Nuova versione del disegno di legge sullo stato giuridico.
Pino Patroncini - 06-07-2005
E' stato prodotto nei giorni scorsi un nuovo disegno di legge sullo stato giuridico. Si tratta del cosiddetto disegno di legge di maggioranza. Infatti tutti ricorderanno che in precedenza i disegni di legge erano due: uno Santulli (Forza Italia) e l'altro Napoli ( Alleanza nazionale) e che i lavori della commissione in merito erano stati sospesi con l'impegno di arrivare ad un testo unitario ( sempre nell'ambito della destra, beninteso!).

Questo dunque è il nuovo testo unitario ed avrà come relatore l'on. Angela Napoli ( AN) che ha così detronizzato l'onnipresente (sui temi della scuola) Santulli (FI).

Il nuovo disegno di legge ripercorre le note linee dei precedenti (gerarchizzazione della funzione docente, fine della contrattazione, associazioni professionali di comodo al posto dei sindacati ecc.) ma presenta alcune novità da tenere presenti.
Innanzi tutto il testo, pur constando di 10 articoli contro gli 8 del vecchio disegno Santulli, è più smilzo: lascia dunque più spazi interpretativi e si sofferma assai meno a disegnare la struttura precisa delle carriere e del reclutamento. Non a caso dà l'apparenza di lasciare, più dei precedenti, qualche spazio all'autonomia scolastica.

All'articolo 1 la novità principale riguarda il fatto che, a differenza che nei testi precedenti, lo stato giuridico riguarda non i docenti di tutto il sistema formativo ma delle sole scuole che restano di competenza ministeriale vale a dire infanzia, primaria, secondaria inferiore e licei. Sono fuori dunque i docenti dell'istruzione e la formazione professionale (di cui si conferma così il ruolo di serie B) se non per il periodo transitorio fin quando il personale resta statale ( art.10). Nonostante le velleità neocorporative, che emergeranno dagli articoli successivi, già qui il testo svela in realtà la sua vera natura organizzativa-ordinamentale, per così dire, di militarizzazione del sistema scolastico e non di riorganizzazione della professione docente come falsamente vorrebbe far credere.

All'articolo 2 si prospettano due cose nuove:

1. la progressione economica sarà comunque soggetta alla valutazione, mentre nei testi precedenti, fatta salva la scala gerarchica interna al corpo docente (semplice, ordinario ed esperto), la progressione interna ai vari gradi era automatica. (Un peggioramento dunque!)
2. l'assunzione da parte delle scuole sarà diretta, ma mascherata da tanti piccoli concorsi da tenersi scuola per scuola ad opera di commissioni presiedute dal dirigente scolastico.

All'articolo 3 si ribadisce la nota gerarchia da introdursi nel corpo docente che si dividerà in docente (semplice), docente ordinario e docente esperto. Solo questi ultimi possono accedere a responsabilità di gestione, mentre ai secondi si può dare solo qualche incarico aggiuntivo. Ai primi niente! Viene però ex novo precisato però che:

1. il trattamento dei tre gradi è definito nella contrattazione collettiva
2. i contingenti dei tre corpi non sono invece contrattabili ma sono fissati dal Ministero
3. l'attività dei docenti e degli ordinari ( ma non quella degli esperti) è soggetta alla valutazione periodica di una commissione
4. una valutazione gravemente negativa può produrre la sospensione della progressione economica
5. il passaggio da docente a docente ordinario avviene per titoli in base ai risultati della commissione di valutazione, della valutazione del dirigente scolastico, e dei titoli professionali e culturali (in realtà dunque prevede ben due "esami": quello della commissione e quello del dirigente)
6. il passaggio da docente ordinario a docente esperto avviene per formazione e concorso.

Con l'articolo 4 si istituisce la vicedirigenza , a cui si accede mediante procedura concorsuale per titoli ed esami dai gradi di docente esperto o di docente ordinario ( di questi ultimi, a differenza dei testi precedenti, non si definisce un minimo di anzianità nel grado). Si ribadisce la sovrordinazione gerarchica del vicedirigente rispetto all'insieme dei docenti, ma anche la sua parzialità del suo ruolo rispetto al dirigente scolastico, che decide quali funzioni delegargli.

All'articolo 5 si introducono norme per i dirigenti scolastici e gli ispettori, cosa impropria per un testo che riguarda lo stato giuridico dei docenti, anzi lo "Statuto", come amano chiamarlo gli estensori. Anche questa scelta, come già detto in precedenza, evidenzia il carattere ordinamentale-scolastico del provvedimento più che quello professionale. Del personale dirigente si dice che la funzione è caratterizzata dal legame con la scuola e col personale scolastico, tagliando ogni velleità di "alta dirigenza" per questi ultimi. E' interessante questo "legame professionale con la funzione docente" per un'area già autonoma mente per i vicedirigenti si ribadisce la sovrordinazione gerarchica. Insomma si vuol costruire una gerarchia interna alle scuole non mettere in discussione quella esterna.

All'articolo 6 si lancia un messaggio di valorizzazione dell'associazionismo professionale, che, si capirà negli articoli successivi, serve a d un discorso antisindacale e di restaurazione neocorporativa.

