Grazia Perrone - 31-03-2005 |
Il nuovo movimento politico: il grande flop di Berlusconi e Scelli Meno di mille. Al netto delle forze dell'ordine (per obbligo numerose) e dei giornalisti (una quantità anche quelli) quando alle otto di sera Silvio Berlusconi si decide ad arrivare all'appuntamento con Maurizio Scelli ed i suoi giovani, sugli spalti del "Mandela Forum" alla periferia di Firenze non c'è un numero di partecipanti neanche sufficiente per fare uno sbarco. Figuriamoci per costituire la base di un movimento che ha come scopo quello di cambiare i vecchi schemi della politica. Con «la capacità, la forza e la fantasia dei giovani» e che per questo si è dato un nome di prospettiva, "Italia di nuovo" dando già spacciata quella vecchia a cui siamo ancora tutti affezionati. Ha dovuto fare appello alla sua capacità di venditore il presidente del Consiglio (che ha subito rassicurato Scelli sull'invito a Mambro e Fioravanti: “Nessun imbarazzo”) per riuscire a rianimare una manifestazione che, nata con grandi prospettive, nei fatti è stata un clamoroso flop. Ai presenti, pochi i giovani, in gran parte aderenti all'associazione di Marcello Dell'Utri, molti gli anziani recuperati all'ultimo minuto, tutti, comunque, sostenitori di Forza Italia, un po' di personale politico del partito che di politica nuova non ne vuol proprio sentire parlare, il premier ha ammannito una lezione sulla difesa della libertà dopo aver risposto, un po' infastidito, ad alcune impreviste domande, aver scomodato la solita zia per una pillola di saggezza spicciola ed aver ricordato ad un «giovane di 33 anni, gli anni di Gesù» che niente è impedito anche a chi ha più del doppio di quell'età. «Chi fa pensieri maliziosi sappia che è consentito» ha puntualizzato, consapevole che l'allusione al sesso fa sempre presa. «Io non faccio niente di meno di quello che facevo a trent'anni» insiste. A undici anni dalla discesa in campo il premier è convinto ancora di vivere in un Paese in cui «la libertà è ancora a rischio», in cui «se alle elezioni vincono gli avversari bisogna avere timore», in cui «la giustizia viene usata per colpire chi non la pensa come te», in cui lo stato non è amico «ma impone le sue mani avide sulle eredità dei padri ai figli». La situazione italiana «purtroppo» non è come quella «degli Stati Uniti dove due partiti si fronteggiano e quando uno vince i sostenitori dell'altro non hanno nulla da temere». Lui non ha nessuna intenzione di cedere il passo. E ben venga, allora, a dare man forte alla sua parte che nulla ha in comune con gli «orrori del nazismo e del comunismo» un'organizzazione come quella a cui l'ex commissario straordinario della Croce Rossa ha dato ufficialmente il via ieri nel disinteresse proprio di quelli che dovrebbero costituirne l'ossatura. Cioè i giovani. «Ben venga un movimento che vuol dire ai ragazzi del volontariato: occupatevi di chi ha meno ma anche della difesa dello stato e della libertà» ha così detto Berlusconi lasciando il PalaMandela in un tripudio di coriandoli tricolore e azzurri che si sono stancamente andati a depositare sulle sedie in gran parte vuote. Alle cinque del pomeriggio, quando avrebbe dovuto avere inizio la manifestazione, gli spalti erano irrimediabilmente deserti. Sgomento tra gli organizzatori. Sgomento in Prefettura dove il premier era arrivato verso le due, direttamente da Reggio Calabria dove aveva inaugurato una sala del Consiglio regionale intitolata a Nicola Calipari. Il cuoco del prefetto ha fatto molto bene il suo dovere. E le pietanze sono state apprezzate. Il pellegrinaggio di esponenti piccoli, medi e grandi di Forza Italia ha contribuito a far passare le ore. Ma dal PalaMandela arrivavano notizie sempre più sconfortanti. Tant'è che alla cinquantina di coraggiosi arrivati puntuali, tra cui alcuni ragazzi portatori di handicap che l'organizzatore del