Una voce nell'oceano tempestoso
Virginia Mariani - 20-10-2005
Provate a immaginare quella situazione nella quale intuite che le cose stiano così ma in cuor vostro desiderate ardentemente che così non sia... e, soprattutto, che questa resti solo e soltanto una sensazione che non trovi mai verbalizzazione alcuna.
Fatto?
Ecco, io non avrei mai voluto sentirmi dire "... e, professorè, lei è buona, non dà punizioni e noi perciò ci comportiamo male!"
Tralasciando che qualcuno/a ancora mi chiama maestra e, naturalmente, non si rivolge con il lei ma con un fin troppo spontaneo tu, questo è stato l'enunciato più denso di significati estrinseci e intriseci che mi sia mai stato, letteralmente, lanciato da un bambino di prima media inferiore (o di SS I grado).
Colpita e affondata.
Colpita fragorosamente nel momento in cui ho appreso che le prime che mi sono state assegnate sono di ben 28 alunni/e ciascuna; affondata tristemente quando ho provato a immaginare le programmazioni, i percorsi personalizzati, i giudizi, i portfoli, le schede... da pensare e compilare.
Colpita impietosamente nel rendermi conto che almeno 5 alunni/e per classe necessitano di guida costante poiché stentano ancora a "leggere scrivere e far di conto"; affondata rovinosamente nel costatare che non potrò farlo perché a questo si aggiunge il fatto che in entrambe la classi c'è un almeno un alunno che ha urgente necessità del sostegno o, meglio, di un costante e individuale supporto emotivo-affettivo.
Colpita, infine, e affondata nella deprimente consapevolezza che il mio insegnamento non potrà essere di buona qualità, che dovrò abbandonare (ma continuo a sperare soltanto per il momento!) la 'mia' didattica incentrata sulle conversazioni a tema, sull'ascolto, sulle animazioni e i giochi in gruppo, sull'approfondimento personale... il tutto intriso di consapevole e libera partecipazione.
Ho capito che pretendo troppo da bambini/e di 11 anni (compostezza, ascolto, autonomia, responsabilità...) e anche da me (semplicemente uno dei momenti della loro giornata e della loro formazione).
Ho capito pure che l'incipit non c'entra nulla con il resto (sto dando già segni di squilibrio? Quanto il successo formativo dei/lle alunni/e corrisponde a un esaurimento collettivo dei/lle docenti?) e che se non so essere severa come si dovrebbe non è colpa del Ministero dell'Istruzione, o del Governo, che si autocelebra, autossolve, autoderesponsabilizza, autodepenalizza (e sì: sono proprio segni di squilibrio!)... facendo dire ai telegiornali che il nuovo anno scolastico è iniziato senza problemi e che, fra le altre cose, a scuola c'è un computer ogni 10 alunni/e (noi ne abbiamo una ventina per una popolazione di circa 600 utenti e grazie a un progetto europeo svolto durante il precedente governo).
Comunque, dopo appena un mese di lezione già non ho più voce... e paradossalmente, a questo punto, spero soltanto fuor di metafora!

P.S. Nel frattempo, su La Repubblica di Bari del 13.10.05, ho appreso che il 60% dei/lle docenti dà le dimissioni prima di giungere al massimo della pensione. Dirigenti e personale ATA no. Anche questo mi ha molto colpita, troppo!
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