A Torino arrivano i gendarmi
Cosimo Scarinzi - 18-11-2004
Nelle scuole meno insegnanti ed ata?
C'è già chi pensa a sostituirli con i gendarmi


Sembra che qualcuno pensi che le telecamere nelle scuole, le timbratrici per gli studenti e, comunque, i mezzi di controllo informatici non bastano.
Evidentemente sono troppo freddi e non permettono un dialogo diretto fra sorveglianti e sorvegliati.
L'ultima trovata è di stile più antico e di effetto più suggestivo: a Torino, nel convitto Umberto I^, nelle SMS Nigra e Viotti, nelle DD Antonelli e Allievo e nella Scuola Media Parificata Madre Mazzarello entra la polizia di prossimità.
Una volta alla settimana due poliziotti di quartiere entreranno a scuola e si metteranno a disposizione di chi vorrà confidarsi con loro.
Apparentemente una misura ragionevole. Chi non è preoccupato per i propri figli in una società sempre più povera di relazioni sociali, sempre più nervosa, sempre più, per troppi versi, degradata?
Peccato che, in questo modo, perdiamo un altro segmento della nostra libertà, del diritto alla riservatezza, della natura stessa di una scuola pubblica intesa come comunità educante, come luogo dove adulti, insegnanti e genitori, bambini ed adolescenti operano assieme, si confrontano, e, se necessario, si scontrano.
Da una parte si tagliano i servizi sociali, si riduce il personale della scuola, e non solo - pensiamo agli educatori comunali e in genere al personale addetto all'assistenza -, dall'altro si Åggarantisce l'ordineÅh ricorrendo ad un controllo capillare sul territorio.
Veniamo così addestrati, sin dall'infanzia, alla logica dell'essere sorvegliati e puniti, la stessa logica per la quale gli autoferrotranvieri che hanno scioperato per i propri diritti vengono sanzionati mentre le imprese che non hanno rispettato le norme contrattuali non pagano dazio.
La CUB Scuola invita insegnanti, genitori e studenti a denunciare questa deriva liberticida e a battersi per la libertà della scuola e nella scuola.

Per la CUB Scuola Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi

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 Claudio Bosetto    - 21-11-2004
E perchè non pensare ad una scuola che abitui sin dall'infanzia a vedere nelle forze dell'ordine degli alleati importanti?
Credo che troppo spesso il diritto alla riservatezza venga invocato per difendere il preteso "diritto" degli adulti a non essere valutati e controllati.
Ben più importante mi pare il diritto dei bambini ad essere difesi e a vivere in una scuola non omertosa.