A quale scuola si sta pensando?
Antonio Limonciello - 07-03-2002
Il disegno di legge sugli Organi collegiali che si sta discutendo alla Camera è semplice, e' esplicito, e' la fine del tentativo di realizzare la democrazia scolastica iniziato in malo modo nel 1974.
Dalle mezze concessioni di quegli anni si passa semplicemente all'abrogazione del modello partecipativo, per poi proporre un modello
dirigistico-aziendale.
Il potere e' nelle mani dei DS, gli insegnanti sono ridimensionati ( solo 3 su 11 consiglieri), essi, se dovessero averne bisogno, da soli non possono
chiedere la convocazione del Consiglio di Scuola ( con grande fantasia si chiama cosi il CdI), infatti mentre prima 1/3 dei membri poteva chiedere la
convocazione ora sono necessari i 2/3.
Come dire, non pensino di rompere le scatole autoconvocando il Consiglio.
Ancora una volte emerge un progetto che intacca la democrazia, sempre piu' si manifesta un disegno organico di attacco alla liberta' e ai diritti di
cittadinanza in italia.

Spariscono i consigli di classe, di interclasse, intersezione, questi si occuperanno solo della valutazioneintermedia e finale.
Domanda: ma allora a che scuola si sta pensando?
A quale funzione docente?
A che tipo di insegnamento?
A chi stanno ammiccando?
Eliminare il Consiglio di classe vuol dire eliminare il luogo della concertazione dell'azione didattica collaborativa, il luogo della costruzione dell'interdisciplinarieta'.
Non avere piu' il consiglio di classe vuol dire che essi pensano a unascuola dove l'insegnante e' un semplice trasmettitore di contenuti, e che
proprio per questo non ha bisogno di confronto, coordinamento, interrelazione dei metodi, delle strategie educative.
Vuol dire che nell'era delle memorie di massa infinite, del reperimento dei contenuti praticamente illimitati, dell'innovazione galoppante, questi stanno pensando ancora a una scuola delle nozioni da infilare nei cervelli degli studenti. Non a caso non si parla piu' di "apprendere come apprendere".
La funzione docente che si intravede da questo assetto degli OO CC, e' veramente di basso profilo, direi quasi inutile.
Mi pare che si sta preparando non la semplice distruzione della scuola pubblica, ma una tragedia culturale.
E tutto questo e' possibile anche perche' sembra che la maggioranza degli italiani - e degli insegnanti, persino degli insegnanti di queste liste che
pure hanno una sensibilita' scolastica decisamente superiore alla media- sia
distratta, o non abbia coscienza della gravita' dei processi in atto.

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 Paolo Manzelli    - 09-03-2002

Mettere a comune le risorse in rete per progettare la Societa’ della
Economia della Conoscenza.
Paolo Manzelli LRE@unifi.it