All'articolo 7 il gioco inizia a svelarsi: si parla di organismi tecnici rappresentativi della funzione docente da istituirsi a livello nazionale e regionale, di cui una parte maggioritaria è elettiva e una parte minoritaria è direttamente designata dalle associazioni professionali riconosciute dal ministero. Se si resta nel vago sulla rappresentatività ( nei testi precedenti il potere di presentare liste era solo delle associazioni professionali e non dei sindacati) sul modello da camera delle corporazioni non ci sono dubbi ( la parte designata dalle associazioni professionali, ma solo da quelle riconosciute dal ministero!)

All'articolo 8 il carattere di vera e propria corporazione professionale di questi organismi tecnici è evidente: quello nazionale, come una corporazione di artigiani del medioevo, stabilisce i criteri per la formazione iniziale, l'abilitazione, il tirocinio, il codice deontologico e gestisce la disciplina. Ma allo stesso tempo né è chiara la caratteristica ordinamentale-scolastica, perché tutto ciò non si esercita sull'universo della professione ma solo sulla sua parte statale. In altre parole l'ideologia neocorporativa è il paludamento di un'operazione sull'istituzione pubblica di stampo gerarchico e militare.

All'articolo 9 il gioco si compie: viene costituita l'area contrattuale autonoma della funzione docente alla quale però si nega il diritto alla contrattazione decentrata e alla formazione delle sue rappresentanze sindacali, nel mentre nulla il testo dice della contrattazione nazionale. Il disegno evidente è togliere di fatto alla categoria docente in diritto ad organizzarsi in sindacati per svolgere il compito di contrattazione.

All'articolo 10 si dispone di attuare il tutto con un regolamento da emanarsi entro 12 mesi, e badando bene di non produrre oneri per lo stato (sic!)
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 Pierangelo    - 06-07-2005
Gli insegnanti tecnico pratici seguono le gesta dell'on. Paolo Santulli con particolare attenzione, fin da quando si rese autore di un famigerato ordine del giorno, del quale gli siamo grati, dato che fu la scintilla che fece scattare la nostra presa di coscienza.

Pare quindi che Santulli non sia stato "defenestrato" come il povero Pinelli, né "detronizzato" come lo Zar, ma piuttosto sia "migrato" spontaneamente altrove, come i salmoni che per riprodursi migrano dal mare verso le foci dei fiumi. L'istinto di autoconservazione fa miracoli.

Quindi ci risulta che Santulli abbia indossato la casacca della squadra avversaria e sia confluito nell'UDEUR, con la promessa da parte di Mastella di essere candidato nelle politiche del 2006 nel collegio per lui "sicuro" di Aversa.

Io non me lo sarei pigliato, ma io sono troppo etico e poco machiavellico.

Consigliando a Santulli (ed anche a Mastella) di darsi all'ippica, riporto gustosa notizia tratta da Caserta News, il portale di Caserta e provincia.
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Domenica 3 Luglio 2005

Indotto Ippico su Santulli Mastella

Aversa – Gli operatori dell’Indotto ippico presenti nell’Aversano, dove il comparto è un settore trainante dell’economia locale, hanno sempre salutato con favore il fatto che il deputato aversano Paolo Santulli, fosse stato nominato Presidente dell’Associazione Parlamentari Amici del Cavallo, sodalizio che raccoglie trasversalmente adesioni di ogni parte politica. Una carica che molti salutarono con ilarità e scherno, ignorando il peso che l’ippica ha nell’economia nazionale, ed aversana in particolare, è un comparto che da lavoro ad oltre 50mila famiglie e che porta alle casse dello stato migliaia di miliardi, grazie alle scommesse, ciò senza ricevere e senza chiedere nulla in cambio. Quando l’On. Santulli lasciò il partito di Forza Italia, il giornalista Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera Magazine gli dedicò un articolo commentando con tono satirico, il fatto che avesse chiamato due trottatori di sua proprietà Italia Uno e Forza Italia, ciò in onore della sua precedente appartenenza. Recentemente la stessa testata, ha ospitato un articolo di Adolfo Pappalardo al quale Santulli ha dichiarato di non escludere, che nell’anno in cui l’anagrafe equina dei trottatori prevederà che i nomi dei cavalli inizino con la lettera M, di “battezzare” un puledro col nome di Mastella, in onore del leader dell’Udeur. Il Portavoce Nazionale dell’Indotto Ippico aversano, Salvatore Pizzo, ha dichiarato: “Dopo Varenne che ha fatto risaltare agli occhi del mondo l’entità ed livello della nostra ippica, conseguendo il suo primo successo al “Cirigliano” di Aversa, (ippodromo comunque già conosciuto in ogni continente), l’On. Santulli grazie alla sua passione per i cavalli si sta rivelando un ambasciatore positivo della nostra realtà, e questo è un fatto che gli va riconosciuto” – continua Pizzo – “peccato il Corsera Magazine abbia definito Santulli deputato casertano, ed Aversa una cittadina. Santulli è Aversano ed Aversa è una città!”

Fonte : comunicato stampa
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