C. mi stringe a tal punto da farmi male. Quando sono tornata a scuola, dopo essermi assentata per due giorni, era tutto imbronciato e non mi ha neanche chiesto se stavo meglio: non mi devo ammalare!
All'inizio dell'anno scolastico, mi avevano detto solo che era un bimbo adottato, e, quando l'ho visto per la prima volta, subito mi ha raccontato di sé, di sua sorella, dei suoi attuali genitori.
-
Di quando "ero piccolo" mi hanno detto di non parlarne, perchè sono cose troppo brutte!
Non sono riuscita a nascondere le lacrime.
Mi sa che questo mestiere non fa più per me!
Eppure ne ho viste tante di tragedie.
In tutta la gravità delle più disparate situazioni, i genitori dei bambini con problemi gravi sono sempre eccezionali!
Ora no. la situazione è ben diversa. Ma come è possibile crescere un figlio senza insegnargli a camminare, a parlare, a mantenere le posate?
C. ha 11 anni e non riesce ancora a pronunciare bene le parole, a formulare una frase, ad organizzare i suoi pensieri, sarà possibile un recupero completo?
Per fortuna ha tanta curiosità e voglia di conoscere. A scuola tutti sanno che ha bisogno di molto affetto.
Quale miglior inizio di una festa per cominciare a socializzare con i nuovi compagni? Così l'ho organizzata in classe: ognuno ha portato qualcosa: una torta, una bottiglia di aranciata, i tovagliolini, i bicchieri ed è stata una buona partenza!
La festa, però, non è servita a me, a socializzare con la colleghe.
-
Signora, cosa ci fa qui fuori al corridoio con l'alunno?
Cosa avrei dovuto rispondere alla D.S.? Che la collega mi aveva ripreso perché parlavo con C., come fossi stata io stessa un'alunna? Ho risposto che l'alunno aveva bisogno della massima concentrazione ed in classe aveva troppe distrazioni...
Poi sono arrivati gli ordini di servizio per le sostituzioni:
-
Qui le fanno tutti i tuoi colleghi di sostegno!
Ma come si fa a sottrarre delle ore al sostegno? Oltre che illegale, ci vuole un bel coraggio...
Un'altra collega mi ha chiesto di aiutarla a far confrontare i numeri naturali ad un'alunna .
Io non sono mai stata diplomatica, così come sono severa con me stessa, anche quando gli altri sbagliano non sono dolce di sale, così ho corretto subito il disegno alla lavagna, orientando la retta dei numeri. Lei, come una pazza, mi ha detto di non averlo ancora spiegato! Così non mi ha più coinvolta nella lezione alla classe.
Quanto sarebbe più contento l'alunno diversamente abile a vedere accanto a sé un'insegnante con pari dignità con gli altri insegnanti. L'interscambio dei ruoli non esiste proprio: bisognerebbe istituzionalizzarlo, ma come?
L'inserimento sarebbe assicurato. L'apprendimento pure, visto che, in tal modo, risulterebbe più accessibile il sapere e più fattibile il saper fare.
No, no: il sostegno, così com'è ora, non fa più per me.
Cosa mi piacerebbe insegnare? Ma non c'è dubbio, la matematica, o meglio matematica, scienze e tecnologia. A proposito, perchè la matematica non entra nelle teste degli alunni italiani?
Prima della risposta, un'altra domanda: perchè la quasi totalità degli insegnanti di matematica delle medie ha frequentato il liceo classico?
Perchè a loro non piaceva affatto la matematica e, visto che l'odio per la matematica è un odio atavico, forse ancora non piace.
Quindi, la vera novità della riforma è proprio, se vogliamo, la revisione delle classi di concorso.
Ben venga allora questa innovazione!
ceciarelli aidi - 29-11-2004
|
mi spiace per la collega: sono docente di sostegno da quasi venti anni, prima alle medie e poi alle superiori. Sono orgogliosa di essere docente "in più" sulla classe, lavoro con tutti i ragazzi e tutti i colleghi. Vorrei passare sulla cattedra, ma ogni anno mi spiace lasciare. La mia forza e il mio rispetto derivano da competenza legislativa del ruolo, competenza didattica e metodologica, umiltà nel lavorare con gli altri e disponibilità ad apprendere nuove discipline.
Certo non si improvvisa la stima, però sono forte del mio valore e mi schiero sempre dalla parte dei ragazzi.
Anche i colleghi che credevano di delegare al sostegno i casi difficili si sono dovuti ricredere: i problemi sono del consiglio di classe e il sostegno è della scuola, come risorsa, non come attappabuchi. Certo a volte il docente di sostegno è quello che entra alle 9 e esce alle 12, ha il sabato come giorno libero e partecipa al cdc solo per il tempo di discussione sull'handicappato. Questa persona rovina "il ruolo del sostegno" e produce immaginari inesatti nei colleghi. Sta a ciascuno di noi aiutare i colleghi a "lavorare insieme e a non delegare". Io ce l'ho fatta, mi trovo bene e mi diverto. Credo che anche altri possano riuscirci. Auguro alla collega fiducia in se stessa.
|