Londra, sette luglio
Emanuela Cerutti - 08-07-2005
Giovedì, 13.50. Ricevo dalla newsletter quotidiana "La nonviolenza è in cammino", supplemento dei giovedì:

La guerra a Londra

Quanto sangue dovra' ancora scorrere per capire che una e' l'umanita', che la guerra, in qualunque sua forma, e' nemica dell'umanita' intera, che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'?
Quanto sangue dovra' scorrere ancora per togliere agli assassini vestiti di stracci, o in divisa o in doppiopetto la scellerata illusione che sia possibile uccidere in una parte del mondo senza che l'onda d'urto raggiunga anche noi, tutti, ovunque?
Le bombe di Londra sono le stesse di Falluja, le stesse della Nato sulla Serbia, le stesse di Hitler su Coventry, le stesse di Hiroshima e Nagasaki, le stesse dei terroristi suicidi in Israele o in Iraq, le stesse del Vietnam, della Cecenia, di Madrid, le stesse di piazza Fontana e dell'Italicus, le stesse di tutte le dittature, di tutti i terrorismi, di tutti gli eserciti, di tutti i massacri.
Non uccidere, dice il primo comandamento su cui si fonda l'intera civilta' umana. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.


Mi soffermo lentamente sulle parole, una dopo l'altra, mentre le notizie si inseguono per tutta la giornata, ed hanno voci e scollature, tagli e ritagli, prospettive e muri. Fino alla sera, una sera italiana da temporale estivo, al nord, mentre alla televisione destra, sinistra e centro (goal, metaforico) sono d'accordo sulla stigmatizzazione dei kamikaze.

Ancora non si sa se davvero un kamikaze ci fosse, nell'underground londinese, ma mettiamo le cose in chiaro, se la vita non è più sacra neppure per l'assassino siamo letteralmente fritti: a quale morale faremo appello?

La sacralità della vita: sull'Unità di stamattina, proprio sotto la notizia dell'attentato, il link rimandava alla borsa. Ho aggiornato un paio di volte, pensando ad un errore, niente da fare:
"Subito, con il primo bang nel sottosuolo londinese - alle 10 in Italia, le 8,49 nel Regno Unito - un'esplosione proprio a poche centinaia di metri dalla Borsa, la sterlina ha iniziato a perdere valore, gli indici hanno iniziato una corsa del Toro, giù giù sempre più in basso. "

La sacralità della vita: quella per cui le bombe sarebbero tutte uguali. Eppure ce le presentano diversamente: alcune sono preventive, alcune legittimamente punitive, alcune irrimediabilmete colpevoli. E noi, grandi della terra, stabiliamo i criteri di riconoscimento, o di perdono: finisce che l'imperialismo di bonus ne ha sempre qualcuno in più della resistenza. Dev'esserci, a monte, un problema di crolli finanziari. E a valle?

Non uccidere, dice il comandamento della nonviolenza: e penso alle migliaia, decine e centinaia di migiiaia di morti che passano sotto silenzio, senza bandiere o discorsi ufficiali, semplici morti, sai di quelle dove ci sei solo tu col dolore, tu col ricordo dell'ultimo bacio, o dell'ultimo orrore, tu con i figli ai quali non sai come racconterai, davvero, domani, che non si deve odiare.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Chi comincia per primo?

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Gianni Mereghetti    - 08-07-2005
Quando ho appreso la notizia del grave attentato di Londra mi è corsa alla mente la tesina che ha presentato una studentessa al colloquio dell’esame di stato. Questa ragazza ha parlato del male e ha documentato in modo commovente la sua brutalità, ma nello stesso tempo la sua non radicalità. Mi ha colpito la sua certezza nel ripetere che “il bene è più grande del male, il quale per questo non può essere radicale”. E’ questa sua certezza che mi ha aiutato a guardare il grave attentato di Londra: e se da una parte è grande il dolore per questa ennesima dimostrazione dell’orrenda violenza del male, nello stesso tempo è viva la speranza di un Bene che, diversamente dal male, ha radici solide, incrollabili. E’ con questa certezza di bene che ho pregato per le vittime del terrorismo, consapevole che a loro è dovuta la quotidiana costruzione della pace che nulla può fermare.

 Virginia Mariani    - 08-07-2005
07.07.05: l'ennesima "Guerra dei Mondi"!
Chi nella notte dei tempi ha sepolto in noi i tripodi della distruzione?
Quando gli accecanti fulmini della conquista hanno inviato i piloti della spaventosa macchina della guerra?
Chi ci salverà dall'odio e dalla morte?
Ho paura... anche di dire che chi ci salverà è solo e unicamente Gesù Cristo. Ma lo dico e aggiungo che spero credendo con tutta l'anima in un altro Mondo, non soltanto possibile ma vero e giusto.