nuovo movimento lo hanno conosciuto quando era a capo dell'Unitalsi, dopo un paio d'ore di inutile attesa lo stesso Scelli, candidato di Forza Italia sconfitto alle elezioni del 2001 e che ci vuole riprovare mettendo a frutto un po' il passato nell'Unitalsi ed un po' l'essere stato a capo della Croce Rossa, specialmente nella vicenda degli ostaggi in Iraq (in sala c'era anche Maurizio Agliana ma ci ha tenuto a precisare che la sua non era un'adesione ma un segno di amicizia) ha dovuto comunicare che per il momento non si cominciava dato che a boicottare la sua iniziativa ci si erano messi anche «il traffico e i cantieri». Insomma i sostenitori del «movimento apolitico», «del sogno d'amore che sta diventando una splendida realtà» sarebbero stati tutti bloccati in autostrada. Dalle grandi opere che il premier vanta ed alle quali il ministro Lunardi mette il timbro. Filo del telefono rovente. Bondi e Cicchetto vengono accusati di aver sbagliato. «Qui non ci dovevamo venire». Sul palco compare Walter Santillo, presentatore Rai che parla della «pace come della parte più nobile della guerra». E si dà inizio alla kermesse. In Prefettura si comincia a pensare seriamente di tornare a Roma. Verso le otto la decisione. Tutti sanno che Berlusconi è già a Firenze. Non si può fare marcia indietro. Scuro in volto il premier si piega. Entra in sala e sfodera il sorriso d'ordinanza. Il portavoce, Paolo Bonaiuti si affretta a spiegare: «Non è una cosa che abbiamo organizzato noi. Siamo stati invitati». Un'oretta in tutto tra battute e terrore seminato a piene mani «nel caso vincesse l'avversario». E via verso Milano. Lì, giovedì, si inaugura la nuova Fiera. Si gioca in casa Marcella Ciarnelli Dall'Unità |
Forum Scuole Imola - 31-03-2005 |
Trasmettiamo questa informazione ricevuta dalla CGIL della nostra città. Divulgate questo COMUNICATO, soprattutto a coloro che hanno ancora qualche simpatia per il centro-destra. COMUNICATO STAMPA Da ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA DEL 2 AGOSTO 1980 Apprendiamo dalla stampa che domani 30 marzo 2005, a Firenze i terroristi fascisti pluriomicidi Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi saranno sullo stesso palco in una “convention” per la costituzione di un raggruppamento di giovani vicini al centro destra e per la campagna elettorale in corso. Ancora una volta l’etica della politica viene stravolta per un pugno di voti. I due terroristi autori della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 80 che causò 85 morti e 200 feriti e di altri 13 omicidi vengono utilizzati senza pudore per la loro popolarità criminal-mediatica. Gli autori della strage oggi sono in libertà perché hanno saputo vendere caro il loro silenzio, perché sanno e tacciono da sempre i nomi dei mandanti e degli ispiratori politici della strage. Sembra si voglia sfidare la Memoria e la Conoscenza dei fatti: noi familiari delle Vittime conosciamo sulla nostra pelle cosa è il terrorismo ed il comportamento offensivo nei nostri confronti tenuto durante il processo e anche successivamente dai due terroristi. Del resto noi ricordiamo anche che il Gran Maestro della loggia massonica P2 Licio Gelli fu condannato per i depistaggi sulle indagini riguardanti la strage alla stazione e ricordiamo anche che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era iscritto alla loggia massonica P2 con tessera n. 1816. Perciò sentiamo il dovere di far conoscere la nostra indignazione ed invitare a non dimenticare. Il Presidente Paolo Bolognesi |
dall' Unità - 31-03-2005 |
