Lezioni private on line?
Fuoriregistro - 28-01-2005
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un articolo di Repubblica , ringraziando indirettamente l'autrice Bianca Fazio, che con sottile acutezza osserva il cambiamento in atto nel paese e nella scuola. Nelle vie e nelle case più che nei palazzi. A molti problemi dell'oggi la pubblica istituzione ha cercato, e non certo da oggi, di dare risposte. Prevenedo il disagio, per esempio; attivandosi alla ricerca di modalità di recupero (e potenziamento) che le permettessero di realizzare processi formativi il più possibile completi ed adeguati ai protagonisti dell'apprendimento; promuovendo politiche di integrazione e collaborazione. Ma c'è chi chiede di più. Ed ognuno con le sue ragioni. I docenti, che ai 20 euro orari, lordi, hanno detto no grazie. Le famiglie, dell'alta borghesia, ma non solo, che chiedono maggior formazione culturale per i propri figli. Le casalinghe che devono sbarcare il lunario o i laureandi il cui tempo chissà quando mai sarà denaro. In tutto questo il Ministero organizza ripetizioni on line. Toglierà le polpette dal piatto, sfidando i docenti interessati. Forse. O forse, semplicemente, troverà il modo per abbassare ulteriormente il livello della qualità scolastica. Una volta, quando i bigini, fedelmente nascosti nella cartelle degli alunni, erano messi all'indice dalla cattedra, ci dicevano che non si impara al di fuori di un percorso disteso e costruito un passo dopo l'altro, che non si impara da soli. Qualcuno ci crede ancora?

Napoli: Il progetto del ministero per tutelare gli studenti dal business delle ripetizioni offerte anche in rete senza controlli

Repubblica, 24 gennaio 2005

Dal piccolo annuncio sulla porta del panettiere ai manifesti a lettere cubitali per strada e nelle stazioni della metro. Il business delle lezioni private esce allo scoperto e va a gonfie vele, col suo ricco tariffario, nelle settimane in cui le scuole tirano le somme dei quadrimestri (mentre in molti istituti le pagelle sono già arrivate a dicembre, col trimestre).

È il momento delle ripetizioni. Diffusissime tra gli alunni delle scuole superiori. Greco, matematica, latino e italiano le materie più richieste, nonché le meglio pagate. Si arriva anche a 40 euro a lezione (un´ora o novanta minuti) se il professore ha esperienza. E per risparmiare (pagando 15 o 20 euro all´ora) non c´è che da rivolgersi a un diplomato o a un giovane appena laureato, ma senza abilitazioni ed esperienza con gli studenti.

Un panorama, quello delle ripetizioni, che cambia di pari passo con la scuola e la società. La richiesta è calata, ad esempio, con l´eliminazione degli esami a settembre, e un altro colpo è stato inferto dall´istituzione di corsi di recupero nelle scuole, per riacciuffare i crediti degli studenti. Recuperi che accontentano la classe media (quella che in passato più ricorreva alle ripetizioni) ma che non bastano ai figli dell´alta borghesia o a quelli le cui famiglie attribuiscono maggiore importanza alla formazione culturale. Tant´è, la "campagna acquisti" dei professori privati si rivolge sempre più spesso a studenti che non hanno problemi a scuola, ma che ritengono carente la preparazione fornita in classe (specie in vista dell´esame di Stato) e chiedono di approfondirla, ma con un docente che abbia qualità ed esperienza.

Cresce il mercato delle lezioni private con l´accorciarsi del tempo scuola: cala il tempo pieno, diminuiscono i prolungamenti e restano inascoltate le esigenze dei genitori che lavorano fino a sera, oggi a caccia di veri e propri tutor cui affidare i figli (soprattutto adolescenti) ogni giorno, per tutte le materie. Una formula - vi ricorrono soprattutto gli studenti delle scuole medie inferiori, ma talvolta anche quelli delle elementari - grazie alla quale si possono spuntare sconti consistenti: 250-300 euro al mese, in città. Molto meno in provincia. Ad Arzano - racconta un insegnante - per 120 euro al mese si comprano pacchetti di lezioni per ogni pomeriggio, ma in gruppi di 8-10 studenti. A Brusciano il business è diventato un´industria per una signora che ha messo su, sulla falsariga delle agenzie più note, una piccola "scuola" di ripetizioni: ospita in casa 15-20 neolaureati che, distribuiti nelle varie stanze, impartiscono lezioni private a nutriti gruppi di ragazzi. Un subappalto, insomma, che non prevede contatti tra le famiglie e gli insegnanti e consente ripetizioni anche per 10 euro all´ora.

Il mercato delle lezioni private non si sente più clandestino. Una volta le notizie circolavano attraverso il passaparola o con gli annunci su foglietti disseminati nel quartiere. Oggi impazza non solo con le scuole che riempiono la città di manifesti, ma anche con offerte sui giornali e soprattutto annunci su Internet. Il professore privato si è evoluto e coglie le opportunità offerte dalla rete. Basta cliccare per essere sommersi da chi si propone. Netta prevalenza di laureandi. Gli unici ad accettare guadagni meno consistenti. I soli a insistere, tra l´altro, perché le lezioni si svolgano cronometro alla mano. Un´ora e basta. Mentre il docente più "serio" e preoccupato della crescita culturale del suo ragazzo non bada al minuto e, se la spiegazione richiede mezz´ora in più, non lesina impegno.

Un mercato talmente prospero, quello delle lezioni private, che persino il ministero sta studiando una formula per le ripetizioni on-line, tra polemiche e strali di chi teme che gli venga tolta la polpetta dal piatto. Un´ammissione, certo, dell´inefficacia dei corsi di recupero organizzati un po´ in tutte le scuole. Corsi che non piacciono neppure ai docenti: 20 euro all´ora, lordi, è la paga media (per un totale di 8 o nel migliore dei casi 15 ore). Troppo poco rispetto al "fuoribusta" delle lezioni private, impartite con comodo, a casa, e senza incappare in quegli stessi studenti coi quali s´è fallita l´impresa qualche ora prima, in classe.

Bianca Fazio

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 alberto petrocelli    - 28-01-2005
Perchè criminalizzare gli insegnanti che svolgono attività libero-professionale? Lo fanno i medici (nelle strutture pubbliche) non vedo perchè non lo possano fare gli insegnanti. Essendo, però , attività "professionale", andrebbero offerte garanzie all'utenza ed allo ... Stato, pretendendo requisiti qualificanti e controllo fiscale.

 chiara giubbolini    - 17-02-2006
ritengo che i corsi di recupero siano un fallimento per tanti motivi:
a) non sono un sostegno continuo alle difficoltà dell'alunno;
b) alcun i alunni non sono motivati alla loro frequenza
c) il numero degli alunni che li segue è comunque eccessivo
Anche l'istituzione del debito si è rivelato un fallimento: ci sono alunni che studiano il modo di evitare "lo studio" di una o più materie nell'arco della scuola media superiore.
Allora perchè non istituire dei corsi di sostegno on line su piattaforme adeguate in parte pagati dalle scuole, in parte dalle famiglie in modo da evitare lavoro nero e al contempo pagare in modo più adeguato gli insegnanti?