Casa e chiesa
Giuseppe Aragno - 12-07-2005
Si sa. Sono anni che i "Democratici di Sinistra" cercano "casa" e "chiesa". Una ricerca disperata.
Antimarxisti feroci dopo lunga e retribuita milizia marxista, antistalinisti dopo lunghi silenzi sui gulag, pellegrini sulla terza via negli anni dell'ormai aborrito Berlinguer, sinistri pentiti con aspirazioni centriste, statalisti di ferro e convertiti alla religione del mercato, liberal quando occorre, pacifisti con eccezioni kosovare, riformisti per vocazione dopo la scoperta del craxismo in versione post-africana, da partigiani a repubblichini nell'era Violante, ammazzacostituzione pentiti dopo l'articolo quinto, federalisti per intese con Bossi e calcoli elettorali, bicameralisti per fascinazioni berlusconiane, dopo l'attentato di Londra hanno riempito i muri delle città d'Italia con costosi manifesti concertati con agenzie di viaggio e pubblicitari alla moda e, finalmente, si son dati una patria. Deboli come da tempo sono in italiano - la scuola paritaria confindustriale e le tresche inconfessabili con Berlinguer, Moratti e compagnia cantante che potevano sortire? - hanno ecceduto nella misura e c'è un "tutti" che non quadra:
"Siamo tutti londinesi".
Così dopo aver lungamente pensato hanno deciso nella fatica di riunioni romane. Poi chi s'è visto s'è visto.
Ora, per carità, ognuno si scelga la terra che ama e il villaggio è globale. Avanti c'è posto. La domanda è tuttavia obbligata:
Tutti chi?
Io no. Io londinese non sono e non voglio essere e su di un manifesto l'ho scritto con un pennarello rosso fuoco sullo sfondo bianco, a caratteri adeguati alla scelta. Che è cruciale.
Io no.
Io non dimentico, solo perché la guerra oggi colpisce Londra, che sul Tamigi ha sede un governo che ha fatto carta straccia del diritto internazionale ed ha mosso in armi su inermi città, contro la volontà dell'Onu, facendo un massacro coloniale. Io non dimentico che Londra è la capitale di un paese aggressore, che occupa un paese membro di diritto della comunità internazionale ed è alleato di un altro aggressore - gli Usa - che impone al pianeta con la forza delle armi la propria volontà egemone, in spregio a leggi, consuetudini, regole e diritto.
Londinesi siano, se lo desiderano, i DS, ma scelgano per se stessi e non si preoccupino di attribuire patrie a chi non glielo chiede. Piuttosto, ed è inevitabile, non posso fare a meno di constatare che, dietro le chiacchiere parlamentari e le formulette da fabbrica dei programmi, di fronte ad una catastrofe che hanno in tutti i modi contribuito a provocare, gli ex comunisti, privi ormai di storia e di radici, oggi si dibattono in uno stato confusionale e non hanno nemmeno la più pallida idea di cosa significhi dire, agire e pensare in termini politici. Ne avessero la capacità avrebbero ricavato dalle radici dell'antico campo internazionalista da cui provengono l'ambizione ad essere cittadini del mondo, avrebbero adottato la tragica Bagdad o la martoriata Falluja o avrebbero esercitato l'arte antica di tacere, star zitti, annichiliti di fronte alla tragedia immane di cui sono ad un tempo parte e concausa.
Andatevene a Londra, compagni, che è meglio, e se vi tengono restateci: siamo in tanti a sentire che la nausea ormai prende alla gola.


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