La Dichiarazione sull'unità sindacale
gp - 05-06-2004
È un testo che vale la pena di rileggere, quello del Patto di Roma sottoscritto sessanta anni fa e reso operativo - nelle sue forme più compiute - solo alla fine degli anni '60. Lo pubblichiamo di seguito.


Gli esponenti delle principali correnti sindacali dei lavoratori italiani – comunista, democratico-cristiana e socialista – dopo un largo scambio di vedute sul problema sindacale nell’Italia liberata dall’invasore e dai suoi complici fascisti:

convinti che l’unità sindacale di tutti i lavoratori senza distinzione di opinioni politiche e di fede religiosa, è lo strumento più efficace per il potenziamento dell’organizzazione del lavoro, onde assicurare la più efficace difesa degli interessi economici e morali dei lavoratori stessi e garantire il loro apporto più efficiente all’opera immane di ricostruzione del Paese (opera che sarà necessariamente imperniata sulle forze del lavoro) di pieno e unanime accordo dichiarano:

1) di realizzare l’unità sindacale, mediante la costituzione, per iniziativa comune, di un solo organismo confederale per tutto il territorio nazionale, denominato Confederazione generale italiana del lavoro; d’una sola Federazione nazionale per ogni ramo di attività produttiva; d’una sola Camera confederale del lavoro, in ogni provincia, d’un solo sindacato locale o provinciale per ogni ramo o categoria d’attività produttiva.

2) Lasciando impregiudicate tutte le altre questioni relative all’orientamento generale dell’organizzazione, alla sua struttura definitiva, alla compilazione del progetto di statuto (questioni che saranno esaminate con una più larga partecipazione dei militanti sindacali d’ogni corrente e con i dirigenti del movimento sindacale libero già operante nel Mezzogiorno) l’unità sindacale viene immediatamente realizzata sui seguenti punti generali:

a) La Cgidl è fondata sul principio della più ampia democrazia interna. Tutte le cariche sociali, pertanto, in ogni grado dell’organizzazione, debbono essere elette dal basso, rispettivamente dalle assemblee dei delegati regolarmente eletti. In ognuno degli organismi dirigenti, dal vertice alla base, deve essere assicurata la la partecipazione proporzionale delle minoranze;

b) In tutte le organizzazioni della Cgidl deve essere assicurata la massima libertà d’espressione a tutti gli aderenti e praticato il rispetto reciproco di ogni opinione politica e di ogni fede religiosa;

c) La Cgidl è indipendente da tutti i partiti politici. Essa si associerà, ogni volta che lo ritenga opportuno, all’azione dei partiti democratici che sono espressione di masse lavoratrici, sia per la salvaguardia e lo sviluppo delle libertà popolari, sia per la difesa di determinati interessi dei lavoratori e del Paese.

3) Le correnti sindacali nominate costituiscono la Direzione provvisoria dell’organizzazione che viene così composta: un Comitato direttivo provvisorio di 15 membri, 5 per ciascuna delle tre correnti; una Segreteria generale provvisoria con poteri esecutivi, di tre membri, uno per ciascuna delle tre correnti.

Questa Direzione provvisoria sarà allargata con l’inclusione di esponenti del movimento libero operante nel Mezzogiorno e successivamente con i rappresentanti delle regioni che saranno liberate – mantenendo l’uguale proporzione fra le tre correnti – e durerà in carica sino al primo congresso confederale che dovrà tenersi al più presto possibile. Con lo stesso criterio verranno formate le direzioni provvisorie delle Federazioni nazionali e delle Cgidl provinciali. Nelle province e nelle categorie in cui esistono altre correnti sindacali aventi seguito effettivo fra le masse una rappresentanza di esse sarà chiamata a far parte della Direzione provvisoria camerale o federale. Queste Direzioni resteranno in carica sino al primo congresso della rispettiva organizzazione.

A Segretari generali vengono nominati: On.le Emilio Canevari; On.le Giuseppe Di Vittorio; On.le Achille Grandi, che entrano subito in funzione.

La Direzione provvisoria della Cgidl si pone i seguenti obiettivi immediati:

1. promuovere l’organizzazione e l’inquadramento del movimento sindacale in tutte le regioni liberate, in uno con la rigorosa difesa degli interessi urgenti dei lavoratori;

2. sostenere con tutte le proprie forze la guerra di liberazione nazionale onde affrettare la liberazione totale del Paese, condizione pregiudiziale per la realizzazione dei postulati dei lavoratori;

3. assicurare il massimo collegamento con le masse lavoratrici delle regioni occupate per aiutarle con mezzi adeguati nella loro lotta;

4. studiare tutte le iniziative atte a preparare ed effettuare la ricostruzione del Paese nello spirito del pieno riconoscimento dei diritti del lavoro;

5. elaborare un piano di ricostruzione del movimento cooperativo, ispirato alle nuove esigenze poste dalla situazione;

6. preparare un piano di trasformazione del sistema e degli istituti di previdenza sociale, rivendicandone alla Cgidl la Direzione;

7. rivendicare e assumere la proprietà di tutti i beni già appartenenti alle disciolte organizzazioni fasciste;

8. rivendicare dallo Stato il risarcimento dei fondi sottratti dai fascisti alle vecchie organizzazioni libere, da prelevarsi dal ricavo della confisca degli illeciti patrimoni degli ex capi fascisti.

Roma, 3.6.1944

GIUSEPPE DI VITTORIO
EMILIO CANEVARI
ACHILLE GRANDI



FONTE: sito rassegnaonline



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