Petrocelli - 12-12-2004 |
Ed alla fine dei 5 anni lo studente cosa farà? privo di una preparazione specialistica, sarà costretto ad iscriversi all'Università (per altri 5 anni!) |
Laura Venuti - 12-12-2004 |
Mi dispiace, non sono d'accordo con il latino come materia discriminante. Con questo tipo di mentalità è stato abolito dalla Scuola Media , con il bel risultato che, di conseguenza, si iscrivono al primo anno delle superiori alunni che non conoscono nemmeno i verbi italiani...e questo è vergognoso.. Insegno latino e greco nel liceo classico, ma non sono né vecchia né chiusa alle innovazioni, anche se la riforma Moratti non mi vede d'accordo. Chiunque sia , come me, uno studioso dell'antichità (sono un'archeologa) sa che il latino si può insegnare a diversi livelli ed è indispensabile per una buona conoscenza dell'italiano, visto che è la nostra lingua...questo non lo si può assolutamente disconoscere. Quindi, ben vengano latino e filosofia, materie che migliorano la duttilità di ragionamento e permettono di accostarsi, se poi si sceglie di frequentare l'università, a discipline anche nuove ...non per niente gli studenti del Liceo Classico sono in grado di affrontare senza particolari problemi anche le facoltà scientifiche e quelle a indirizzo economico...Naturalmente, le materie tecniche non devono, per questo, risultare mortificate, anzi adattate alle nuove esigenze del mondo del lavoro, tenendo anche presente che in molti paesi di Europa , ormai, il diploma non basta più e al concetto di necessità di inserimento nel mondo del lavoro si affianca la necessità di fornire a tutti gli alunni una solida cultura di base. Al Liceo Classico, come allo scientifico,non si insegnano solo materie umanistiche....anzi, attualmente, soprattutto al triennio il blocco delle materie scientifiche( anche la filosofia è materia scientifica) è consistente quanto quello dell'italiano, del latino e del greco. |
Laura Venuti - 12-12-2004 |
Dimenticavo...alla prova orale del Concorso per l'abilitazione all'insegnamento di Materie Letterarie nella Scuola Media, nel 1982, ho sostenuto una prova di latino. Perché questo tipo di prova non è richiesta, naturalmente a scopo abilitante per chi affronta il Concorso per la Classe 50? Per insegnare bene l'Italiano ( ma anche la storia, anche il Diritto) è necessario conoscere ( e sapere insegnare ) il latino, in quanto l'italiano costituisce l'evoluzione di questa lingua: e se un alunno chiede , durante la spiegazione della Divina Commedia (che attualmente non si insegna solo nei Licei) da dove deriva la parola selva, o la parola aere che cosa gli diciamo? Che cerchi nel vocabolario? Solo per fare qualche esempio. |
pino patroncini - 13-12-2004 |
Personalmente ho studiato latino per otto anni, dalla prima media alla fine del lciceo classico e sempre con un profitto buono per non dire ottimo. Ho fatto anche due esami all'università con ottimi risultati nonostante i miei intaressi per la lingua latina fossero ormai scemati (stupendomi persino di come a 22 anni, a tre anni dalla maturità ancora padroneggiassi bene la lingua, tanto da preparare un esame su Orazio su in librone in inglese con citazioni greche e latine naturalmenta!). Non odio quindi il latino per principio. Anzi! Posso dire di più: sicuramente oggi leggo tranquillamente e correntemente francese, spagnolo e portoghese, lingue che non parlo ( a parte un po' di spagnolo) grazie alle mie basi latine. Sono laureato in lettere moderne e naturalmente sono anche abilitato nelle classi A050 (lettere nelle superiori) e A051 (lettere con latino). Reputo che un insegnante di lettere dovrebbe conoscere il latino. Ed è stato un errore non esigere in passato almeno un paio di esami universitari di latino per insegnare lettere anche a tecnici e professionali. Errore a cui è stato posto fine con le ultime classi di concorso