 Pierluigi Nannetti    - 08-07-2005
Bisogna capire da dove ha origine tutta la violenza, che ogni giorno si vede e si sente nei rapporti sociali. Se non se ne capisce l'origine é difficile delineare il modo per estirparla finalmente e definitivamente dalla nostra vita. C'é chi dice che ha origine dalla natura dell'uomo (senza specificare meglio in cosa consista tale natura) e che, quindi, essendo ineliminabile, si rifugia nella speranza dell'aldilà. C'é chi dice che é opera di alcuni fanatici "terroristi" imbevuti di falsi principi derivati dalla religione islamica. Ma non spiega perché ci sono tante altre forme di violenza. Ad esempio io avverto una fastidiosa violenza nel modo stesso di presentare l'attentato londinese. E' senz'altro giusto additare al pubblico disprezzo coloro che preparano ed eseguono simili atti, però mi chiedo: perché non viene data la rilevanza che merita al fatto che in Iraq, almeno da un anno e mezzo (da quando ci é stato assicurato che la guerra contro il dittatore Saddam era stata vinta), *tutti i giorni* accade quello che ieri é accaduto a Londra? Gli irakeni sono figli di un dio minore, rispetto a noi occidentali? E le centinaia di migliaia ( e addirittura le centinaia di milioni) di morti per fame siamo sicuri che non siano vittime anche loro di un'odiosa violenza?
Se non vogliamo rischiare di fare solo della demagogia, dobbiamo capire qual é il fondamento di una tale dilagante violenza nei rapporti umani. E un tale fondamento non può che risiedere nei rapporti che stanno alla base della produzione di ciò che serve alla vita di tutti gli esseri umani. Forse se l'umanità non riuscirà a modificare tali rapporti fondamentali, in modo tale che tutti gli esseri umani si sentano parte di una medesima comunità che garantisce la vita di tutti, episodi ed esplosioni di violenza e di guerra accompagneranno sempre di più il nostro futuro prossimo e meno prossimo.

 Emanuela Cerutti    - 08-07-2005
I rapporti che stanno alla base della produzione di ciò che serve alla vita di tutti gli esseri umani
La radio ha appena dato la notizia che i G8 non hanno preso in considerazione le insostenibili richieste africane. Mi chiedo che mondo migliore reale potranno vivere paesi che il debito non possono estinguerlo. Ma, soprattutto chi, in quei paesi, alla fine pagherà. Perchè anche laddove la povertà è più diffusa c'è sempre qualcuno che sta meglio di altri e la giustizia distributiva è una chimera. Come chimera diventa il mondo migliore possibile se le scelte ambientali restano argomento da salotto ed il pianeta un puro esercizio di stile, muto e sordo alle migliori preghiere. Ci vorrebbe un'ipotesi plausibile di rivoluzione ed un'educazione conseguente. Possiamo sperare tanto dai proclami personalistici dell'attuale riforma scolastica?

 da Peacereporter    - 09-07-2005
Afghanistan - 04.7.2005

Vittime 'non combattenti'
Bombe Usa su un villaggio afgano: un'altra strage di civili innocenti

Mentre il sole tramontava e il muezzin chiamava i fedeli all’ultima preghiera del venerdì, i cacciabombardieri Usa hanno scatenato l’inferno sul piccolo villaggio di Chichal, una ventina di chilometri a est di Asadabad, capoluogo della provincia orientale di Kunar. Le bombe americane hanno colpito e distrutto alcune case. Mentre tra le macerie fumanti la gente del villaggio stava cercando di soccorrere le vittime del primo raid, i caccia sono tornati effettuando un secondo bombardamento. E’ stata una strage di civili, donne e bambini. Il bilancio non è chiaro. Il governatore provinciale Assadullah Wafa ha parlato di almeno 17 morti, ma secondo Abdul Latif Hakimi, portavoce dei talebani, i morti sono almeno 25.
I comandi militari Usa non hanno escluso che il raid aereo abbia causato vittime ‘non-combattenti’, data l’urgenza con cui la missione è stata preparata: “Dovevano colpire immediatamente quell’obiettivo”, ha spiegato il colonnello americano Jerry O’Hara.

Continua

 da Associazione Partenia    - 09-07-2005
Caro Sindaco Veltroni,
Come cittadina britannica e residente di Roma, la ringrazio per i sentimenti che l'hanno portato a convocare una fiaccolata per le vittime dell' attacco terroristico a Londra, ma un profondo disagio rende impossibile la mia partecipazione. Purtroppo, in questi tempi ci sono tanti motivi per lutto, e non mi sembra appropriato mettere le bandiere a mezz'asta per le vittime di Londra ma non per quelle di Falluja, percio rimarrò a casa a piangere queste nuove vittime. Ecco tutto. Forse le pare un atteggiamento rigido e di poca sensibilità o forse lo prende come atto di accusa, ma non è così.
Credo che tutti sentano una reazione forte ad un attacco come quello di ieri a Londra. Ci sentiamo esposti. Se succede a loro può succedere anche a noi. Percio la paura, più dell' empatia è la nostra motivazione, e la paura, anche se normale e naturale, va superata perchè porta alla chiusura verso "gli altri".
Spero con tutto il mio cuore che non ci siano altre occasioni in cui dobbiamo affrontare questo tema, ma temo che questa sia una speranza persa. Se, tristamente, dobbiamo riunirci di nuovo per piangere vittime, che sia con cuori aperti e feriti per le tragedie di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni società colpita dalla barbarie della guerra, qualsiasi sia la sua forma.
Jane Reynolds
Donna in Nero
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 ilaria ricciotti    - 10-07-2005
Basta con gli orrori causati da mani assassine !
Basta con le stragi figlie di un odio senza confini e senza limiti!
Basta con il terrore di prendere l'aereo, la metropolitana, il treno, la nave, l'auto o semplicemente utilizzare le proprie gambe per muoversi, attraversare le strade gremite di vita !
Certi individui ci stanno imponendo con forza la loro prepotenza, le loro logiche basate sulla violenza che colpisce ovunque uomini, donne, bambini ed anziani innocenti.
il popolo della pace deve scendere di nuovo in piazza, e di nuovo deve farsi sentire in tutte le piazze del mondo.