Non ci sarà
Gianni Mereghetti - 15-07-2004
La classe per soli studenti islamici è contro i principi della Costituzione Italiana, per cui non ci sarà, anche se il problema della presenza degli studenti islamici nella scuola italiana rimane e potrebbe anche acutizzarsi.
La vicenda milanese ha evidenziato quanto sia sbagliato creare un’enclave per affrontare la questione degli studenti islamici, sarebbe però opportuno chiedersi perché mai le famiglie lo abbiano richiesto.

Certamente vi sarà un motivo pseudoculturale, quello di un certo mondo islamico, che sta creando un mondo a parte: a questo la scuola non può cedere, tanto meno offrire gli strumenti per favorirlo.

Però vi è anche in certe famiglie islamiche la paura di essere assorbiti nella cultura occidentale e di perdere così la propria identità. A questa paura bisogna dare risposta e non con classi ghetto, ma con l’educazione, un’educazione che mostri nei fatti come la cultura cheei fatti come la cultura che viene comunicata dentro la scuola valorizzi ogni identità. Per questo la scuola italiana è messa alla prova da quanto è accaduto a Milano; è infatti chiamata a verificare la validità di un metodo educativo che si poggia su libertà e dialogo.

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 Pierangelo Indolfi    - 15-07-2004
Perchè il Crocefisso non va esposto nelle aule.
Da Repubblica di Bari


Il carattere multiculturale che va assumendo anche il nostro paese comincia a creare problemi. Il caso più eclatante è quello di Milano, dove hanno tentato di formare classi di soli studenti musulmani. Ma anche da noi ha suscitato perplessità l´intenzione dichiarata dal nuovo sindaco di appendere un crocifisso alla parete del proprio ufficio. E perplessità opposte ha suscitato la decisione degli assessori alla formazione della Campania e della Basilicata di autorizzare la sospensione dell´attività didattica -cioè di chiudere le scuole- in occasione di festività religiose delle confessioni non cattoliche. Bisogna rassegnarsi a questa varietà di scelte, dettate da puro soggettivismo o ideologismo, o c´è qualche bussola per orientarsi?
Una bussola, quella del diritto, c´è. E indica il rispetto del principio di laicità, che da anni la Corte costituzionale ha qualificato addirittura come supremo: cioè, non modificabile neppure con legge di revisione costituzionale.
Su questa base la Cassazione ha stabilito la illegittimità dell´esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche utilizzate come seggi elettorali. A prevedere quella esposizione sono delle norme risalenti all´epoca fascista, quando quella cattolica veniva considerata "religione dello Stato". Ma di recente ne è stata eccepita la illegittimità. Nell´attesa della pronuncia della Corte costituzionale sarebbe allora consigliabile soprassedere: se il giudice delle leggi deve decidere se far togliere il crocifisso dagli uffici pubblici, per cui ci sono norme che lo prevedono, è opportuno metterlo ora in quegli uffici, per cui nessuna norma lo prevede? E non certo per dimenticanza: ma perché gli uffici pubblici sono la casa di tutti, cristiani e non, credenti e non. Analogamente, nessuna norma prevede la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose che durano giorni: non si può sospendere un servizio pubblico per il Ramadan islamico o la Pasqua degli ebrei. E perché non per il capodanno ebraico o la festa delle capanne? Anche queste, ed altre, feste religiose ebraiche vengono riconosciute dallo Stato ma solo per giustificare le assenze degli alunni (e lavoratori) interessati. La parità di trattamento con la chiesa cattolica non c´entra. Perché da anni la Corte costituzionale ha "laicizzato" la domenica e le altre festività: queste, pur coincidendo con quelle dedicate al culto cristiano sono funzionali al riposo del lavoratore. Che può essere goduto anche in altro giorno se il giorno festivo si lavora: senza che i negozi possano chiudere per consentire ai dipendenti di andare a messa.
Sulla formazione delle classi, infine, c´è una norma precisa. Fu formulata quando si riconobbe a tutti gli alunni il diritto soggettivo di avvalersi o di non avvalersi dell´insegnamento facoltativo di religione cattolica. I vescovi potevano avere interesse a formare classi di soli cattolici: confessionali. E allora, d´intesa con essi, il decreto 751/1985 stabilisce che questa scelta "non deve determinare alcuna forma di discriminazione, neppure in relazione ai criteri per la formazione delle classi". Che come non possono essere di soli cattolici neppure possono essere di soli musulmani o comunque di "non avvalentisi". Sarebbe una inammissibile "libanizzazione" della scuola pubblica.
Naturalmente ogni norma si può cambiare. Comunque, s´è detto, non quella sulla laicità, che nell´occidente ha dimostrato di garantire le diversità religiose e culturali. Senza assumerne nessuna per meglio governare. Perché, come diceva Benedetto Croce, non è vero che Parigi val bene una messa, o un altro atto di culto, perché per molti andare o non a messa vale ben più di Parigi: è un "affare di coscienza". Che è, in fondo, lo stesso motivo -un caso di convergenza parallela- per cui un caro maestro di fede, don Tonino Bello, raccomandava di inquadrare la croce "nella cornice della sapienza umana", invece di "attaccarla con riverenza alle pareti".