«Una scesa in campo piena di inganni e ipocrisie» ROMA Le dimissioni? «Un inganno». L’indipendenza dalla destra? «Ipocrisia». Berlusconi presente in rappresentanza delle istituzioni? «Una favola a cui non credono neanche i bambini». Vannino Chiti ascolta quanto detto da Scelli in conferenza stampa e scuote la testa a ogni passaggio. Il coordinatore per le relazioni istituzionali dei Ds è tra i firmatari di un’interrogazione in cui si chiede al ministro dell’Interno Pisanu di procedere alla revoca del mandato di Scelli di commissario della Croce Rossa. Scelli dice che ha già rassegnato le sue dimissioni una settimana fa. Non è superata la vostra iniziativa? «No, perché siamo di fronte a un inganno. Scelli ha avviato a partire dal 30 aprile le procedure per l’elezione dei nuovi organismi della Croce Rossa: dovranno essere eletti quelli locali, provinciali, regionali e poi quelli nazionali. E non è stato fissato un termine per questa operazione, che può anche concludersi dopo diversi mesi, anche a ridosso delle elezioni politiche. Fino ad allora Scelli resta in carica per portare avanti quella che si definisce normale amministrazione». Scelli dice anche che “non nasce alcun partito” . «Scelli vuol consegnare la Croce Rossa alla destra, mentre la Croce Rossa non deve essere né di destra né di sinistra, ma a disposizione dei cittadini che ne hanno bisogno e improntata sull’attività straordinaria dei volontari». Che ne pensa della presenza alla convention di Firenze di Berlusconi, invitato in quanto “massimo rappresentante delle istituzioni”? Il presidente del consiglio è il leader di una maggioranza politica precisa, non è il presidente della Repubblica. Berlusconi viene invitato, unico rappresentante politico, a tre giorni dal voto. E viene invitato, non dimentichiamolo, dopo che mesi fa erano stati pubblicati da alcuni giornali articoli che annunciavano l’impegno di Scelli per portare a Berlusconi la cosiddetta onda azzurra». Notizia allora smentita... «Certo, ma come si vede le smentite della destra e dello stesso Scelli hanno le gambe corte. Ciò che si sta realizzando è proprio questo, e alla favola della presenza di Berlusconi in rappresentanza delle istituzioni non ci credono neanche i bambini. Come mai, dato che Scelli svolge la convention a Firenze, non ha invitato anche il presidente della Regione Toscana Martini e il sindaco Domenici»? Ha creato più rumore l’invito a Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Perché, ha replicato Scelli a chi mostrava delle perplessità sulla scelta, “ai giovani dobbiamo sempre porre come esempio Costantino e i ragazzi del Grande Fratello?” «Credo che tra invitare la Mambro e Fioravanti e i partecipanti al Grande Fratello ci sia qualche via di mezzo. Ci sono importanti esponenti cattolici e non cattolici che possono parlare ai giovani di valori come la pace, la nonviolenza, la solidarietà. Far diventare maestri di vita la Mambro e Fioravanti è non dico azzardato, ma fortemente negativo». L’invito è stato comunque revocato. Come valuta la marcia indietro? «Non si può non condividere le valutazioni dell’associazione familiari delle vittime della strage di Bologna e del sindaco Cofferati. Di fronte a questo inizio di scesa in campo, tenuto conto anche dei modi ambigui con cui si presenta, meno male che c’è stato almeno questo dietrofront». Pensa sia dovuto alle reazioni dell’associazione bolognese e del centrosinistra o all’annuncio di Bonaiuti che se ci fossero stati Mambro e Fioravanti non ci sarebbe stato Berlusconi, che non sapeva dell’invito? Difficile dirlo. Possibile che Scelli non avesse pianificato l’iniziativa nei minimi dettagli con l’unico leader politico invitato? E possibile che a fargli fare dietrofront non siano state le reazioni ma la minaccia di Berlusconi di dare forfait? Già questa incertezza dice comunque che c’è molta ambiguità, confusione, approssimazione, in questa operazione. C’è forse un punto solo che è chiaro, quello della vicinanza alla destra. E quindi, altro punto molto chiaro è l’incompatibilità di Scelli tra il suo ruolo politico e il suo ruolo in una grande organizzazione come la Croce Rossa, che è di tutti gli italiani». |