nel 1998 ( a partire dalle lauree conseguite dopo il 2001). Peccato però che nei ruoli dello stato ci siano circa 33.000 insegnanti ( tre volte il personale dell'Alitalia, che ha fatto notizia nei giorni scorsi!) a cui questo requisito non è stato richiesto e che insegnano lettere in ITIS. ITC e IPS. E questo è solo un problema di natura sindacale. Ma c'è ed è grosso come una casa! Poi c'è l'aspetto pedagogico. Se è giusto che a un insegnante di lettere siano richieste competenze in latino, anche se poi non lo insegna, non necessariamente ciò deve valere per un ingegnere o un biologo o un economista ( tanto meno un geometra, un tecnico di laboratorio, un ragioniere). In un liceo economico o in un liceo tecnologico due anni sono inutili ( quanto latino conoscevo in seconda media? certo assai poco per capire davvero la glottologia, troppo per capire banalità come il fatto che selva deriva da "silva") e quattro o cinque sono troppi ie sottraggono tempo ad altre competenze più utili alla filiera di studi. E non mi si dica, come si raccontava a me, che siccome il linguaggio è logica il latino ci insegna la logica del linguaggio che è anche poi la logica in sè. Insomma che il latino apre la mente! Con due lingue straniere e lo studio dell'italiano c'è tanto materiale a disposizione per la linguitica e per la logica quanto ne avevo io con italiano latino e greco. Altro che balle! La verità è una sola: che sui manifesti elettorali lorsignori si verniciano di modernità con le tre "I" , ma quando si arriva la dunque la loro idea di sapere è ferma al trivio e al quadrivio medievali. E, considerando la trivialità della loro politica, scolastica e non, direi più al primo che al secondo. |
Francesco Parma - 14-12-2004 |
Il latino è una lingua morta, la logica viene aiutata molto di più con lo studio delle lingue straniere, vive ed applicabili nella pratica, tra l'altro il latino che si studia già nell'antichità era parlato solo da una elite della popolazione. |
petrocelli - 14-12-2004 |
Concordo con quanto scritto da Patroncini nel suo ultimo intervento. Come fare per bloccare questa ignobile riforma? |
ilaria ricciotti - 15-12-2004 |
Concordo anch'io con Patroncini e Petroselli, il latino è ormai una lingua obsoleta . I ragazzi debbono saper parlare e scrivere, oltre all'italiano anche altre lingue. Molte altre lingue. La capacità di sviluppare la logica e di aprire la mente non è una prerogativa esclusiva di chi impara il latino. Se fosse così allora vorrebbe dire che, da quando esso è stato abolito, le generazioni che abbiamo educato non sanno ragionare? Io penso proprio di no. |
Petrocelli - 19-12-2004 |
Ultime notizie: gli istituti tecnici restano al MIUR e cambiano denominazione, si chiameranno Licei Tecnologici (EVVIVA!) e passano nell'empireo dell'istruzione. Basta con i laboratori, vile attività manuale! Sotto con il latino e la filosofia (insegnata prevalentemente da ignoranti), basta con inutili impianti elettrici , progetti di robot ed analisi di laboratorio. Che Ministra , ragazzi ! |
Coppola Alfredo - 06-02-2005 |
E' semplicemente vergognoso, ci rendiamo conto che si fanno riforme rivolte ai tagli e per niente alla vera istruzione.... mi verrebbe da chiedere alla Signora Moratti di essere in grado di dettare leggi a favore dell'istruzione, tutti gli insegnanti tecnico pratici (figura al mio parere importante nel mondo della scuola) dove andranno a finire, ci sono il 70% degli I.T.P. non di ruolo che hanno raggiunto la bellezza di più di 10 anni di precariato, e il 30% di questi ha superato i 40 anni! Che futuro avranno? Mah....penso che la Signora Letizia li letizierà invitandoli a mangiare insieme con i familiari a casa sua!!! Se proprio dovete fare dei tagli, perchè non tagliate anche un pò i vostri di stipendi che costate veramente "tantimila euro" a noi Italiani ?! VIVA L'ITALIA |