Si ritorna a parlare di Marcello Bernardi?
Manlio Comotto - 10-01-2005
Marcello Bernardi, chi era costui?

Chi ha avuto figli negli anni ’70 e ’80 (negli anni del rampantismo la sua popolarità è un po’ calata), chi in quegli anni si è occupato di educazione e del rapporto adulto-bambino, ha certamente incontrato, nelle sue letture, Marcello Bernardi, docente universitario scrittore, pediatra e pedagogo un po' anarchico, che con Roberto Denti e Gianni Rodari ha animato il dibattito pedagogico in Italia (del quale hanno fatto e fanno parte Boero, Bini, Ciari ...).
E' stato forse il pediatra più letto negli anni '80 e il suo testo “Il nuovo bambino” è stato una bussola per generazioni di genitori. Qualcuno lo aveva definito il dottor Spock italiano, ma nei suoi scritti non si trova alcuna concessione all’iperprotettivismo, anzi, la sua fiducia nelle potenzialità di bambini, sia dal punto di vista psicologico sia fisico, era tale da fargli mettere in primo piano il valore del rispetto e dell’autonomia. Credeva profondamente nell'uomo e nella libertà. "Non credere a chi ti comanda, a chi ti punisce, a chi ti ammaestra, a chi ti insulta, a chi ti deride, a chi ti lusinga, a chi ti inganna, a chi ti disprezza. Essi non sanno che tu sei ancora un uomo libero" ha scritto nel suo “Discorso a un bambino”.
Sapeva che la libertà non è una concessione ma una conquista: “Credo che l'uomo potrebbe essere libero anche subito, se lo volesse. Ma non vuole, perché la libertà richiede uno sforzo enorme e quasi nessuno vuole farlo. Nessuno, o quasi nessuno, vuole rendersi indipendente da ciò che altri hanno decretato giusto e necessario. Nessuno, o quasi nessuno, vuole decidere per conto proprio ciò che si deve o non si deve fare" (Educazione e libertà, De Vecchi Ed.); quindi pensava che l'educazione dovesse essere un percorso verso la libertà interiore.
A 49 anni, già scrittore di fama, accademico e pediatra della Milano bene, ha iniziato a praticare judo con un maestro che, come lui, credeva nei valori dell'educazione (non istituzionale) e della libertà. Assieme, in trent'anni di collaborazione, hanno posto le basi per un movimento che si chiama judo-educazione e che organizza attività formative e manifestazioni sportive rivolte specialmente ai bambini e ai disabili mentali.

E’ scomparso nel gennaio del 2001.

Oggi, con il dibattito pedagogico appiattito sulle tre I o su portfolii vari, il messaggio educativo di Bernardi “libertario intollerante”, come lui stesso si definiva, è decisamente in controtendenza.
Due recenti libri aiutano a riprendere il suo discorso con genitori ed educatori: uno dello scorso anno, scritto da Cesare Barioli (il suo maestro di judo), Marcello Bernardi e il judo. Il giorno dell’utopia, Vallardi Ed. e il recente La vita segreta del bambino. Gli ultimi appunti di un grande pediatra, Salani Ed. in cui lo studioso e terapeuta Fulvio Scaparro riprende i suoi ultimi scritti .

Il 15 gennaio, a Genova, nelle biblioteche comunali Berio e De Amicis, con un’iniziativa congiunta del Comune di Genova, della UISP e dell’ex Provveditorato agli Studi di Genova, ci sarà una giornata in suo ricordo, con diversi eventi, rivolti ad insegnanti, istruttori sportivi, genitori ed ovviamente anche ai bambini. Non sarà certamente un momento celebrativo per trasformare un anticonformista in un’icona. Ogni iniziativa avrà l’obiettivo di rilanciare il dibattito sul rapporto adulto-bambino, sui fini dell'educazione, sulla libertà come conquista personale, sulla diversità come valore. Le provocazioni culturali di Marcello Bernardi saranno lo stimolo perché coloro che si occupano di educazione ripensino il loro modo di essere con i bambini, ed i genitori vivano con gioia il loro ruolo.


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