la personalizzazione è dannosa e piena di rischi? Noi rispondiamo che invece è utile e carica di opportunità.
Si sarebbe tentati di dire : la tua parola contro la mia, se fossimo davanti ad un giudice imparziale; il fatto è che dalla nostra ci sta la concreta esperienza giornaliera, da cui i funzionari del MIUR sono mille e miglia lontani, com'era lontano Bertagna con le sue tesi ideologiche.
Allora, in attesa di scendere molto più a fondo nei dettagli di questo vademecum, che contiene anche tante altre chicche, vale forse la pena di chiedersi a che pro; quale sia in fondo il suo scopo, a chi è diretto (contro chi è rivolto).
Non bisogna scervellarsi per trovare la risposta; il MIUR la dichiara fin dall'inizio :
In risposta ad errate e strumentali affermazioni ed interpretazioni di provenienza sindacale, relative ai temi e alle questioni di seguito indicate, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nel rispetto della verità e della corretta informazione, precisa:
Eccolo lì il bersaglio, messo in bella evidenza e nello stesso tempo sottaciuto, per non fargli una pubblicità indesiderata : la CGIL scuola; vale a dire l'unica organizzazione di massa che nella sostanza (la contrattazione) ha infastidito maggiormente il ministro.
Non che il movimento antiriforma sia stato invece gradito o tollerato (quando mai!); ma nei confronti dei movimenti questo governo ha sempre fatto orecchie da mercante, almeno fino a che non s'è tramutato in protesta popolare, come a Scanzano Jonico (e vedremo cosa succederà per la TAV della val di Susa).
Invece nei confronti di organizzazioni come la CGIL, per di più maggioritaria nella scuola, non si può far finta di nulla, come se non ci fosse!
E la posizione decisamente e chiaramente antiriforma, assunta, devo dire, fin dall'inizio dalla CGIL, è risultata una fastidiosa spina nel fianco del governo, un po' come il Follini, che ultimamente è riuscito ad eliminare, essendo in pratica da solo a sostenere certe posizioni.
Contro la CGIL si tratta di un'operazione impossibile, visto il numero e la forza, ed allora il MIUR cerca di tappare le falle scendendo nei dettagli, diventando quasi puntiglioso, schierandosi quasi in campo aperto.
Facendo così il MIUR dimostra però tutta la sua debolezza, non tanto di potere (finché esisterà sulla carta questa maggioranza elettorale, esisterà anche il potere), quanto di argomenti, di canali, di forme; non basta più tutto il battage mediatico degli ultimi tre anni, non bastano più le circolari trasformate in diktat, non bastano più le schiere di funzionari e ispettori sguinzagliate in tutta la penisola; il popolo della scuola non solo non s'arrende, ma non si riesce neppure a convincerlo delle buone ragioni della riforma. Perché?
Per colpa delle errate e strumentali affermazioni ed interpretazioni di provenienza sindacale.
Questo comunicato può essere considerato infine come una specie di testamento morattiano, nel momento stesso in cui il ministro decide di cambiare mestiere (e poltrona), da ministro a sindaco di Milano. Ed appare appunto singolare che lo faccia con un atto che nello stesso tempo raggiunge due obiettivi certamente non voluti : da un lato l'esaltazione della forza argomentativa e concreta del principale nemico, la CGIL appunto; dall'altro un'inattesa, puntuale e realistica propaganda di tutte le motivazioni che il movimento antiriforma ha messo in campo fino ad oggi, esaltandone la competenza, gli ideali e lo spirito critico.
Uno spot per noi in piena regola : grazie signor ministro.