Criminali di guerra italiani
**** - 14-04-2005
(...)"Siamo il solo paese dell'Unione Europea che non abbia ancora preso seria coscienza critica dei crimini contro l'umanita' commessi nelle guerre, annessioni ed occupazioni che hanno segnato dalle sue origini la nostra storia di Stato. (..)" Si legge in un documento del COS: Comitato per il riconoscimento e la condanna dei crimini e dei criminali di guerra italiani.

Mentre in Germania si sono celebrati i processi di Norimberga (il più famoso, quello ai grandi gerarchi, provocò la condanna a morte di tutti i più alti esponenti del terzo Reich, ed altri ne seguirono contro funzionari minori, contro generali, medici, funzionari, magistrati e industriali corresponsabili delle barbarie naziste), in Italia le responsabilità della guerra e delle sue atrocità vennero semplicemente ignorate, ovattate, nascoste, poi, negate.

L'unico grande gerarca condannato (ma soltanto per il suo ruolo nella Repubblica di Salò, non per i crimini contro i popoli stranieri) fu il Maresciallo Rodolfo Graziani [1]. Graziani fu processato da un tribunale militare e condannato il 2 Maggio 1950 a 19 anni di carcere, di cui 13 condonati, per la sua attività legata alla RSI. La pena da scontare di un anno e otto mesi fu ulteriormente ridotta a quattro mesi per la richiesta della difesa, subito accolta, di far iniziare la decorrenza della carcerazione preventiva al 1945.

Pertanto, quattro mesi dopo la sentenza, il 29 agosto, Graziani tornò in libertà lasciando l'ospedale militare dove aveva trascorso gran parte della durata del processo. Nel marzo 1953 divenne presidente onorario del MSI. Morì nel 1955 per collasso cardiaco.
Sono 1992 gli italiani accusati di aver commesso crimini di guerra, da nazioni belligeranti o che avevano subito l'occupazione militare durante il conflitto mondiale. Nel computo dei criminali di guerra non viene tenuto conto delle azioni svolte dai militari italiani in Africa (Libia, Eritrea, Etiopia e Somalia)


La lista dei nomi completa è disponibile presso molti archivi ufficiali. Tra gli incriminati, ricordiamo in particolare il Gen. Mario Roatta, capo del corpo di spedizione italiano in Spagna, comandante della II Armata in Croazia e dopo il 25 luglio 1943, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito; il comandante dell'XI corpo d'armata Gen. Mario Robotti, il grande deportatore di Lubiana, il Gen. Taddeo Orlando, comandante dei Granatieri di Sardegna, poi sottosegretario nel governo Badoglio, e poi comandante dell'arma dei carabinieri nel dopoguerra! Il Gen. Paolo Berardi, capo di stato maggiore del Regio esercito dopo l'armistizio, il Gen. Gastone Gambara, comandante a Lubiana e della piazza di Fiume...

E poi altri generali, e colonnelli, e ufficiali, e sottufficiali, soldati, funzionari, comandanti dei campi di concentramento... nessuno di loro dovrà rispondere mai delle proprie azioni.
Anzi, spesso li rivedremo nella storia della Repubblica occupare incarichi e uffici delicatissimi.
È da notare che Mario Roatta fu, in effetti, processato e condannato all'ergastolo, ma per un altro reato: l'assassinio dei fratelli Rosselli.

Il 4 maggio 1945, evade, fugge con la complicità dei carabinieri (al cui comando in quel periodo e' proprio Taddeo Orlando). Immediata fu la reazione popolare, e durante le manifestazioni ci furono due morti. Il giorno successivo Taddeo Orlando fu sostituito. Roatta si era rifugiato in Vaticano e di lì sarebbe partito con la moglie per la Spagna franchista, da dove ritornerà, amnistiato, nel 1966. Morì a Roma nel 1968.

Tutti i 1992 torturatori, massacratori, genocidi rimangono quindi impuniti. Non varrà neanche l'offerta jugoslava di uno scambio con i responsabili delle foibe a cambiare le cose. Una cortina di omissioni e falsità scende sull'Italia. Tutto questo, e le responsabilità britanniche nel processo di occultamento, è talmente noto (all'estero!) che la BBC, la televisione pubblica del Regno Unito, ha prodotto nel 1989 "Fascist Legacy", un documentario estremamente approfondito sia sui crimini di guerra italiani in Africa e Balcani, sia sulla loro impunità successiva. "Fascist Legacy" è stato trasmesso da molte televisioni del mondo, ed è stato acquistato anche dalla RAI. Ma non è stato mai trasmesso.


NOTA: Per uno strano scherzo del destino l'unico ufficiale italiano a pagare con la vita la sua compromissione con il regime fascista fu anche l'ufficiale più alto in grado ad opporsi, con le armi, ai tedeschi all'indomani dell'otto settembre 1943.

Si tratta del gen. Bellomo comandante della "piazzaforte" di Bari che coordinò la difesa del porto e delle infrastrutture industriali della città condannato a morte in un processo che gli stessi media inglesi dell'epoca definirono "affrettato" e che, oggi, potremmo definire ... "indiziario".

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