Metti il morto in prima pagina
Corrada Cardini - 20-03-2002
Molti, credo , si chiedevano quando, e chi, ma era più che prevedibile che sarebbe successo.
Lo stesso giorno della manifestazione dell'Ulivo, prima ancora che il corteo partisse, il nostro Presidente del Consiglio, ad un incontro con gli imprenditori, strappava applausi sostenendo con passione, non per la prima volta, che chi si oppone al suo governo è per l'odio contro l'amore...
Sembrava in effetti più un predicatore televisivo che un esponente politico con responsabilità di governo, ma il Nostro vede lontano, ed è un mestro di strategie comunicative, e con lui tutti coloro che sono al suo servizio, pagati per orchestrare il consenso, il silenzio, il depistaggio e quant'altro.
E anche io che sto scrivendo queste orrende illazioni, sono una portatrice d'odio:invece di predicare la pace sociale, l'obbedienza, la rassegnazione, la fiducia, la pazienza, l'adesione al dogma neoliberista,semino dubbi e perplessità circa l'incredibile tempismo di questo delitto.
E sostengo anche io come altri che questo non è terrorismo..non nel senso che la storia dà a questo termine.
Appartengo alla generazione di coloro che passavano da un funerale di Stato all'altro, la generazione delle stragi, della strategia della tensione.
Non mi lascerò incantare ora, come non mi sono fatta incantare allora.
Questi sono agguati in stile mafioso, e la mafia non ha certo problemi a procurare Killer ben addestrati...e, come si sa, una mano lava l'altra.
Temo fortemente che solo la storia,forse, come ormai è prassi in questo tormentata democrazia, ci darà delle risposte chiare, e questo è il nostro male oscuro.
Posso facilmente immaginare la reazione di certi campioni dell'ordine costituito.
Abbiate pazienza, molti nemici, molto onore, si diceva una volta.


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 giulia martorana    - 24-03-2002
Le sensazioni sono brividi, corrono sotto la pelle, attraversano il cervello col balenio del lampo, oscurano la vista per quella frazione di secondo necessaria a formulare un pensiero. Poi lo sgomento per quel pensiero ed una sottile, impalpabile amarezza che diviene rabbia. E' quanto ho provato, quando questo ennesimo morto è rimbalzato sui video con quello scenario di "cerchietti e lettere" segnate dalla Digos sulla "scena del delitto". Uno scenario che non muta, a parte la tv a colori. Ed alla rabbia per una vita spezzata si aggiunge quella per i sospetti che si insinuano nella testa. Una rabbia che cresce di fronte alla "incultura" di chi poi da quegli stessi schermi si indigna perchè chi manifesta contro terrorismo e modifica dell'artico 18 delloi Statuto, manifesta contro le idee di quell'uomo fulminato sotto un portico. A me hanno insegnato che si può non condividere un'idea, ma essere allo stesso momento prointia dare la vita per far si che chi la pensa diversamente possa continuare ad essere libero di dire ciò che vuole.

 Caelli Dario    - 24-03-2002
Ritengo che affermazioni del genere vadano motivate e non solo "sparate".
Se ci sono le prove di tali affermazioni si denunci tutto alla magistratura, altrimenti sarebbe bene non alimentare le illazioni.

 Donatella    - 24-03-2002
Sono d'accordo e bisogna avere il coraggio di dirlo...bisogna capire da soli.

 Elisiana Franconi    - 24-03-2002
Non so parlare di politica, anche se ho le mie idee e le ho sempre espresse con un voto.
Voglio parlare di messaggi, di riflessione e di letteratura.
L'ultimo fatto di sangue mi ha di nuovo demoralizzata e sconcertata, ma non ne parlerò in termini politici con i miei adolescenti: ne parlerò con i termini di Orwell (1984) e Bradbury (Farenheit 451).
E' l'intelligenza e la cultura ad aver subito un ennesimo colpo mortale e pregherò i miei giovani ad affaticarsi e a non demordere perchè il messaggio è:
l'ignoranza è la forza di un regime e bruciare tutti i libri e uccidere altri intellettuali non potranno soffocare gli aneliti di libertà e speranza.

 giovanna    - 25-03-2002
sono assolutamente d'accordo.