E’ necessario che la scuola sappia collocarsi nel nuovo scenario dello
sviluppo contemporaneo in Europa , che e’ quello di un irreversibile
processo di cambiamento, che sta mutando l’economia della societa’
industriale, nella “e.Society” post industriale, caratterizzata della
incipiente condivisione di conoscenze tra Scuola Universita’ ed Impresa.
(1)
Lo sviluppo della decentralizzazione e della integrazione delle
conoscenze nelle reti è l'elemento centrale di questa nuova
architettura tecnologica della comunicazione interattiva a cui
conseguira’ un elevato valore aggiunto sociale, come risultato finale
prevedibile ed auspicabile della societa’ della economia della
conoscenza.
Putroppo ancor oggi coesistono ancora le due tipologie di societa’,
quella industriale, quella post-industriale; quest’ultima si sviluppera’
accreditando in maggior valore economico ai beni immateriali ed alla
conoscenza. A ciascuna di queste tipologie corrispondono due mentalita’
di organizzazione sociale ed educativa per generare la crescita della
economia, che sono in gran misura contrapposte, dato che la prima,
(old –Economy) e’ caratterizzata da una struttura della produzione
centralizzata nella fabbrica, luogo in cui vengono integrate le
conoscenze in valore produttivo, mentre l’ altra (e.Economy), necessita
di una diffusa capacita di costruzione di conoscenze integrate, che crea
valore aggiunto come conseguenza dalla possibilità di accedere ad un
crescente numero di risorse cognitive, che si sviluppa coerentemente
alla estensione delle economie di scala, rese possibili da una
globalizzazione dei mercati, non piu’ disgiunta dallo sviluppo organico
delle conoscenzee da un ampio confronto culturale internazionale per uno
sviluppo sostenibile e solidale. (2)
Il nodo del contendere tra i due assetti economico/culturali,
evidentemente provoca notevoli contraddizioni, che si concentrano
attorno alla metamorfosi delle antiquate modalita’ lavorative e
professionali , le quali dovranno adeguarsi, alle caratteristiche
innovative della tecnologia digitale della comunicazione interattiva ,
sviluppando un esteso cambiamento cognitivo , tendente a favorire una
rinnovata divisione del lavoro, nonche’ dei ruoli e delle aree di
competenza cognitiva.
È questa la grande sfida per tutti dato che l’ evoluzione della
“e.Society” e’ difficilmente arrestabile e localizzabile, proprio a
causa delle elevata velocita’ della competizione sollecitata dal
contagio di Internet sullo sviluppo internazionale della “e. economy”.
Pertanto sono responsabilmente convinto che dovremo dare indicazioni
operative per realizzare progettazioni educative adeguate al
superamento della parcellizzazione disciplinare delle conoscenze nella
scuola, in quanto ormai tale prassi antiquata della istruzione, oggi
produce una nuova alienazione sociale, causata dalla incapacita di una
comprensione integrata dei giovani a riguardo degli sviluppi della
“societa' della economia della conoscenza “, dato che quest’ultima si
trovera’ certamente in una fase piu’ avanzata, quando le giovani
generazioni odierne si confronteranno con le necessita’ di lavoro nella
loro vita socialmente produttiva.
Al TED 2002 sulle Tecnologie Didattiche Educative c/o la Fiera del
Mare di Genova, ho presentato la proposta di NET-LEARNING (2), ma in
vero ho incontrato notevoli difficolta' nel far comprendere l’
importanza del suddetto cambiamento ai docenti della scuola e della
Universita', al fine di attivare strategie di utilizzazione delle reti
per l' innovazione dell' apprendimento interattivo nel quadro della
integrazione delle scienze.
Comunque in qualita’ di Direttore del LRE-EGO-CreaNET della
Universita' di Firenze (3) ,non demordo dall’ intenzione di favorire lo
sviluppo di una cultura di delocalizazione della Scuola in rete,
proprio in quanto a mio avviso l’Università ha ancora il compito
storico di dare vita ad una ricerca & sviluppo, capace di riconfermare
una propria autorevolezza nella elaborazione culturale, ed anticipare le
trasformazioni in atto nella società, al fine di utilizzare natura
reticolare del WWW per l' apprendimento delle giovani generazioni, nel
quadro di un costruttivismo cognitivo, capace di di trasformare lo
schema tradizionale della Istruzione , che e’ stato appropriato all’
epoca indistriale ma che oggi da’ evidenti segni di obsolescenza.
Infatti la centralita’ produttiva della fabbrica in epoca industriale,
ha decretato una complementare separazione tra saperi socialmente
produttivi e saperi scolastici, che oggi, proprio in conseguenza del
progressivo decadimento della organizzazione tayloristica del lavoro in
fabbrica, generara dalla automazione della produzione e dagli sviluppi
aziendali nel contesto dell’ evoluzione del capitale azionario, non ha
piu’ ragione di esistere. (4)
Pertanto per superare le difficolta’ e la diffidenza di comprensione
gran parte dei docenti della scuola, in questa fase preliminare dello
sviluppo di iniziative di NET-LEARNING, mi sono riproposto di stimolare
una strategia di “Problem SETTING” cognitivo, che ritengo sia la giusta
condizione per attuare una coscienziosa premessa di riflessione al
fine di definire il corretto quadro delle domande a cui rispondere per
il successivo PROBLEM SOLVING - finalizzato ad attuare operativamente un
NET-MASTER sul tema CERVELLO-INFORMAZIONE ed APPRENDIMENTO (in sigla
CIeA), i cui obiettivi di formazione permanente on line, sono
sostanzialmente orientati a integrare le conoscenze relative alle
strutture e funzioni neurologiche del cervello, con quelle della
psicologia della mente e dei sistemi artificiali intelligenti, proprio
perche’ tali saperi di recente sviluppo, nel loro insieme vengono
direttamente implicati nei processi formativi in rete; quanto sopra al
fine di formulare rinnovate competenze multidisciplinari nella
progettazione e realizzazione di progettazioni creative, da svolgere
nell’ambito di una “Delocalizzazione in rete della Scuola”. A tal
proposito abbiamo aperto in collaborazione con “EDULAB” un ambiente di
lavoro on line (5) , ove si discutera’ la proposta per attuarla qualora
verra' condivisa da un partenariato di Autori ed Editori on line, nelle
sue finalita' di sviluppo del "Knowledge Transforming" della scuola,
in modo tale che tale iniziativa sia una funzione organica del
cambiamento sociale ed economico della “Societa' Europea della Economia
della Conoscenza.”.
Un precedente dibattito si e’ sviluppato nel Forum del TED-2002 di
Genova su NET-Learning, di cui sono stato coordinatore, ha preso preso
in considerazione due recenti miei articoli su :La Scuola del Divenire
(6) e su Riformare la Scuola (7), appositamente scritti per dare un
avvio a gestire cognitivamente il cambiamento come opportunita’ per il
divenire della scuola.
Ho poi risposto alle numerose domante del FORUM TED 2002, prospettando
l’ evoluzione di una logica di costruttivismo cognitivo, capace di
anticipare il profilo di sviluppo mutuato dall'avanzamento delle
conoscenze sui fondamenti ed applicazioni della scienza delle
trasformazioni di “sistemi complessi” che riassumo di seguito.

“Il futuro di una societa’ in trasformazione pur essendo un sistema
altamente complesso non puo’ sfuggire alle logiche catgorizzazioni della
ragione, proprio in quanto i giovani sono portatori del diritto ad
essere preparati a contribuire con la loro formazione alla vita
socialmente produttiva che da adulti dovranno affrontare con criteri,
valori e cognizioni che saranno ben diversi da quelli del passato.”

E’ quindi opportuno cercare di comprendere ed applicare con
ragionevolezza le conoscenze piu’ avanzate che fanno parte degli studi
di trasformazione dei sistemi complessi. E’ noto dagli studi di Ilya
Prigogine, che la “Scienza della Complessità” insegna come un sistema
altamente "disordinato", in condizioni lontane dall’ equilibrio possa
sviluppare spontaneamente, mediante modalita “auto-catalitiche”, la
riorganizazione di nuovi sistemi "ordinati" in grado di adattarsi
all'ambiente di trasformazione che li circonda.
Tali modelli concettuali di “ORDINE dal CAOS” , sono ampiamente
generalizzabili, e pertanto possono essere applicati all’ evoluzione
di sistemi di comunicazione e di apprendimento interattivo nell'era di
Internet finalizzati alla rimozione di pregiudizi cognitivi, (8) cosi’
da assumere un orientamento delle dinamiche relative al passaggio dalla
“scuola narrativa del sapere tramesso” a quella “innovativa del sapere
costruito” secondo un approccio “costruzionista”.

Le teorie costruzioniste considerano infatti che, in un ambiente di
trasformazione sociale, le conoscenze non possono piu’ essere
semplicemente trasmesse, in quanto l’ apprendimento deve attivare
processi mentali di continua ricostruzione cognitiva, attraverso una
integrazione finalizzata dei saperi, in modo che essi posssano condurre
alla condivisione operativa di prodotti culturali innovativi per
trasformare i consumatori acritici del sapere , in produttori di
conoscenze rielaborate per confronto e impiegate concretamente in una
ampia diffusione di comunicazione interattiva, in modo da realizzare
quelle evoluzione della intelligenza sociale collettiva, (Encultured
Knowledge) necessaria per attuare coscientemente una trasformazione
economica epocale.
In un tale contesto di costruzione dell’ apprendimento, osserviamo che
l’ evoluzione della intelligenza sociale viene ad essere funzione di un
sistema di formazione finalizzato verso l’ adattamento creativo
permenente, nel rispetto delle modificazioni dello sviluppo
dell’ambiente economico e sociale .
L’ elemento catalitico di tale procedere nella trasformazione
cognitiva e’ generato dalla crescita dellla utilizzabilita' delle reti,
la cui struttura agisce da supporto comunicativo nella trasformazione
tra la scuola della trasmissione del sapere codificato (Knowledge
Saying) per la acquisizione del divenire cognitivo (Knowledge
Transforming) .
La suddetta trasformazione dinamica della formazione e presumibile che
persegua una dinamica, composta sostanzialmente da quattro fasi
“oscillanti”, proprio come succede in tutte le trasformazioni che non
hanno un carattere lineare e progressivo, ma che assumono un andamento
di sviluppo paragonabile alla crescita di “Frattali” ad elevato indice
di complessita’. Pertanto sulla base di tali conoscenze possiamo
tentare di delineare una previsione del futuro delle trasformazione del
“navigare in internet” della scuola; per semplicita’ chiamero chiamero'
"ondate" lo sviluppo delle fluttuazioni oscillanti . (9)
La prima "ondata" oscilla per inglobare la innovazione del
connessionismo reticolare fisicamente realizzato tra le scuole, nel
tentativo di ristabilire e riprodurre il vecchio equilibrio di
condivisione di conoscenze, basato sulla reciprocita’ comunicativa del
sapere (Knowledge Saying), che resta comunque limitato alla
comunicazione frontale della lezione nella scuola, tentando in tal modo
di includere nuovi concetti nello scenario tradizionale dell’
insegnamento disciplinare.
In questa fase, ad es. la informatica diviene una disciplina essa
stessa insegnata da specialisti della nuova materia.
Procedendo nel divenire della trasformazione della educazione , viene
messa in crisi proprio la modalita’ standardizzata di fare scuola entro
il classico quadro di riferimento cognitivo (Classe, Lezione,
Interrogazione, Libro di testo) , e pertanto avviene una frattura tra
chi da un lato ragiona ancora sulla base della possibile conservazione
della comunicazione educativa nell’ ambito della struttura organizzativa
di lavoro disciplinare della Scuola, mentre dall’ altro si propone una
costruzione di conoscenze operativa piu’ direttamente fondata sulla
natura reticolare della rete tramite una nuova condivisione interattiva
di conoscenze integrate tra Universita', Scuola ed Impresa , basata
sulla Ricerca & Sviluppo per la innovazione della formazione permanente.

Pertanto il confronto tra due campi di riferimento paradigmatici
differenziati da un riferimento locale da un lato, ed invece un
riferimento delocalizzato in rete dall' altro, conduce alla perdita
della reciprocita’ di condivisione delle possibili interpretazioni
sulla funzionalita dell’ apprendimento, con il risultato che, in una
seconda "ondata" del processo di cambiamento, si determina una forte
"entropia comunicativa", che rischia di degradare la scuola quanto piu’
questa fase viene protratta nel tempo, fino ad un limite in cui si
inizia a percepire coscientemente il disastro ed emergono con
determinazione piu’ convincente i prerequisiti cognitivi per utilizzare
ampiamente delle opportunita della gestione della trasformazione
orientata verso una piu’ completa delocalizzazione in rete della
attivita di formazione.
Procederndo la trasformazione per effetto delle necessita’ di
adeguamento al piu’ generale al contesto sociale di cambiamento tra la
societa' industriale e la societa' della Economia della Conoscenza , si
effettuera', nella scuola e nella societa’ , una definitiva svolta
epistemologica che determinera’ una maggior consapevolezza sul
cambiamento delle finalita’ dell’ apprendimento nello sviluppo della
utilizzazione organizzata dei media comunicativi interattivi, applicati
a contesti cognitivi problematici , che condurra' ad una terza "ondata"
caratterizzata da un processo retroazione (neg-entropico), il quale
corrispondera' ad una progressiva integrazione delle discipline per
progetti internazionali di formazione permanente, inerenti a nuove
finalita' di sviluppo delle relazioni tra Scuola/Lavoro proprie della
societa’ post-industriale, le quali necessitano di soluzioni di
apprendimento tecnologicamente innovative e culturalmente creative,
prodotte da un sistema cooperativo di "intelligenza collettiva" basata
su piu’ stretti relazioni connettive tra Universita’ Scuola ed Impresa.
La quarta "Ondata" sara' quindi fortemente smorzata, in quanto e'
rappresentata dal raggiungimento di nuovo equilibrio di condivisione
paradigmatica della costruzione della conoscenza in rete, che sara'
caratterizzato da un superamento definitivo della lezione in classe,
dalla perdita di ogni riferimento a libri di testo preconfezionati sulla
base dei quali svolgere programma ed interrogazioni, dato che questi
verranno sostituiti rispettivamente, dallo sviluppo della autonomia
della ricerca ed innovazione educativa , dalla crescita della Editoria
Elettronica Scolastica Multimediale ed infine dal colloquio finale di
valutazione dei risultati complessivamente ottenuti da ciascun gruppo
progettuale di Ricerca e Sviluppo, composto da insiemi di ricercatori
docenti e studenti e consulenti tecnologici.
Concludendo, spero che questa linea di sviluppo possa essere compresa e
discussa nei suoi termini scientifici di riferimento, per accellerare
coscientemente la dinamica del processo in atto e poter guardare con
ottimismo alla trasformazione culturale e cognitiva della societa’, che
comporta come soluzione ottimale , la piu’ completa “DELOCALIZZAZIONE
in rete della SCUOLA” .
Resto quindi a vs disposizione per ulteriori chiarimenti che saranno
orientati a favorire un aperto dialogo finalizzato ad incrementare le
capacita’ di conoscenza in modo da anticipare e gestire nonche’ nel
tradurre in opportunita’ di sviluppo socio-economico il cambiamento
finalizzato alla DELOCALIZZAZIONE della SCUOLA in rete . Quanto sopra
si rendera’ possibile proponendoci di realizzare, al piu’ presto, una
attivita’ di partenariato tra Scuole Universita’ ed Editoria on line ,
capace di costruire nuove e condivise strategie. di auto-progettazione,
per attuare un percorso NET-Learning di formazione permanente, che
ritengo possa essere la base per realizzare in seguito piu’ ampie
progettazioni internazionali, presumibilmente co-finanziabili su fondi
Europei del VI° Programma Quadro (2003-2006), ma anche da altre fonti,
che saranno finalizzate alla creazione di uno spazio europeo della
ricerca e sviluppo (11), mirato a riqualificare in una dimensione
“costruttivista” le competenze professionali dei docenti, cosi da
superare le difficolta’ e le crisi correlate al cambiamento strutturale
organizzativo e culturale del loro lavoro di insegnanti, predisporrci a
preparare i giovani mediante una educazione adeguata al loro ingresso
lavorativo e socialmente produttivo nella Societa’ della Economia della
Conoscenza.

-BIBLIO LINKS-
(1) Electronic Commerce :
http://www.citinv.it/associazioni/EGO-CREA/ecktal.htm
(2) Regnatele del Valore :
http://www.edscuola.com/archivio/lre/catena.html
(3) NET-Learning : http://www.heos.it/,
(4) LRE-EGO-CreaNET :
http://www.chim1.unifi.it/group/education/index.html
(5) Cronologia : http://www.cronologia.it/temainfo/index23.htm
(6) Ambiente di lavoro : http://www.edulab.it/egocrea/
(7) Scuola del Divenire :
http://www.edscuola.com/archivio/lre/essere_divenire.html
(8) Riformare la Scuola: http://www.heos.it/scuolalav/scuol_54.htm
(9) Preguidizi Cognitivi :
http://www.edscuola.com/archivio/lre/precognit.html
(10) Fractal GIF :
http://sprott.physics.wisc.edu/fractals/animated/PENDULUM.GIF
(11) VI° Programma Quadro :
http://www.opib.librari.beniculturali.it/viprogrammaquadro.html



 maria grazia fabi    - 14-04-2002
Penso anch'io che lo scopo ultimo delle attuali riforme sia smantellare la Scuola Pubblica e ridurla ad uno stato di degrado, e di distanza dalle esigenze reali educative e formative, tale che, chi potrà, manderà "finalmente!" i propri figli in qualche scuola privata nata magari in questi ultimi anni e non troppo lontano da casa.
Quello che rimarrebbe della scuola pubblica chi dovrebbe formare ed educare? Le risposte sono evidenti purtroppo.
C'è quindi un'altra considerazione da fare necessariamente: si stanno creando condizioni sociali e relazionali che ricordano tanto il "FAMILISMO AMORALE" di cui parla lo storico Ginzborg:
tutto è vissuto e gestito con lo spirito del clan; i vari poteri , politico-economici-religiosi, benedicono il Clan e ne fanno uno strumento di classe.
Tutto questo l'abbiamo già sentito (vedi Fascismo e i decenni del dopoguerra). Ma noi Italiani siamo proprio condannati a questo? O forse ci piace tanto?